Guardando al 2030, in esito ai risultati del Fer X transitorio, per il mondo del fotovoltaico quello siciliano è un mercato prossimo alla chiusura: restano 2,6 GW di target da aggiudicare. A raccontarlo è stato Tommaso Barbetti, partner di Elemens, nel corso di una presentazione alla decima edizione del Forum di Italia Solare, ieri (2 dicembre) a Roma.
Facendo il punto sui numeri del bando, Barbetti ha evidenziato che, a fronte di 1.387 manifestazioni d’interesse per 17.537 MW di capacità e 12,64 MW di taglia media, sono stati 818 i partecipanti effettivi (59%) per 10.070 MW (57%) e 12,31 MW di taglia media (-3%).
I vincitori del bando, come già riportato da pv magazine Italia, sono 474 per 7.698 MW di impianti con taglia media di 16,24 MW. Ne escono “sconfitti” 232 progetti per 1.425 MW, “ritirati” 72 per 745 MW ed esclusi 40 per 202 MW.

Guardando alla distribuzione geografica, l’area che ha attratto più partecipanti è stata la Sicilia con un totale di 4.011 MW di impianti proposti di cui 3.376 è risultato vincitore. Interessanti anche i dati sulla taglia: 3,2 GW di progetti sono oltre i 70 MW di potenza unitaria e circa 2,3 GW rientrano nella fascia 30-70 MW.

Guardando al prezzo di aggiudicazione (BID) medio ponderato è stato di 58,560 €/MWh considerando tutti i partecipanti. Per i vincitori si è assestato al di sotto con 56,825 €/MWh, mentre risulta decisamente più alto per gli sconfitti (68,034 €/MWh).

In ottica del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), se tutti gli impianti vincitori dovessero entrare in esercizio, per raggiungere l’obiettivo al 2030 resterebbero 30,3 GW di impianti da assegnare. La zona Sud, e in particolare la Sicilia, inizia a risultare affollata ma, evidenzia Elemens, il target “conservativo” potrebbe esser rivisto al rialzo. Al Nord, invece, il contingente ancora vacante è di 13,8 GW e al Centro pari a 9,8 GW.

Barbetti ha inoltre fatto il punto sul nuovo sistema fotovoltaico italiano. Con l’entrata in vigore del nuovo DL Trandizione 5.0 e aree idonee, e l’ampliamento delle “aree ordinarie” a discapito delle non idonee, secondo il partner di Elemens sono due le principali conseguenze: si utilizzerà meno la procedura abilitativa semplificata (PAS) per gli impianti piccoli e il concerto col ministero della Cultura (MIC) si renderà maggiormente necessario. Su quasi 500 pareri analizzati dalla società, il giudizio del MIC è negativo nell’80% dei casi in area ordinaria. La decisione ultima diverrebbe così politica e in mano al Consiglio dei ministri (Cdm), che nel 98% dei casi ha detto sì anche di fronte a parere negativo del MIC, ma mettendoci un tempo maggiore a 12 mesi. Il risultato che Elemens prevede è quindi un rallentamento nei procedimenti di sviluppo.
Per quanto riguarda il mondo delle imprese, gli esiti del Fer X sono un segnale positivo. Andrea Andreuzzi, energy market advisor di Confindustria, intervenendo al Forum ha detto che le aziende vedono nelle fonti energetiche rinnovabili (FER) un’opportunità per l’energia a più basso costo. “Far vedere che l’energy release permette 8 € MW/h in più rispetto al prezzo medio del Fer X lo inquadra come una misura molto più competitiva per uno sviluppatore rispetto al Fer X. Bisogna continuare ad alimentare un dialogo per arrivare ai PPA merchant senza bisogno di avere il GSE come camera di compensazione”, ha commentato Andreuzzi.
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