Guida completa ai progetti fotovoltaici per aziende in Italia

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1. Conformità normativa e requisiti di accesso: il progetto è realizzabile?

Sviluppare un impianto fotovoltaico per aziende in Italia non significa semplicemente “comprare moduli e cercare un tetto”. La possibilità normativa, le pratiche autorizzative e la conformità dell’impresa sono presupposti essenziali. Ecco i passaggi chiave che ogni azienda deve chiarire all’inizio.

(1)Politiche fotovoltaiche: determinano se il progetto vale la pena

Per capire se un progetto fotovoltaico aziendale conviene, bisogna valutare la solidità delle politiche di sostegno e la fluidità dell’iter autorizzativo. In Italia, la possibilità di accedere agli incentivi e la rapidità delle pratiche influenzano direttamente la redditività del progetto.

Attualmente esistono tre forme di sostegno:

  • Incentivo FER gestito dal GSE: tariffa fissa fino a 20 anni per impianti sopra i 200kW che abbiano completato registrazione e richiesta di connessione. La tariffa varia tra 80 e 120 €/MWh nel 2024.

  • Autoconsumo con Net Billing: l’impresa consuma l’energia prodotta e vende l’eccesso in rete al prezzo di mercato, con conguaglio annuale. È vantaggioso soprattutto per chi ha un’alta percentuale di autoconsumo e si trova in aree con prezzi energetici elevati, come il Sud Italia.

  • Incentivi fiscali locali: ammortamenti accelerati o esenzioni IMU, da verificare in base alla posizione dell’impianto.

Queste politiche influenzano il modello di rendimento. Un impianto con incentivi rientra mediamente in 5–8 anni, mentre senza incentivi serve un autoconsumo molto alto per garantire la redditività. È fondamentale verificare l’accesso agli incentivi già in fase iniziale.

L’iter autorizzativo è gestito a livello locale e può variare sensibilmente tra regioni e comuni. Include la presentazione della SCIA o DIA, eventuali verifiche strutturali o ambientali e la domanda di connessione al gestore di rete. Per gli incentivi, serve la registrazione al GSE e il superamento dei controlli tecnici.

In media, il ciclo autorizzativo dura 2–4 mesi, ma può allungarsi se l’impianto si trova in zona vincolata o in centro storico. È quindi importante stimare attentamente i tempi burocratici e organizzare acquisti e contratti di conseguenza.

(2)Vincoli in loco: determinano la realizzabilità effettiva

L’approvazione amministrativa non garantisce automaticamente la fattibilità operativa. Il rispetto delle normative tecniche sul sito è essenziale.

Vincoli strutturali dell’edificio

  • Il materiale del tetto permette l’installazione di guide o zavorre?

  • La struttura del capannone regge il carico? Serve un rinforzo?

  • Il tetto è in centro storico o in zona vincolata? Servono permessi aggiuntivi?

Normative antincendio e cablaggi

  • Sono rispettate le distanze minime per la sicurezza antincendio e dei cavi?

  • I cavi possono passare lungo il tetto, attraversare pareti o essere interrati? Serve autorizzazione comunale?

  • Il progetto include sistemi obbligatori come monitoraggio, messa a terra o segnaletica?

Suggerimento: È consigliabile prevedere fin da subito un sopralluogo tecnico con il personale EPC per verificare la conformità normativa in loco. Questo evita modifiche successive al progetto e migliora l’efficienza nell’esecuzione.

2. Ricerca delle risorse e accordi di collaborazione: da dove nasce il progetto?

Una volta verificata la fattibilità normativa e tecnica, resta la domanda chiave: da dove partire? I tetti idonei non si trovano per caso, serve una strategia mirata e multilivello per individuare quelli realmente disponibili e adatti.

(1)Scenari potenziali: quali tetti cercare?

Il valore di un tetto non dipende solo dal consumo energetico, ma soprattutto da fattori come:

  • Superficie ampia e piana, che consente più moduli e un costo per watt più basso;

  • Buon orientamento e assenza di ombreggiamenti, per massimizzare la produzione;

  • Struttura sana e senza amianto, per evitare costi di bonifica o rinforzi.

Gli scenari più interessanti sono:

  • Grandi capannoni industriali e magazzini logistici;

  • Centri commerciali e supermercati;

  • Edifici pubblici come scuole e ospedali;

  • Stabilimenti nei parchi industriali avanzati, soprattutto nel Nord Italia, dove l’affitto tetto capannone per fotovoltaico richiede tempismo e selezione.

Suggerimento: Definire da subito il profilo cliente in base a prezzo dell’energia, disponibilità del tetto e tipologia del proprietario. Evitare approcci generici come contattare indiscriminatamente chiunque abbia un tetto.

(2) Canali di risorse: dove trovare i progetti?

