Aree idonee Umbria, l’Assemblea approva la legge

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L’Assemblea legislativa umbra ha approvato oggi in via definitiva il disegno di legge “Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro”. La norma individua le aree idonee puntando su superfici antropizzate o già compromesse. Per gli impianti ricadenti nelle aree idonee, i termini dei procedimenti autorizzativi sono ridotti di un terzo, e il parere paesaggistico, se previsto, è obbligatorio ma non vincolante.

La legge punta alla promozione dell’autoconsumo, il contrasto alla povertà energetica e la facilitazione per gli impianti domestici, l’incentivo alla costituzione di Comunità energetiche rinnovabili (CER) per il raggiungimento dell’autonomia energetica.

Il testo, ha dichiarato l’assessore Thomas De Luca, è frutto “di oltre 100 incontri sui territori, di sei assemblee plenarie a Norcia, Città di Castello, Orvieto, Foligno, Perugia e Terni, due incontri con Anci, audizioni con le associazioni di categoria prima della pre-adozione in Giunta, poi in Seconda commissione e quindi nelle loro sedi per illustrare il disegno di legge. Tutti hanno potuto esprimere le loro indicazioni”.

Aree idonee e non idonee

Sono considerate aree idonee, tra le altre, superfici e coperture di edifici, parcheggi, insediamenti produttivi esistenti o dismessi (con una zona di rispetto di 500 metri), discariche e cave cessate o abbandonate. Sono idonee le aree adiacenti alla rete autostradale (A1, E45, Terni-Orte e Perugia-Bettolle) e alle linee ferroviarie entro 300 metri. Definite idonee anche le aree dove ricadono impianti dedicati a Comunità Energetiche.

Sono considerate aree non idonee le zone di tutela e a rischio di dissesto idrogeologico e idraulico e le aree protette ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela, ad esempio anche i siti Unesco, la Rete Natura 2000, le praterie sommitali sopra i 900 metri e la fascia pedemontana olivata Assisi-Spoleto.

La non idoneità si applica con specifiche fasce di rispetto dal perimetro dei beni vincolati: 500 metri per fotovoltaico e agrivoltaico e 3.000 metri per gli impianti eolici. Per impianti di grande taglia, le aree non idonee si estendono fino a 2.000 metri dai recettori sensibili (centri abitati, scuole) e 3.000 metri dai beni tutelati.

“Fare impianti nelle aree idonee sarà semplice, veloce e a rischio zero. Presentare progetti in aree non idonee avrà un’elevata probabilità di esito negativo”, specifica una nota.

Garanzie progettuali finanziarie

La legge prevede che tutti i progetti abbiano “caratteristiche di alta qualità progettuale” dimostrata attraverso documentazione tecnica che comprenda anche la presentazione di una garanzia finanziaria nel caso di dimissione dell’impianto e la previsione di oneri istruttori nella misura dello 0,1% nel caso di progetti su aree idonee, 5% nel caso di aree idonee e che non sono dovuti nel caso di impianti dedicati a CER.

Comunità energetiche rinnovabili

La legge privilegia l’autoconsumo e le esigenze delle comunità locali. Viene eliminato l’obbligo di documentare preventivamente i fabbisogni energetici dei membri delle CER per favorire lo sviluppo graduale e l’ingresso di nuovi membri.

Agrivoltaico avanzato

Nelle aree non idonee, gli impianti agrivoltaici avanzati sono ammessi solo se a servizio di aziende agricole e zootecniche con sede in Umbria, e la cui attività realizzata al di sotto sia destinata ad agricoltura biologica certificata o a colture/allevamenti costituiti da razze e varietà autoctone di interesse agrario, garantendo l’integrazione nel paesaggio.

Ruolo dei Comuni e cartografia

La legge rafforza il ruolo degli enti locali nella pianificazione energetica. I Comuni che intendono tutelare i centri storici (Zone A) possono individuare zone non idonee all’installazione di impianti sulle coperture, a condizione che individuino aree idonee da destinare al soddisfacimento dei bisogni energetici degli utenti (domestici e non domestici) o superfici idonee alternative per l’autoconsumo.

La Giunta regionale prevede entro 120 giorni di produrre la mappatura ricognitiva delle aree idonee a bassa visibilità panoramica per l’eolico,ed entro 180 giorni la mappatura ricognitiva di tutte le aree idonee, distinta per tipologia di fonte rinnovabile, consultabile sulla piattaforma WebGis della Regione Umbria.

“Abbiamo stabilito che autoprodursi energia è un diritto – conclude l’assessore De Luca – che a decidere dove si fanno gli impianti sono lo Stato, le Regioni e i Comuni, non il mercato. Abbiamo stabilito che le aree dove si presentano progetti di impianti per le Comunità Energetiche sono aree idonee. Abbiamo stabilito che l’Umbria può autodeterminare il proprio futuro e quando gli strumenti per farlo sono nelle mani di tutti, questo significa pace democrazia e benessere. Oggi liberiamo le migliori energie dell’Umbria, ma questi strumenti bisogna cominciare a usarli e quindi si apre una nuova fase. Quello di un nuovo Piano energetico regionale che è fermo dal 2004 e con cui andremo a costruire le politiche attive, declinando la strategia nelle sedi territoriali per dare una risposta ai fabbisogni di ogni comune”.

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