La Comunità energetica rinnovabile Fondazione CER Italia nasce a Montevarchi, da una volontà che si è concretizzata nei primi mesi del 2022 su iniziativa del Comune in provincia di Arezzo, a cui di recente è stato conferito dal GSE il Premio Vivi, nell’ambito dell’iniziativa “Vivi – Territori vivibili”.
pv magazine Italia ha intervistato Silvia Chiassai Martini, presidente Fondazione Cer Italia e sindaco di Montevarchi.
pv magazine Italia: Sindaco, qual è la genesi della CER?
Silvia Chiassai Martini: L’idea alla base era quella di attivare un percorso di coinvolgimento diffuso della cittadinanza, delle imprese locali e del terzo settore, al fine di promuovere l’autoproduzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili. Dalla nascita ad oggi Fondazione CER Italia si è evoluta e, in seguito all’approvazione del decreto attuativo a gennaio 2024, grazie ad un ampliamento del raggio di azione previsto per le comunità energetiche, ha iniziato ad operare a livello nazionale”.
Chi sono i promotori oltre al Comune?
La Fondazione CER Italia è una fondazione di partecipazione costituita da due promotori: oltre al Comune di Montevarchi c’è la società Energy Montevarchi Srl, individuata tramite bando pubblico con un Partenariato Pubblico Privato. La governance è a controllo pubblico, con l’obiettivo di garantire trasparenza e controllo da parte delle istituzioni.
Attualmente quanti membri ha la CER?
Accoglie un’ampia varietà, circa 1000 da tutta Italia tra cittadini, PMI, grandi imprese, oltre 50 enti pubblici, che possono partecipare come consumatori, produttori oppure prosumer. L’adesione è libera, gratuita e non comporta alcun onere, rendendo la CER accessibile e inclusiva.
Quali impianti fotovoltaici alimentano la Comunità?
La produzione attuale della CER si basa su 230 kW di impianti fotovoltaici privati dislocati in diverse parte dell’Italia, quali Sicilia, nella provincia di Agrigento, e Piemonte, nelle province di Novara e Torino. Questi impianti fanno parte di configurazioni già attive ed hanno percepito l’acconto del GSE sull’energia condivisa, oltre a quelli del comune di Montevarchi, in parte già realizzati in diverse scuole e palestre ed in fase di attivazione. C’è anche la realizzazione dei restanti impianti per un investimento di 2,2 milioni e una potenza complessiva di 1,19 MWp, un fabbisogno coperto da questa potenza di circa 2.300 famiglie. In parallelo, è attivo un percorso per coinvolgere anche altre amministrazioni comunali, soprattutto quelle che possono usufruire dei fondi PNRR, per far crescere il numero dei nuovi produttori e prosumer, incentivando l’installazione di nuovi impianti su tetti, terreni e altre superfici idonee, oltre ad aver sottoscritto un protocollo d’intesa con Federidroelettrica per inserire all’interno della CER anche impianti in grado di produrre energia green h24.
Sono stati calcolati i benefici per i partecipanti?
L’energia prodotta viene monitorata e condivisa tra i membri della CER: i produttori e prosumer mettono in rete l’energia generata, mentre i consumatori ne usufruiscono ottimizzandone l’uso in base alle fasce orarie di maggiore produzione. Gli incentivi economici sono proporzionali all’energia condivisa: i consumatori possono risparmiare fino al 30% in bolletta, mentre i prosumer possono arrivare a un risparmio del 60%, sommando l’autoconsumo diretto e i benefici per l’energia ceduta alla CER.
Ci sono progetti di espansione?
Sì, la Fondazione CER Italia sta vivendo una fase di espansione significativa, oggi accoglie membri da tutta Italia e molte amministrazioni che vogliono diffondere l’opportunità della CER nelle loro comunità evitando tempi lunghi e burocrazia per creare una CER propria. Inoltre, la partnership con Enel Energia e la divulgazione dell’opportunità di entrare in Fondazione CER Italia con possibilità di risparmio sia per il consumo di energia green che per offerte di luce e gas più vantaggiose per i membri sta aiutando la divulgazione di questa opportunità ambientale, economica e sociale Inoltre, la proroga al 30 novembre della scadenza dei fondi PNRR sta favorendo nuove adesioni di Comuni sotto i 5.000 abitanti.
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