WRAP UP – TAR Lazio, avvocati: pronunce destinate a cambiare il quadro normativo italiano

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Il TAR Lazio ha pubblicato oggi una pluralità di pronunce, tra cui una sentenza che annulla parzialmente il DM Aree Idonee, una sentenza che accoglie le questioni di legittimità costituzionale mosse dai ricorrenti al DL Agricoltura e un’ordinanza che apre anche a installazioni in aree non idonee. Lo spiegano a pv magazine Italia sei avvocati.

Parziale annullamento DM Aree Idonee

La sentenza n. 09155/2025 dispone il parziale annullamento del DM Aree idonee, spiegano il team energy dello studio Andrea Sticchi Damiani (ASD) e Marcello Astolfi dello studio legale Project-Lex.

Astolfi spiega che la sentenza ha annullato l’art. 7, commi 2 e 3 del DM 21 giugno 2024 nella parte in cui ha concesso alle regioni la facoltà di stabilire “una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto, proporzionata al bene oggetto di tutela, fino a un massimo di 7 km”.

Lo studio ASD sottolinea poi che la sentenza ritiene illegittima “la mancata previsione di una disciplina transitoria di salvaguardia dei procedimenti in corso e la mancata previsione di un contesto unitario di principi e criteri per l’esercizio da parte delle regioni del potere di individuare le aree idonee.”

In pratica, spiega lo studio Andrea Sticchi Damiani, il TAR ha valorizzato la necessità di una disciplina organica sul territorio nazionale. Il DM Aree Idonee invece rimandava alle regioni la responsabilità di definire quali aree fossero idonee e quali no.

Come chiarito dal ministro dell’Energia Gilberto Pichetto Fratin, questa sentenza sostanzialmente annulla parzialmente il decreto in questione, “dicendo che le aree non idonee non esistono, le aree che sono previste per legge non possono essere limitate e ridotte”.

La palla torna quindi alle amministrazioni, tenute a porre nuovamente mano al DM Aree idonee. Lo spiega Andrea Leonforte, partner a Parola Associati.

Questo “comporta l’obbligo delle regioni di adeguare le leggi regionali già approvate o i ddl in corso di discussione alla modifica del DM Aree idonee da parte dei competenti ministeri in relazione ai criteri sulle aree idonee e non idonee ed all’introduzione di un regime transitorio nonché alla decisione della Corte costituzionale sul divieto dell’art. 5 del DL Agricoltura”, ha detto Andrea Leonforte, partner a Parola Associati.

Tenuto conto dei tempi tecnici di un possibile appello contro le sentenze del TAR Lazio e del giudizio di costituzionalità, al fine di non pregiudicare gli investimenti nel settore, Leonforte ritiene auspicabile un intervento legislativo di urgenza che, in attesa della definizione dei predetti giudizi, “disponga il congelamento del processo legislativo regionale e la piena operatività del regime nazionale transitorio delle aree idonee di diritto”.

Seconda sentenza: DL Agricoltura

Tra le sentenze e ordinanze pubblicate nell’ambito dei ricorsi al DM Aree idonee, il TAR Lazio ha anche accolto le questioni di legittimità costituzionale mosse dalle ricorrenti al decreto legge n. 63/2024, ovvero il DL Agricoltura. Con la sentenza n. 9157/2025, il TAR ha definito “rilevanti e non manifestamente infondate” le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla ricorrente nei confronti del DL Agricoltura rinviando il giudizio alla Corte Costituzionale.

“Le ordinanze di rimessione alla Corte Costituzionale della questione di legittimità con riferimento al DL Agricoltura, infatti, hanno accolto integralmente le censure proposte dai ricorrenti, in particolare è stata censurata la violazione di tutta la disciplina unionale di favore per le energie rinnovabili, nonché la violazione della disciplina nazionale dettata con norme di rango primario e finalizzata alla possibilità di installare impianti fotovoltaici a terra in area agricola. Le ordinanze hanno inoltre stigmatizzato la decisione di non escludere dal divieto gli impianti agrivoltaici non avanzati”, ha spiegato a pv magazine Italia Carlo Comandè, avvocato che si è occupato, tra gli altri, dei ricorsi mossi da Erg e Iberdrola.

Le parti e le fonti hanno comunque suggerito di esercitare cautela, sottolineando che le sentenze e le ordinanze adottate dal TAR Lazio sono molte e molto diverse tra loro, richiedendo quindi diverse riletture.

Ordinanza

Il TAR Lazio ha pubblicato anche l’ordinanza n. 9168/2025 con cui ha affermato come principio generale che le regioni, nell’adozione del DM Aree idonee, non possono precludere a priori la realizzazione di impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili (FER) nelle aree individuate come “non idonee”. Il TAR ha pertanto rimesso al giudizio della Corte Costituzionale la legge sarda che violerebbe questo principio.

Come spiegato da Emilio Sani dello Studio Sani Zangrando, l’ordinanza ha chiesto un’analisi preventiva di costituzionalità della legge della Regione Sardegna da parte della Corte Costituzionale.

“I tempi della Corte Costituzionale non sono molto veloci. Temo che ci vorranno almeno nove mesi”, ha detto Sani a pv magazine Italia.

Background

Il DM Aree idonee, in quanto atto amministrativo, può essere annullato ma non rimesso a giudizio della Corte Costituzionale. Lo ha spiegato lo studio legale Vivani & Associati che ha assistito Rwe Renewables Italia, che ha chiesto l’annullamento del DM Aree Idonee.

Le sentenze sono atti tramite i quali il giudice decide in maniera definitiva sulla questione che gli è stata sottoposta. Le ordinanze sono invece provvedimenti a cui il giudice può ricorrere in fase decisionale, senza porre fine al processo.

“Va evidenziato come tutte le pronunce abbiano ritenuto che il DM Aree idonee non abbia innovato il regime delle aree non idonee e che, conseguentemente, le regioni nel normarle non potranno ritenerle come aree in cui possa ritenersi vietata l’installazione di impianti FER”, ha concluso Comandè.

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