La ricerca di progetti fotovoltaici è frammentata e richiede un approccio su più fronti:

  • Enti locali e gestori di parchi industriali, che offrono opportunità attraverso piattaforme dedicate;

  • Ingegneri fotovoltaici ed EPC, tramite progetti già avviati o contatti diretti;

  • Associazioni di categoria e camere di commercio, tramite eventi e networking settoriale;

  • Piattaforme B2B come Energia Europa o Gruppi di Acquisto, utili per promuovere il modello di fotovoltaico senza investimento o affitto tetto;

  • Sopralluoghi e visite dirette, che possono rivelare opportunità spesso trascurate, soprattutto nelle PMI.

(3)Primo contatto: come avviare la trattativa?

Il primo contatto serve a capire se il sito è realmente idoneo, non a vendere subito. Verifica tre condizioni chiave:

  • Proprietà chiara: il tetto è dell’azienda? Ci sono vincoli?

  • Consumo stabile: autoconsumo annuo ≥60%;

  • Interesse alla collaborazione: disponibilità verso modelli come fotovoltaico senza investimento, revenue sharing o risparmio energetico certificato.

Suggerimento: Non proporre soluzioni complete al primo incontro. Meglio mostrare casi studio e strumenti di analisi personalizzata. Soprattutto nel Centro-Sud Italia, costruire fiducia è più importante del prezzo.

3. Valutazione di fattibilità: i controlli decisivi prima di procedere

Tra l’accordo preliminare e la realizzazione dell’impianto c’è una fase cruciale: verificare che il progetto sia davvero fattibile.

(1)Verifica iniziale

Dopo l’accordo, si parte subito con il sopralluogo e l’analisi preliminare:

  • Struttura del tetto: tipo di copertura (cemento, lamiera, eternit), idoneità e necessità di rinforzi;

  • Proprietà e diritti d’uso: verifica dei documenti catastali per confermare la piena disponibilità del tetto;

  • Vincoli urbanistici: controllare se il sito è in aree soggette a vincoli paesaggistici, centri storici o zone industriali sensibili.

Questa fase è la base di tutto lo sviluppo. Ignorare un vincolo può portare a dover rifare il progetto o, nei casi peggiori, a bloccarlo del tutto.

(2)Valutazione della connessione elettrica e della struttura di carico: il sistema è adeguato?

Anche con tetto e permessi in regola, l’impianto fotovoltaico è realizzabile solo se l’infrastruttura elettrica e la domanda energetica sono compatibili. È fondamentale verificare il consumo stabile dell’azienda, l’idoneità all’autoconsumo e la connessione alla rete.

Capacità del trasformatore e connessione:
Verificare che il trasformatore supporti l’impianto e che sia possibile immettere energia in rete. In caso di limiti tecnici, valutare la limitazione di potenza o la sostituzione del trasformatore.

Caratteristiche del carico:
Analizzare la curva di carico e la distribuzione dei consumi. Se la produzione solare coincide con i picchi di consumo (es. 12:00–16:00, con prezzi oltre 0,30 €/kWh), il modello in autoconsumo è particolarmente vantaggioso.

Verifica preliminare della connessione:
Attraverso E-Distribuzione o altri gestori, verificare la disponibilità di capacità al punto di connessione e le eventuali modifiche necessarie. Per impianti sopra i 200kW è essenziale controllare i requisiti tecnici per gli incentivi FER.

(3)Valutazione preliminare di redditività e rischi: ha senso andare avanti?

Prima della progettazione esecutiva o dei contratti, è necessario stimare rendimento e rischi. Anche senza un modello finanziario dettagliato, serve una valutazione preliminare della sostenibilità economica.

Struttura del rendimento:
In base a potenza, autoconsumo, differenza tra prezzo di acquisto e vendita e presenza di incentivi, si può stimare un ritorno orientativo.

  • Con incentivo FER e autoconsumo ≥40%, il payback è tra 5 e 8 anni.

  • Senza incentivi, ma con energia >0,25 €/kWh e autoconsumo ≥60%, resta comunque un progetto valido.

Formula di stima:
Rendimento annuo ≈ Produzione × % Autoconsumo × (Prezzo acquisto – Prezzo vendita) + Energia immessa × Prezzo vendita + Incentivi

Principali rischi e come mitigarli:

  • Rischi normativi: monitorare aste FER, aggiornamenti tariffari e possibili riduzioni degli incentivi. Pianificare scenari conservativi.

  • Tempi autorizzativi: considerare nei flussi di cassa attese di 2–4 mesi. Inserire nei contratti pagamenti a scaglioni o clausole di consegna condizionata.

  • Rischi tecnici o strutturali: prevedere nel contratto clausole di uscita legate alla fattibilità tecnica.

  • Piano B per la redditività: oltre al piano principale, calcolare uno scenario prudente (meno incentivi, autoconsumo medio) per confermare la sostenibilità.

Solo se il progetto supera queste verifiche, ha senso procedere con la progettazione, gli acquisti e la negoziazione. Altrimenti è meglio interrompere subito per evitare sprechi di tempo e risorse.

