Parola Associati, Andrea Sticchi Damiani: regioni devono adeguare Ddl alla modifica del DM Aree Idonee da parte dei ministeri

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Il TAR ha emanato una pluralità di pronunce, tra loro distinte sotto il profilo processuale, che variano dalla dichiarazione di inammissibilità delle impugnazioni promosse da operatori contro il DM aree idonee, alla rimessione alla Corte Costituzionale delle questioni di legittimità della Legge Regionale Sardegna n. 20/2024 (nella parte in cui fissa divieti alla realizzazione di nuovi impianti in area idonea) e del DL Agricoltura (nella parte in cui non esclude dal divieto gli agrivoltaici semplici). Lo spiega il team energy dello studio ASD Andrea Sticchi Damiani.

“Tra esse, merita menzione la sentenza n. 09155/2025, con cui il TAR ha disposto il parziale annullamento del DM aree idonee, ritenendo illegittimi: (i) l’art. articolo 7, comma 3, del d.m. del 21 giugno 2024, nella parte in cui attribuisce alle regioni la facoltà di individuare una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela fino a un massimo di 7 chilometri;  (ii) la mancata previsione di una disciplina transitoria di salvaguardia dei procedimenti in corso; (iii) la mancata previsione di un contesto unitario di principi e criteri per l’esercizio da parte delle regioni del potere di individuare le aree idonee”, ha spiegato il team energy di ASD.

Si tratta di una pronuncia rilevante sia sotto il profilo processuale, sia sostanziale, continua lo studio.

“Da un lato, il TAR ha valorizzato la legittimazione del ricorso da parte delle associazioni di categoria, ritenendo che proprie le finalità statutarie consentano a tali soggetti un’azione giurisdizionale a salvaguardia dell’intero settore. Dall’altra, il TAR ha posto dei punti fermi. Non solo è confermato che le aree non idonee non possano configurarsi come divieti, ma il TAR ha valorizzato la necessità di una disciplina organica, che da un lato favorisca lo sviluppo delle rinnovabili, dall’altro consenta una disciplina uniforme sul territorio nazionale, che la “delega in bianco” originariamente riconosciuta alle Regioni poneva a rischio”, ha spiegato ASD.

La palla torna quindi alle amministrazioni, tenute a porre nuovamente mano al DM Aree idonee. Lo spiega Andrea Leonforte, partner a Parola Associati.

“Un importante effetto da segnalare per il settore rinnovabile è quello che comporta l’obbligo delle Regioni di adeguare le leggi regionali già approvate o i ddl in corso di discussione alla modifica del DM aree idonee da parte dei competenti Ministeri in relazione ai criteri sulle aree idonee e non idonee ed all’introduzione di un regime transitorio nonché alla decisione della Corte costituzionale sul divieto dell’art. 5 del DL Agricoltura”, ha detto Andrea Leonforte, partner a Parola Associati.

Secondo Leonforte l’eccezionalità della situazione e le ramificazioni della sentenza richiedono interventi d’urgenza.

“Al riguardo, tenuto conto dei tempi tecnici di un possibile appello avverso le sentenze del TAR Lazio e del giudizio di costituzionalità, al fine di non pregiudicare gli investimenti nel settore, sarebbe auspicabile un intervento legislativo di urgenza che, in attesa della definizione dei predetti giudizi, disponga il congelamento del processo legislativo regionale e la piena operatività del regime nazionale transitorio delle aree idonee di diritto”, ha aggiunto Leonforte.

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