Le raccomandazioni della Commissione UE all’Italia sul fotovoltaico

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L’Italia necessita “un quadro legislativo più trasparente e accessibile” e “investimenti in meccanismi di stoccaggio” per accelerare la diffusione e contrastare l’intermittenza delle fonti di energia rinnovabile (FER). È quanto scrive la Commissione europea nel Country Report 2025 relativo al nostro Paese.

L’Italia, scrive la Commissione, è uno dei leader europei nelle tecnologie pulite, rappresentando il 14% della capacità produttiva fotovoltaica della UE nonostante una quota “trascurabile” per le tecnologie a batteria e di accumulo. Inoltre, il nostro Paese ospita “almeno 50 fabbriche specializzate nella produzione di pompe di calore” ed è un” leader europeo e mondiale nella produzione di cavi e sistemi per la trasmissione e la distribuzione di energia”.

Tuttavia, rimangono ancora sfide importanti da affrontare in campo energetico. Gli elevati prezzi dell’elettricità, ad esempio, “soffocano la competitività industriale”. Nel 2024, i prezzi all’ingrosso dell’elettricità in Italia hanno superato quelli della Germania del 60%, della Spagna del 99% e della Francia del 116%. Due fattori principali, spiega la Commissione, comportano questo divario: il mix elettrico e la composizione dei prezzi finali.

In primo luogo, la costosa produzione di energia elettrica a gas rappresenta il 41% del mix elettrico (la seconda quota più alta nella UE) e determina il prezzo del mercato elettrico per circa il 60% del tempo. In secondo luogo, i prezzi finali dell’elettricità sono gonfiati da tasse e imposte elevate, il che rappresenta una barriera significativa per le industrie ad alta intensità energetica. Per questi utenti, le imposte non recuperabili rappresentano il 19% del prezzo finale dell’elettricità (rispetto alla media UE del 12%), mentre il gas è quasi esente da imposte (circa il 2% rispetto alla media UE del 9%), disincentivando l’elettrificazione.

Componenti del prezzo dell’energia al dettaglio per i consumatori domestici e non domestici nel 2024

Secondo la Commissione, le riforme sostenute dal Pnrr hanno iniziato ad affrontare “le strozzature amministrative nelle procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili”, ma per accelerare la diffusione è necessaria “un’ulteriore semplificazione e consolidamento della legislazione in materia di autorizzazioni”.

Nel frattempo, i meccanismi di stabilizzazione dei prezzi a lungo termine, come i contratti per differenza e gli accordi di acquisto di energia elettrica (PPA), possono proteggere sia i produttori di energia rinnovabile sia i consumatori industriali dalla volatilità dei prezzi trainati dal gas, a condizione che non compromettano la liquidità del mercato elettrico.

Nel documento di raccomandazioni per l’Italia, la Commissione segnala inoltre che l’incremento di quote più elevate delle FER richiede investimenti coordinati nell’infrastruttura della rete elettrica, in particolare per aumentare la flessibilità del sistema attraverso tecnologie non legate ai combustibili fossili, come l’accumulo e i meccanismi di risposta alla domanda quali: tariffe in base al tempo di utilizzo, schemi di tariffazione dinamica, sistemi di misurazione intelligenti e la partecipazione di aggregatori e consumatori industriali ai mercati di bilanciamento.

Da migliorare anche le interconnessioni transfrontaliere che “rimangono poco sviluppate in alcune parti della rete, limitando la capacità dell’Italia di beneficiare del bilanciamento regionale e della convergenza dei prezzi”. Il rafforzamento della resilienza e dell’interconnettività della rete aiuterebbe inoltre “a stabilizzare i prezzi dell’energia e a ridurre i picchi legati alla produzione di gas in un mercato volatile”.

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