Nella seconda Commissione del Consiglio regionale dell’Umbria prosegue con la consultazione di associazioni di categoria e comitati di cittadini l’iter di approfondimento disegno di legge sulle aree idonee approvato dalla giunta a luglio.
Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, ha detto di condividere lo schema del Ddl. “Bene il riconoscimento delle energie rinnovabili e l’attenzione data al tema degli accumuli. È però importante prestare molta attenzione alle normative nazionali per non rischiare di andare in contrapposizione. Sul tema dell’agrivoltaico è importante fare riferimento a norme nazionali ed europee. Sono importantissimi tempi certi per le autorizzazioni”, ha aggiunto.
Dagli interventi degli auditi, riporta una nota del Consiglio, è emersa una sostanziale condivisione rispetto all’impianto normativo e sull’urgenza di dotare la Regione Umbria di una apposita “legge equilibrata tra la transizione energetica e la tutela del paesaggio”.
Le proposte hanno riguardato principalmente la necessità di una maggiore semplificazione per la strutturazione delle comunità energetiche rinnovabili (CER). Massima importanza è stata data al tema della diversificazione delle diverse forme di produzione e stoccaggio dell’energia con l’auspicio di facilitare l’approccio alla collaborazione soprattutto tra le piccole e medie imprese.
Critica l’associazione energia del vento (Anev) secondo cui il Ddl presenterebbe “differenze rispetto al quadro normativo nazionale soprattutto in materia di aree idonee e procedimenti dei regimi amministrativi per l’autorizzazione degli impianti”. Simone Togni, presidente Anev, ha detto che la legge umbra “dispone misure restrittive e retroattive analoghe a quelle della legge regionale della Sardegna impugnata dalla Presidenza dei Consiglio dei Ministri”.
Nicola Stabile (Legacoop Umbria) ha sottolineato l’importanza di uno sviluppo senza grandi concentrazioni e vicino alle zone di consumo. “Auspichiamo che venga mitigato quanto previsto per l’organizzazione delle Cer soprattutto rispetto al comma che chiede di avere, già nella richiesta delle autorizzazioni, il numero necessario degli associati per la sua costituzione”, ha dichiarato.
Per Valeria Cardinali (Confapi) “serve facilitare le autorizzazioni attraverso la semplificazione dei percorsi con i Comuni e con un rapporto stretto tra associazioni di categoria”.
Carlo Di Somma (Confcooperative) ha espresso un giudizio positivo sul Ddl sottolineando però la necessità di rivedere il passaggio normativo relativo alla costituzione delle Cer.
Anna Chiacchierini (Coldiretti) ha rimarcato la “ferma contrarietà” al consumo di suolo fertile e, sulla legge, ha richiesto che “ulteriori precisazioni per capire meglio gli interventi che con questa legge si vorrebbero mettere in campo”.
Roberto Trovati (Confagricoltura) sulle CER ha evidenziato che “è importante dare l’opportunità di poter installare impianti fotovoltaici con una lettura coraggiosa quindi dare la possibilità ai consumatori di potersi associare anche in seguito”.
Roberto Volta (CIA) ha annunciato l’invio di un documento sottolineando la “piena approvazione del testo del Disegno di legge”.
Thomas De Luca, assessore regionale all’Energia, ha specificato che “la ratio” della legge è quella di “indirizzare, in una logica di governo e pianificazione del territorio, investimenti privati verso aree con vocazione idonea alla realizzazione di impianti Fer e riuscire a mantenere quanto più integre e conservate possibile altre aree”.
L’obiettivo è riuscire a disincentivare quanto più possibile la realizzazione di impianti in aree non idonee e incentivare e valorizzare la realizzazione di impianti in aree idonee dove le autorizzazioni prevedono la riduzione dei tempi di un terzo “e soprattutto non è vincolante il parere dell’autorità competente in materia paesaggistica”, ha specificato l’assessore.
Le aree non idonee sono quelle ad elevata probabilità di esito negativo. Rispetto all’intervento della legge su iter autorizzativi in essere “va detto che lo fa negli aspetti valutativi. Tra questi è richiesto, come in Emilia Romagna, un livello minimo di produzione di 2.300 ore annue di producibilità minima dell’impianto – ha dichiarato De Luca -. Altri criteri riguardano la sicurezza, la distanza dai centri abitati, aspetti che dovrebbero essere basilari in ogni progetto”.
Rispetto alla costituzione delle CER, “oggi nelle aree idonee e in quelle ordinarie le comunità energetiche beneficiano di tutte le agevolazioni previste dalla normativa nazionale”; rispetto alle opere di rete “all’interno della legge c’è una valutazione basata sul principio di prossimità”, ha puntualizzato il rappresentante di giunta.
Sul tema dell’agrivoltaico, le aree agricole vengono vietate all’installazione di moduli fotovoltaici a terra. “È quindi evidente che il consumo di suolo sia già assolutamente preservato”, ha detto De Luca.
Hanno partecipato all’audizione rappresentanti di: Legacoop Umbria, Confapi PMI Umbria, Confcooperative Umbria, Coldiretti Umbria, Confagricoltura Umbria, CIA Umbria, associazione Italia Solare, Coordinamento promotori petizione ‘No agli impianti eolici nell’Appennino. Difendiamo l’Umbria cuore verde d’Italia’, associazione Anev.
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