Fotovoltaico a un bivio: come rendere l’industria e il settore sostenibili (senza incentivi)?

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Il mondo del fotovoltaico sta attraversando un periodo complesso, per questioni legali e normative, ma soprattutto per questioni economiche.

Questo vale sia per i produttori di pannelli che, almeno per ora, per i proprietari di progetti fotovoltaici. Questo si traduce spesso in incentivi, sia per la produzione di pannelli che per i produttori di energia da fotovoltaico.

“Il solare è una tecnologia completamente esposta a un’attività che non controlla. L’incentivo o la stabilizzazione del prezzo sono strumenti collegati al fatto che ci sono dei target da raggiungere. L’incentivo è la strada più semplice dal punto di vista del regolatore”, ha detto Paolo Pacciarini, principal presso Afry Management Consulting.

Secondo Dario Gallanti, partner di Our New Energy, tutti gli strumenti per stabilizzare i flussi di cassa degli investitori rimarranno centrali nei prossimi anni.

“Vedo che nei prossimi 3 anni il produttore si tiene aperte tutte le strade: PPA, Energy Release, FerX. Sarà di anno in anno che uno di questi tre metodi avrà un exploit; è fondamentale tenersi tutte le porte aperte”, ha detto Gallanti.

Gallanti, come Virginia Canazza, partner di Key to Energy, si aspetta una convergenza dei prezzi sui 65 €/MWh.

Canazza spiega che ogni progetto dovrà definire una propria strategia, in funzione della localizzazione geografica, ma anche di altre considerazioni.

“Dal punto di vista di chi valuta l’opportunità, bisogna prendere in considerazione le specificità del progetto, ovvero confrontare il costo cumulato proprio rispetto ai progetti competitor: nella strategia d’asta è bene valutare il proprio posizionamento rispetto a quello dei competitor attesi”, ha detto la partner di Key to Energy.

Secondo Canazza, visto il livello di domanda e offerta, le aste del FerX saranno molto competitive.

“Ci sono una serie di elementi che vanno quantificati. Il FerX è un meccanismo di protezione contro l’effetto curtailment. L’unico rischio che rimane è l’obbligo di partecipazione al mercato per il servizio di distaccamento (MSD). Per accedervi è necessario dotarsi di meccanismi di controllo che rappresentano un incremento di costo”, ha detto Canazza, durante la parte della vertical organizzata da Green Horse.

Produzione di moduli fotovoltaici

La prima parte della vertical in corso, durante la seconda giornata del NetZero Milano, è stata invece organizzata da pv magazine. Focus sulla produzione di moduli.

Sonia Dunlop, AD di Global Solar Council, si aspetta una diminuzione dei prezzi dei moduli, fino a raggiungere i 5 centesimi al watt, scendendo ulteriormente dai 9-10 centesimi attuali, che stanno già portando diversi produttori cinesi a riportare delle perdite, quantificabili nel 10% delle vendite.

Gli attuali prezzi dei pannelli sono anche dovuti a delle perdite di tutta la supply chain. Secondo Yana Hryshko, analista di Wood Mackenzie, questo è dovuto anche ai costi del polisilicio, crollati dell’82% dal 2022.

La situazione attuale è che anche i produttori di componenti necessari per la produzione di moduli stanno perdendo.

“Nell’ultimo anno i produttori integrati verticalmente hanno perso più profitti rispetto ai produttori di moduli puri”, ha detto Hryshko, sottolineando però che diversi produttori di moduli sono “too big to fail” perché il loro fallimento avrebbe un effetto sull’intera industria (anche d’immagine). Avrebbe poi delle ramificazioni politiche.

“La politica cinese non si può permettere di far fallire certi produttori di pannelli cinesi”, ha detto Hryshko.

La politica è anche legata al costo del capitale, importante non solo per i produttori di pannelli, ma anche per gli investitori in progetti fotovoltaici. La diminuzione dei tassi di interesse potrebbe aumentare le installazioni in diverse parti del mondo, ha sottolineato Dunlop.

Ricerca e sviluppo

La politica però non sembra dare le certezze per garantire la sostenibilità dei produttori di pannelli e gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, centrali in un momento di forte competitività.

In termini di tecnologia, Joris Libal, project manager di ISC Konstanz, si aspetta un aumento del back contact.

In generale gli esperti sono d’accordo sul fatto che diverse tecnologie coesisteranno, anche se la maggioranza si aspetta una crescita appunto del back-contact, che potrebbe diventare la tecnologia dominante a partire dal 2030.

Francesco Emmolo, general manager Italy & Greece dell’unità utility business di Longi, che riporta che la società in cui lavora ha sostanzialmente metà delle quote del mercato eterogiunzione/back contact, sostiene che tutte le aziende cinesi sono in perdita, ma che lo sviluppo rimane comunque positivo, perché aumenta la competizione e la concorrenza.

“Il mercato ha raggiunto livelli di efficienza e costi impensabili fino a pochi anni fa”, ha detto Alberto Cuter, vicepresidente Latam&Italy di JinkoSolar.

Marina Foti, head of advanced technology development di 3Sun, sostiene che c’è ancora molto da fare per aumentare l’efficienza della tecnologica dei moduli. Foti ricorda che la fabbrica 3Sun è ormai già pronta, ma che sono necessari flussi di cassa per procedere, soprattutto nel lungo periodo.

“Il meccanismo Transizione 5.0. ci aiuta, ma dobbiamo pensare a quando questo meccanismo terminerà”, ha detto Foti.

Alessandro Barin, AD di FuturaSun, ha poi commentato, sottolineando che i produttori cinesi non sono comparabili con i produttori italiani, per questioni di economie di scale.

“Parliamo proprio di due campionati diversi”, ha detto Barin.

Alla domanda su quando la tecnologia tandem verrà prodotta su larga scala, alcune differenze di vedute: 2028 per 3Sun, 2030/2031 per Longi, 2031/2032 per JinkoSolar. FuturaSun non ha risposto, ma ha ricordato di avere una start up a Roma che sta portando avanti ricerca in materia.

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