Transizione 5.0: ITALIA SOLARE chiede correzione immediata del maxi-emendamento alla Legge di Bilancio che esclude i moduli “lettera a)” del registro ENEA

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ITALIA SOLARE segnala con preoccupazione gli effetti del recente maxi-emendamento 4.1000 del Governo all’art. 94 della Legge di Bilancio, che – con sole due settimane di preavviso – modifica l’accesso alla versione 2026 di Transizione 5.0, escludendo di fatto la quasi totalità dei produttori di moduli fotovoltaici europei oggi iscritti nel registro ENEA alla lettera a) 

Lo scorso 24 novembre ITALIA SOLARE ha trasmesso al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) un documento con osservazioni e proposte operative, con l’obiettivo di valorizzare le opportunità per promuovere la tecnologia europea nella filiera fotovoltaica. ITALIA SOLARE sottolineava come, pur non prevedendo l’attuale normativa europea un esplicito “Made in EU”, si è a conoscenza di un possibile cambio di orientamento della Commissione europea. È il momento di introdurre, senza esitazioni, il requisito “Made in EU” per avviare anche in Italia una filiera industriale del fotovoltaico, per realizzare un presidio tecnologico europeo e nuova occupazione qualificata.  

Il maxi-emendamento interviene sull’articolato prevedendo, tra l’altro, la seguente modifica: 

  • al comma 3, lettera b), secondo periodo, le parole «a), b) e c),» sono sostituite dalle seguenti: «b) e c),».  

Eppure, erano già presenti emendamenti bipartisan con proposte di minori aliquote per i moduli di tipo a) rispetto ai moduli di tipo b) e c). La modifica introdotta dal Governo rappresenta un cambio repentino che penalizza “il 90% delle imprese iscritte nel registro, di cui il 50% italiane”.  

 L’Associazione evidenzia che i 26 produttori europei iscritti nel registro ENEA con moduli alla lettera a) –13 italiani– stanno dimostrando capacità di produrre, sviluppare, migliorare i processi industriali e innovare tecnologie, contribuendo a valore, competenze e occupazione sul territorio europeo.  

Al contrario, l’attuale scelta – che consente l’accesso alla versione 2026 di Transizione 5.0 “solo ed esclusivamente” ai due produttori ad oggi iscritti nel registro ENEA con moduli alla lettera c) (di cui uno indicato come “in liquidazione”) – appare, per ITALIA SOLARE, incoerente con l’obiettivo di ricostruire un ecosistema europeo del fotovoltaico, in linea con indipendenza e sicurezza energetica degli approvvigionamenti e rafforzamento della base industriale europea nello spirito del Net Zero Industrial Act (NZIA).

Questo cambiamento normativo rischia di causare un impatto molto negativo sulle numerose aziende italiane produttrici di moduli, mettendo a rischio oltre mille occupati, tra diretti e indiretti. 

Per questi motivi, ITALIA SOLARE chiede una correzione normativa immediata che consenta nuovamente l’utilizzo dei moduli iscritti alla lettera a) del registro ENEA, con aliquote ridotte rispetto a quelle delle lettere b) e c), al fine di supportare in misura maggiore chi ha dimostrato di investire nella filiera a monte, garantendo un quadro normativo stabile e di lungo periodo, per creare le condizioni perché altri soggetti, anche tra gli attuali produttori di moduli, investano in linee celle. Avrebbe anche senso prevedere condizioni volte a promuovere investimenti in linee di produzione di wafer, lingotti e, auspicabilmente, anche polisilicio, oltre ai vetri solari e ogni altro componente utile alla produzione dei moduli fotovoltaici, per una resilienza europea reale.

Con l’occasione, ITALIA SOLARE ricorda la necessità di supportare adeguatamente nei provvedimenti nazionali anche gli inverter di produzione europea, in considerazione dell’importante e storico presidio tecnologico italiano del settore.