Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), il ministero della Cultura (MIC) e il ministero all’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) hanno rinunciato alla sospensione cautelare della sentenza sul DM Aree idonee del TAR Lazio.
A luglio i tre dicasteri hanno presentato ricorso contro la sentenza 9155/2025 del tribunale romano. Il 26 agosto si sarebbe dovuta tenere l’udienza cautelare presso il Consiglio di Stato (CdS), in esito alla quale si sarebbe potuta concretizzare la sospensione della sentenza appellata.
Tuttavia, l’udienza ieri non si è svolta a seguito di rinuncia depositata il 21 agosto dalle parti ricorrenti. Pertanto, per conoscere i prossimi sviluppi bisognerà attendere l’udienza di merito la cui data non è ancora stata fissata.
La scelta dei ministeri risulta insolita per le modalità, con la rinuncia alla possibilità di ottenere la sospensiva di una sentenza contro la quale hanno presentato ricorso appena il mese scorso.
“Ci troviamo di fronte a uno stallo alla messicana, in cui da una parte si attende un correttivo, dall’altra è stata impugnata la sentenza del TAR Lazio che annulla le previsioni troppo lasche del Decreto Aree Idonee e impone l’adozione di questo correttivo. Sullo sfondo c’è la Corte Costituzionale, particolarmente attesa per il tema Sardegna. La sensazione è che da parte ministeriale si sia voluto guadagnare tempo per comprendere come muoversi e far convergere le posizioni. La rinuncia a una sospensiva che avrebbe potuto avere il sapore di un autogol è sicuramente un segnale positivo, tuttavia non si è rinunciato al ricorso, il che lascia intendere che non vi è ancora coesione sull’introduzione del correttivo annunciato a giugno dal Ministro Picchetto Fratin”, ha commentato a pv magazine Italia Valeria Viti, partner dello studio legale PedersoliGattai.
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