Aree idonee, le richieste di Anci: rivedere la PAS e centralità dei Comuni

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L’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) ha condiviso un position paper sulle aree idonee aggiornato ai recenti sviluppi giurisprudenziali sul tema. In particolare, l’associazione chiede una revisione della PAS con rimozione del silenzio-assenso almeno per i Comuni più piccoli o per impianti più grandi, un’incentivazione allo sviluppo di competenze manageriali (es. energy manager), semplificazioni per le installazioni in ambito urbano e, invece, vincoli più stringenti in ambito agricolo.

Il documento approfondisce le principali criticità emerse dal punto di vista degli enti locali, ponendo particolare attenzione al ruolo dei Comuni, soprattutto quelli di minori dimensioni, nel processo di pianificazione e autorizzazione, alla necessità di criteri uniformi a livello nazionale e di garantire un equilibrio tra sviluppo delle rinnovabili, tutela del suolo agricolo e valorizzazione delle aree già urbanizzate o compromesse.

Osservazioni e richieste Anci

L’associazione chiede in primis di essere coinvolta nella revisione del decreto ministeriale e dei criteri per la definizione delle aree idonee.

Per quanto riguarda la localizzazione degli impianti, sottolinea l’opportunità e l’esigenza di favorire e semplificare le installazioni in ambito urbano e sul costruito e relative superfici, riconoscendone la minore incidenza in termini di consumo di suolo e impatto paesaggistico. Al contrario, chiede di introdurre criteri più restrittivi per gli impianti su suolo non libero specie se agricolo per tutelare le superfici coltivate e il potenziale produttivo delle aree rurali.

In merito chiede di definire il concetto di “superficie agricola non utilizzata” prevedendo un orizzonte temporale minimo proposto in cinque anni di inattività colturale documentata.

Con riferimento agli impianti agrivoltaici, ritiene fondamentale eliminare o specificare con chiarezza le deroghe previste dalle “Linee Guida in materia di impianti agrivoltaici”. Gli enti locali auspicano un’attività di monitoraggio, verifica e condivisione per testare l’effetto della coesistenza di una produzione energetica e della produzione agricola.

L’associazione, più in generale, sottolinea la necessità di introdurre criteri omogenei per la classificazione delle aree idonee. Più nello specifico chiede di valorizzare in modo uniforme a livello regionale le aree dismesse a destinazione industriale, le aree da bonificare e le aree fortemente edificate riconoscendole come prioritarie per l’installazione di impianti FER. Non si ritengono al contrario aree automaticamente idonee quelle in cui vi è già alta densità di installazione di impianti.

Rispetto alla localizzazione e in particolare alle fasce di rispetto da beni tutelati, si propone al Mase l’opportunità di realizzare una mappatura cartografica di dettaglio.

Particolare attenzione viene posta al ruolo dei Comuni, soprattutto quelli di minori dimensioni, che secondo Anci dovrebbero essere maggiormente coinvolti nel processo autorizzativo per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. In questo contesto, l’associazione evidenzia come l’attuale configurazione della Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), che prevede il meccanismo del silenzioassenso e tempi estremamente ridotti, “non sia compatibile con le effettive capacità organizzative e tecniche dei Comuni più piccoli, i quali, nella maggior parte dei casi, non dispongono di risorse né di personale sufficientemente strutturato per valutare in tempi così ristretti la coerenza e la qualità dei progetti presentati”.

Si chiede pertanto una revisione della normativa vigente, con l’eliminazione del silenzioassenso nell’ambito della PAS, almeno per i Comuni al di sotto di una certa soglia demografica o in relazione ad impianti di particolare impatto/soglia di potenza.

In quest’ottica, Anci lancia un appello al governo per ottenere strumenti e risorse affinché ogni Comune possa dotarsi di una mappatura aggiornata delle superfici disponibili all’installazione di impianti da fonti rinnovabili e dell’eventuale presenza di aree idonee. Inoltre, chiede che si implementino e rafforzino le funzioni manageriali trasversali incardinate nelle amministrazioni e dedicate alla transizione energetica, a partire da quelle legate all’energy management.

Anci segnala infine l’urgenza di procedere “celermente” alla convocazione del tavolo di monitoraggio del Testo Unico per le autorizzazioni rinnovabili al fine di raccogliere le istanze in merito all’applicazione della norma e monitorarne andamento e criticità.

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