“No a paralisi. Adeguiamo disegno di legge alla sentenza e andiamo avanti” è questa in sostanza la posizione espressa da Thomas De Luca, assessore all’Ambiente della Regione Umbria, dopo le sentenze del TAR Lazio uscite in settimana e che hanno cambiato le carte in tavola per le aree idonee.
“La sentenza del Tar Lazio conferma pienamente l’impianto del dlgs 199/2021 e la legittimità delle competenze riservate alle Regioni. Prendiamo atto del chiarimento in merito alla definizione di non idoneità, che sancisce come non sussista una preclusione assoluta ma ‘un’alta probabilità di esito negativo dell’autorizzazione’ ricalcando le Linee guida del 2010. Constatiamo inoltre l’assoluta validità e attualità del comma 8 dell’articolo 20, implicita radice del ‘principio di prevalenza di idoneità’, affermato nell’articolo 5 del nostro disegno di legge” ha commentato De Luca.
Inoltre, l’assessore ha evidenziato il rischio che l’incertezza vigente, fino all’adeguamento della normativa con gli orientamenti espressi dal tribunale, possa causare una paralisi che colpirebbe soprattutto gli impianti di piccola e media taglia fino a causarne una “moratoria”.
“Come Regione, a valle del percorso partecipativo, adatteremo il nostro testo al giudizio del tribunale amministrativo e poi andremo avanti consegnando all’Assemblea legislativa il disegno di legge. L’obbligo di rieditare entro 60 giorni i criteri per l’individuazione delle aree idonee e non idonee rischia di trasformare la situazione in delle sabbie mobili in cui a rimanere impantanate sono in primo luogo le Comunità energetiche e gli impianti destinati all’autoconsumo. L’effetto nell’immediato, infatti, rischia di essere una moratoria verso i piccoli e medi impianti su cui l’incertezza del quadro normativo pesa molto più che sui grandi interventi” ha aggiunto De Luca.
La giunta dell’Umbria la settimana scorsa ha comunicato di aver definito il disegno di legge e ha avviato una serie di incontri col territorio per approfondire e condividere i contenuti della norma.
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