FerZ, PedersoliGattai: misura interessante se si superano complessità e incapacità della rete

Share

Valeria Viti ed Elena Martignoni, rispettivamente partner e senior associate dello studio legale PedersoliGattai, hanno risposto ad alcune domande di pv magazine Italia per approfondire il FerZ, nuova misura incentivante del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) la cui bozza è in consultazione pubblica fino al 19 dicembre.

In un’altra intervista pubblicata ieri su queste pagine, Carlo Fonzi Cruciani, consultant di Key to Energy, ha detto che la misura rappresenta un cambio radicale di paradigma rispetto ai meccanismi storici poiché non viene incentivato l’asset ma il profilo, tramite la somma di diversi capitali fisici e virtuali.

Quali sono i punti principali del FerZ e le variabili ancora in sospeso? Quale il ruolo delle regole attuative per il FerZ? Quali sono le opportunità? Per quali soggetti nello specifico? Per gli aggregatori come trader e utility?

Lo schema di decreto è da poco stato posto in consultazione, segno che il percorso è ancora lungo e, se guardiamo alla gestazione del FerX, affatto scontato. In generale, la misura è molto interessante e conferma (francamente, non è sempre intuibile) che c’è una regia che presiede al sistema e alla riforma del mercato elettrico in particolare e che l’obiettivo centrale è sempre più focalizzato sulla stabilità del sistema e sul risparmio per i consumatori finali.

Il fine dichiarato di questo meccanismo è di garantire l’accesso a una compensazione a due vie rispetto a portafogli di impianti diversificati per tipologia di fonte e localizzazione, che siano in grado di assicurare una fornitura minima del 70% di energia oggetto di aggiudicazione sulla base di una fornitura di tipo baseload, dietro il prezzo di una remunerazione costante quindicennale, calcolata sulla quota di energia effettivamente immessa in rete e derivante da fonti rinnovabili. Chi aderisce è libero di scegliere il mix energetico oggetto di fornitura, da ripartire secondo la logica di segnali locazionali sottesi ai coefficienti da applicare alle offerte in riduzione che saranno individuati a monte dal Ministero con un apposito decreto.

Secondo l’attuale schema, potranno accedere al sostegno i progetti anche in sviluppo ammessi ad un albo. È previsto che questi progetti diventino operativi entro un “orizzonte di pianificazione” di 36 mesi e che l’energia sia remunerata sulla base di “contratti standard” di fornitura che impegneranno gli operatori a immettere in rete su base annua una quantità di energia rinnovabile da impianti “certificati”.

Il meccanismo presuppone per un regime sostenibile che tutta l’architettura del mercato funzioni alla perfezione e, quindi, da una parte che il Tide apra a nuovi soggetti la possibilità di operare sul Mercato del Bilanciamento e dall’altro che ci sia allineamento rispetto alle aste per l’acquisto di time shifting. Questo per consentire ai trader e alle utility che vorranno aderire al FerZ di disporre di meccanismi di backup per l’allocazione dei rischi che nascono dal contratto standard.

Se l’intuizione, a nostro parere, è assolutamente positiva – in attesa che la disciplina di dettaglio del GSE ci possa fornire coordinate maggiori per apprezzarne le potenzialità – temiamo però che, da una parte, che il meccanismo possa essere troppo “sofisticato” per essere pienamente sfruttato, presupponendo una prefigurazione degli scenari evolutivi del mercato elettrico in termini di esigenze di allocazione non per tutti disponibili, e dall’altra che l’appeal della misura rischi di essere fortemente scemato dalla incapacità attuale della rete elettrica – in assenza di riforme di sistema, pure attese – di reggere il passo con gli obiettivi di decarbonizzazione e gli impegni che saranno assunti da chi aderirà al meccanismo.

Quali sono le differenze principali con il FerX Transitorio? La decentralizzazione?

La differenza con il FerX transitorio è sostanziale: quest’ultimo incentiva la produzione di energia da fonte rinnovabile derivante da specifici asset, qui invece si incentiva l’energia rinnovabile tout court, nella direzione della ibridizzazione e combinazione tra le fonti. Si suggerisce inoltre una pianificazione delle iniziative, anche tenendo conto del burden sharing (oltre che dei coefficienti). Viene inoltre espressamente valorizzato il curtailment.

Che rapporti ha questo meccanismo con il Macse? E in generale con il mondo delle BESS?

Si tratta di meccanismi e configurazioni alternative (le BESS di per se non sono peraltro incluse tra le configurazioni ammesse al regime) ma che per effetto del FerZ trovano un incastro, anche in esito ai contratti di time shifting. L’allineamento con questi ultimi rende le due misure complementari e convergenti, sia nel senso di concorrere entrambe a bilanciare le esigenze di sviluppo della rete e della domanda di energia ma anche nel senso di consentire ai partecipanti al FerZ di mitigare il profilo di rischio correlato agli obblighi di fornitura di energia che saranno oggetto di aggiudicazione.

Quali le difficoltà contrattuali e i rischi operativi?

Al netto delle ovvie difficoltà di arrivare a meta per gli impianti in sviluppo, l’operatività del regime assume un virtuosismo di filiera (l’assegnatario ha, infatti, su di sé obblighi di resa e impegni economici diretti nei confronti del GSE) e una capacità di pianificazione che di per sé rappresentano un rischio operativo e anche una complessità contrattuale, soprattutto quanto a eventuali fasi patologiche.

Ci saranno delle aree geografiche, o meglio ci saranno delle installazioni in aree geografiche, favorite?

Difficile immaginarlo così in anticipo, probabilmente saranno favorite le zone dove ci sono maggiori consumi ma al momento è troppo presto per prevederlo.

Ci saranno requisiti di produzione nazionale/europea/non cinese?

Al momento è incentivata solo la nuova costruzione, senza limitazioni verso mercati più cheap. Tuttavia su questo la consultazione è aperta e vedremo dove ci porterà.

Credete che il fotovoltaico galleggiante, dopo aver floppato alla prima procedura dedicata nell’ambito del FER2, possa trovare più fortuna?

Credo che in questo caso non sia tanto la misura quanto la complessità economica e autorizzativa di questa configurazione che a nostro avviso ad oggi non favorisce il fotovoltaico galleggiante.

I presenti contenuti sono tutelati da diritti d’autore e non possono essere riutilizzati. Se desideri collaborare con noi e riutilizzare alcuni dei nostri contenuti, contatta: editors@nullpv-magazine.com.

Popular content

DL Energia, nella nuova bozza inserite le aree idonee: il testo
13 Novembre 2025 Individuate le aree idonee su terraferma, le aree idonee a mare e concessi esclusivamente interventi in attività libera sui siti Unesco.