Nei primi sei mesi dell’anno la dinamica della transizione energetica italiana si conferma sul trend negativo del 2024: a metà anno l’indice Enea Ispread (Indice Sicurezza energetica, Prezzi energia, Decarbonizzazione) risulta in calo di oltre il 20% rispetto a un anno prima ed è al minimo della serie storica. È quanto emerge dall’analisi del sistema energetico italiano nel primo semestre 2025 condotta da Enea.
La dimensione più problematica si conferma la decarbonizzazione: nei prossimi cinque anni il tasso medio annuo di riduzione delle emissioni di CO2 dovrebbe attestarsi a circa il 6%, più del doppio del calo medio annuo registrato nell’ultimo quinquennio.
Le rinnovabili sono tornate a diminuire nel I semestre (-4%) dopo un biennio di crescita a doppia cifra, con un calo particolarmente negativo nel I trimestre (-8%). Il risultato è ascrivibile alle performance negative della produzione idroelettrica (-20% sul 2024) e dell’eolico (- 12%), compensate solo in parte dalla nuova crescita fotovoltaico (+23%) .
Lato prezzi dell’energia e competitività si è consolidato l’allargamento dello spread tra il prezzo dell’elettricità sulla Borsa italiana (120 €/MWh la media semestrale) e quello dei principali mercati europei (91 €/MWh in Germania, 62 €/MWh in Spagna, 67 €/MWh in Francia). La produzione industriale dei settori energy intensive resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quello dell’intera industria manufatturiera, che pure è sui minimi di lunghissimo periodo.
Nel sistema elettrico la nuova forte crescita della produzione fotovoltaica ha portato in tutti i principali Paesi europei a nuovi record di ore con prezzi zero o negativi (al 12% delle ore in Germania nel I semestre) e a forti incrementi della volatilità giornaliera. Anche sul mercato italiano si registra un aumento di prezzi zero e volatilità, ma in misura radicalmente inferiore (0,5% delle ore nella zona Sud), a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso.
Nel semestre le rinnovabili non programmabili hanno avuto andamenti opposti: l’eolico ha subito un forte calo, del 19% nei mesi invernali, dell’1% nei mesi primaverili. Il fotovoltaico, invece, in aumento secondo la stagionalità della fonte solare, è salito dagli 1.5 TWh di gennaio ai 5,7 TWh di giugno, con un aumento del 21% nell’insieme del semestre (rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente).
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