Durante l’audizione informale sull’atto di governo 294 “Schema di decreto legislativo recante codice degli incentivi”, Andrea Cristini, presidente di Anie Rinnovabili, ha chiesto che gli inverter e i sistemi di accumulo “made in EU” vengano inseriti tra le tecnologie che possono beneficiare dei meccanismi di supporto dei crediti di imposta per l’installazione di impianti rinnovabili e sistemi di accumulo presso le imprese in modo da sostenere le iniziative delle aziende che hanno avviato investimenti in nuova capacità produttiva, ivi incluse quelle che attingono ai fondi del decreto Mimit 14 giugno 2024.
L’associazione, ascoltata dalla X Commissione Attività produttive della Camera e IX Commissione Industria del Senato, ha inoltre chiesto il pieno recepimento dei criteri Nzia (Net zero industry act).
In particolare, Anie ritiene strategico introdurre forme di premialità per i prodotti “Made in EU”, estendendo le attuali previsioni del Piano Transizione 5.0 non soltanto ai moduli fotovoltaici, ma anche agli inverter e ai sistemi di accumulo. Il concetto di “Made in”, specifica l’associazione nella memoria depositata, va inteso “in chiave ampia, quale leva di sicurezza energetica e resilienza delle filiere, comprendendo non solo la manifattura ma anche lo sviluppo delle competenze professionali necessarie alla diffusione delle tecnologie verdi e digitali”.
In merito all’articolo 12 dello schema di decreto, relativo alle agevolazioni concedibili, Anie auspica che venga resa disponibile l’intensità massima di aiuto consentita dal quadro normativo europeo, anche mediante una più ampia cumulabilità delle misure, così “da rendere più attrattivo il contesto per nuovi investimenti”.
Relativamente ad altre parti del decreto legislativo, Anie ritiene fondamentale:
- assicurare un livello adeguato di semplificazione amministrativa, intervenendo sulla disciplina dei contratti di sviluppo e sugli strumenti maggiormente utilizzati dalle PMI;
- programmare gli incentivi su un orizzonte temporale di medio-lungo termine, evitando interruzioni o modifiche improvvise che si traducono in “stop and go” ed “effetti annuncio” dannosi per la competitività delle imprese italiane;
- rafforzare il coordinamento tra Amministrazioni centrali, Regioni e soggetti attuatori, così da ridurre sovrapposizioni e incertezze;
- valorizzare il contributo dei corpi intermedi in fase di progettazione degli strumenti, e non soltanto in sede correttiva, così da incorporare sin dall’inizio le competenze industriali e di mercato.
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