4. Sopralluogo e definizione della soluzione tecnica: il passaggio dal concetto alla realizzazione

Dopo la valutazione preliminare, il progetto entra nella fase operativa. Il sopralluogo tecnico è fondamentale per raccogliere dati essenziali e sviluppare una proposta tecnica concreta, base per il contratto e la realizzazione dell’impianto fotovoltaico per aziende.

(1)Aspetti chiave del sopralluogo

I tecnici devono rilevare in loco:

  • Dimensioni e area disponibile del tetto: misurazione precisa, spazi installabili, aree da escludere (tubi, lucernari, vie di fuga, ecc.);

  • Portata strutturale: verifica della compatibilità del tetto con il carico dei moduli e delle strutture, o necessità di rinforzi;

  • Percorsi di cablaggio e posizionamento apparecchi: definizione preliminare di inverter, quadri, string box e percorsi cavi, per evitare modifiche future;

  • Sicurezza e modalità d’installazione: verifica di eventuali vincoli per lavori in quota, necessità di permessi o attrezzature ausiliarie (ponteggi, sollevamenti, ecc.).

Il sopralluogo garantisce la fattibilità tecnica e operativa del progetto.

(2)Definizione della soluzione tecnica

La proposta tecnica deve bilanciare prestazioni, costi e fattibilità operativa, in base alle condizioni del sito e agli obiettivi aziendali.

  • Scelta dei moduli e layout: selezione di tecnologie ad alta efficienza (IBC, TOPCon, HJT) in base a orientamento, ombreggiamenti e condizioni termiche, per massimizzare la produzione;

  • Progettazione inverter e sistema: scelta tra inverter centralizzati o di stringa, considerando potenza installata, layout e costi di manutenzione;

  • Conformità rete e antincendio: definizione preliminare della capacità di connessione, delle distanze elettriche e dei corridoi antincendio, per evitare problemi autorizzativi o in cantiere;

  • Compatibilità con futuri ampliamenti o accumulo: predisposizione di spazi, canaline e interfacce per facilitare future espansioni o l’aggiunta di sistemi di accumulo.

Una volta definita la soluzione tecnica, si procede parallelamente alla preparazione dell’offerta economica e del contratto, garantendo basi progettuali solide e realizzabili.

Compatibilità delle tecnologie dei moduli in base alle tipologie di tetto

Tabella di compatibilità delle tecnologie dei moduli in base alle condizioni del tetto

Condizioni del tetto Tecnologia consigliata Vantaggi principali Scenari tipici di applicazione
Alta temperatura, struttura leggera IBC Basso coefficiente di temperatura, estetica, peso ridotto Stabilimenti con tetto in lamiera, edifici di brand
Ambiente industriale standard TOPCon Basso costo, buona compatibilità Progetti fotovoltaici aziendali di media e grande scala
Alta irradiazione, carico di picco HJT Prestazioni elevate ad alta temperatura, bassa degradazione Aree mediterranee o con picchi di consumo nelle ore centrali

5. Definizione dell’intesa e firma del contratto: dal progetto tecnico all’impegno legale

Completata la progettazione tecnica e il preventivo, il progetto deve passare rapidamente alla formalizzazione legale, trasformando la proposta in un contratto vincolante.

(1)Clausole chiave e firma dell’accordo

Il contratto può essere basato su modelli come PPA, EPC o ibridi (EPC + O&M), adattati in base agli accordi tra le parti. Le clausole principali includono:

  • Ripartizione delle responsabilità: acquisti, gestione cantiere, pratiche di connessione;

  • Scadenze: tempistiche per autorizzazioni, forniture e collaudo;

  • Pagamenti: acconto, avanzamento lavori, saldo o rate legate alla produzione;

  • Gestione dei rischi: penali, forza maggiore, diritto di recesso.

È fondamentale che il team verifichi la reale fattibilità operativa di ogni clausola, per evitare incongruenze tra contratto e realtà.

(2)Offerte e acquisti: garantire le risorse

Dopo la firma, si avviano subito gli ordini per moduli, inverter, strutture e servizi. Il coordinamento, preferibilmente affidato a un EPC contractor, assicura coerenza tra contratto e progetto tecnico, evitando modifiche e ritardi.

Tre aspetti critici:

  • Contratti personalizzati: evitare modelli standard. Le normative su incentivi e connessioni variano per regione, serve il supporto di consulenti esperti.

  • Adeguamento normativo: per gli incentivi FER, servono verifiche su scadenze e configurazioni tecniche prima della firma.

  • Flessibilità: prevedere margini su avvio lavori e pagamenti, per gestire imprevisti o tempi legati ai bandi.

La definizione tecnica, l’offerta economica e il contratto devono procedere insieme, per garantire un’esecuzione fluida e il rispetto delle scadenze.

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