L’Italia nel mirino della Commissione europea per rallentamenti alle autorizzazioni per le rinnovabili

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La Commissione europea ha inviato un parere motivato a Italia, Bulgaria, Spagna, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia per non aver recepito nel diritto nazionale le norme dell’Unione che accelerano le procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile.

Nell’ultima settimana di settembre 2024 la Commissione aveva avviato una procedura d’infrazione inviando una lettera di messa in mora a 26 Stati membri per non aver recepito integralmente le disposizioni della Direttiva sulle energie rinnovabili (RED III). Tra i Paesi conivolti rientrava l’Italia.

L’infrazione fa riferimento alla direttiva 2413/2023 che fornisce nuove regole con l’intento di semplificare e abbreviare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile che per i progetti infrastrutturali necessari a integrare la capacità aggiuntiva nel sistema elettrico.

Il termine per il recepimento delle disposizioni previste nel diritto nazionale era il 1° luglio 2024.

Dopo aver esaminato le risposte degli otto Stati membri alla lettera inviata a fine settembre, la Commissione ha deciso di emettere pareri motivati nei confronti di Spagna, Italia, Cipro, Slovacchia e Svezia “per non aver notificato le misure di recepimento” e di Bulgaria, Francia e Paesi Bassi “per non aver fornito informazioni sufficientemente chiare e precise sul modo in cui le loro misure di recepimento attuano ciascuna delle disposizioni della direttiva”.

Gli otto Stati membri hanno ora due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione può decidere di deferire i casi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

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