Correttivo Testo unico FER, le richieste di Confindustria

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Le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive) hanno ascoltato ieri Confindustria nell’ambito delle audizioni relative allo schema di decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo n. 190/2024, ovvero il Testo unico FER. Per centrare l’obiettivo di semplificazione che è presupposto della norma, l’organizzazione ha chiesto definizioni chiare per l’agrivoltaico, l’ampliamento delle aree idonee per il fotovoltaico, soglie e procedimenti calibrati e riconoscimento dello storage come infrastruttura strategica.

Tra le richieste della memoria depositata da Confindustria, rientra la revisione dei richiami al Testo unico dell’edilizia che reintroducono aggravi, eliminandoli o rendendoli automaticamente compatibili nelle aree idonee e nelle zone di accelerazione. Il principio dell’interesse pubblico prevalente dovrebbe essere immediatamente operativo senza rinvio al Consiglio dei ministri, così da dare certezza agli investimenti su fotovoltaico, agrivoltaico e accumuli. È inoltre ritenuta necessaria un’estensione della pubblica utilità e dell’esproprio non solo agli impianti ma anche alle infrastrutture propedeutiche alla costruzione ed esercizio, sia in procedura abilitativa semplificata (PAS) sia in autorizzazione unica (AU).

Contestualmente, Confindustria propone di rendere obbligatorio e potenziare l’uso della piattaforma Suer per tracciabilità, monitoraggio e alert sui ritardi procedimentali relativamente alle fonti energetiche rinnovabili (FER).

Relativamente alla pianificazione territoriale, si sollecita l’estensione delle aree idonee per il fotovoltaico a terra, includendo aree oggetto di bonifica, aree agricole contigue a destinazioni industriali entro 500 metri, miniere e aree non sottoposte a tutela paesaggistica. Per ridurre la frammentazione regionale e l’incertezza generata dal DM Aree Idonee e dal contenzioso, si chiede una mappatura coerente a livello nazionale e la designazione delle “zone di accelerazione” entro il 21 febbraio 2026, con termini autorizzativi ridotti e regole armonizzate.

Per l’agrivoltaico si ritiene essenziale introdurre nel correttivo una definizione normativa univoca e aggiornare le Linee guida ministeriali, abilitando in area agricola tutte le configurazioni tecniche che conciliano produzione agricola ed elettrica. La definizione dovrebbe accompagnarsi a criteri omogenei per le compensazioni territoriali e a un perimetro chiaro di “area occupata dall’impianto”, per evitare difformità applicative tra amministrazioni e migliorare bancabilità e tempi autorizzativi.

Per il fotovoltaico utility scale, Confindustria propone una rimodulazione delle soglie di competenza e del mix procedurale: edilizia libera per fotovoltaico e agrivoltaico con potenza inferiore a 10 MW nelle zone di accelerazione; PAS per impianti tra 10 e 20 MW; valutazione di impatto ambientale (VIA) nazionale oltre 20 MW; AU nazionale oltre 50 MW.

Per gli impianti di accumulo, l’organizzazione accoglie il reinserimento dello storage tra le opere di pubblica utilità, indifferibili e urgenti e chiede di chiarire che l’energia utilizzata per il funzionamento dei sistemi sia equiparata all’autoconsumo ai fini delle compensazioni economiche e ambientali. Propone inoltre l’AU nazionale per BESS oltre 10 MW, con estensione espressa della pubblica utilità ed esproprio alle infrastrutture indispensabili, che i ritardi imputabili ai gestori di rete non incidano sulla decadenza dei titoli e che i tempi dell’esproprio siano ridotti con procedura urgente e termini perentori.

Le audizioni sullo schema sono iniziate la scorsa settimana in cui sono state ascoltate anche Italia Solare e Alleanza per il fotovoltaico. Lunedì, invece, è stato il turno di Terna che ha chiesto di estendere alle infrastrutture di rete propedeutiche alle rinnovabili le semplificazioni previste per gli impianti di produzione.

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