Se la bozza del DL Energia venisse confermata in sede di Consiglio dei Ministri (CdM) nell’ultima versione circolata, “l’intero territorio dell’Umbria sarebbe di fatto qualificato come area non idonea, bloccando la transizione e rendendo impossibile il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Pniec”. A segnalare il problema è l’assessore umbro all’Ambiente e all’energia, Thomas De Luca.
L’assessore, in una nota, rivendica inoltre l’adozione della recente norma regionale sulle aree idonee che sarebbe propedeutica e appositamente realizzata a raggiungere l’obiettivo di potenza aggiuntiva per l’Umbria entro il 2030, pari a 1.756 MW.
L’articolo 11-bis, comma 4, lettera m) del testo in bozza, secondo De Luca, stabilisce “condizioni estremamente restrittive”. Le disposizioni “impongono distanze di rispetto indiscriminate anche per le comunità energetiche e per gli impianti destinati ai fabbisogni energetici delle famiglie e delle imprese, cosa che rende impraticabile l’individuazione di nuove aree per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Soprattutto renderebbe impossibile l’installazione su parcheggi e tetti, in un territorio come l’Umbria quasi integralmente vincolato”, afferma De Luca.
Per sbloccare “l’impasse e perseguire gli obiettivi di transizione”, l’assessore propone l’adozione di un principio di prevalenza di idoneità, “ovvero che le aree idonee, definite tra aree ambientalmente e paesaggisticamente compromesse (come ad esempio superfici edificate o caratterizzate dall’impermeabilizzazione del suolo), quelle non impattanti a livello visivo per l’eolico, soprattutto quelle a servizio dei fabbisogni energetici dei territori, siano considerate, esclusivamente per la loro superficie, prevalenti sulle aree non idonee”.
In conclusione della nota, De Luca ritiene “fondamentale” che il governo “riconosca il ruolo delle Regioni nell’identificare soluzioni pragmatiche che combinino la tutela del paesaggio con l’urgenza di raggiungere gli obiettivi del Pniec. Se la bozza del DL Energia fosse confermata, la transizione energetica in Umbria e Italia rischierà seriamente di fermarsi, andando in chiaro contrasto con le direttive europee”.
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