Decisioni del TAR Lazio su DM Aree Idonee creano buco normativo utilizzabile dagli sviluppatori

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Mauro Moroni chiede però di procedere con cautela, per evitare confusione e tensioni. “Gli sviluppatori che hanno una pipeline autorizzativa congelata dalle restrizioni ora annullate sono i primi a poter rimettere in moto i motori”, ha detto Moroni a pv magazine Italia.

pv magazine: Con le decisioni del TAR Lazio si crea un vuoto normativo. Alcuni operatori sono interessati a usare questa fase. Cosa potrebbe succedere? 

Mauro Moroni: Il TAR Lazio ha mandato gambe all’aria uno dei capisaldi del DM Aree Idonee. In pratica, ha detto: “Quelle regole erano illegittime, non potete inventarvi altri vincoli oltre a quelli già stabiliti a livello statale”. Risultato? Un bel buco normativo. E, come in ogni vuoto, qualcuno ci vede subito uno spazio per agire. Molti sviluppatori stanno pensando di approfittare di questo momento per far partire nuovi progetti o rimettere in carreggiata quelli che erano stati stoppati dalle regioni. Perché oggi, senza quei vincoli aggiuntivi, alcune aree tornano potenzialmente “papabili”. È una finestra temporanea, forse breve, ma chi ha una pipeline pronta può tentare il colpo. Attenzione però: questa non è una stagione di caccia libera. Le norme statali restano in vigore, così come le tutele ambientali e paesaggistiche. E soprattutto, il ministero potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato. Se lo fa, e la sentenza viene sospesa, potremmo tornare nel caos normativo nel giro di poche settimane. Nel frattempo, le regioni potrebbero reagire con interpretazioni creative o limitative che rischiano di rimettere tutto in discussione. Insomma: si può correre, ma con il casco ben allacciato.

Quali le opportunità? Quali soggetti sono i principali vincitori in questo contesto? Gli sviluppatori? Gli IPP?

In un settore come quello delle rinnovabili, dove le regole cambiano più in fretta dei prezzi di mercato, non vince chi aspetta la norma perfetta: vince chi si muove mentre gli altri stanno ancora leggendo le FAQ. E in questo scenario, il vantaggio va nettamente a chi è già strutturato. Gli sviluppatori che hanno una pipeline autorizzativa congelata dalle restrizioni ora annullate sono i primi a poter rimettere in moto i motori. Certo, non è tutto oro. Le banche non hanno mai amato l’incertezza, e questo clima post-sentenza non è esattamente il paradiso della bancabilità. E poi c’è un rischio politico e normativo non trascurabile: se si scatena una corsa sfrenata a nuove autorizzazioni, è probabile che il legislatore reagisca con nuovi freni, anche se penso non ci sia il reale tempo necessario prima dell’arrivo di nuove norme. Chi vince davvero? Chi aveva progetti avanzati che poi aveva congelato… magari questa pausa di qualche mese potrebbe fare la differenza. 

Ci dobbiamo aspettare un aumento dei progetti fotovoltaici nei prossimi mesi? In quale/quali fase/fasi?

La risposta breve è sì, ma non sarà un boom alla cieca. Gli operatori più attivi stanno già riprendendo in mano i progetti lasciati in sospeso e analizzando con attenzione dove poter procedere in assenza dei vincoli regionali cancellati dal TAR. Ma la crescita sarà più visibile in alcune fasi specifiche. Nel breve, si sbloccheranno i progetti “quasi pronti”, quelli magari già presentati e ostacolati solo da una fascia di rispetto troppo ampia. Nel medio termine, se il ministero non impugna e il nuovo DM viene riscritto con equilibrio, potremmo vedere un incremento concreto anche sul fronte delle nuove richieste. Il vero rischio? Che la mole di richieste mandi in tilt gli uffici regionali, già oggi spesso in affanno. E che questo rallenti proprio i progetti più solidi, quelli che avrebbero meritato una corsia preferenziale. Serve quindi anche un pressing politico e istituzionale per dare al permitting le risorse che merita. Nel complesso però, lo scenario si è sbloccato. Non siamo ancora (e forse e giustamente non saremo mai) nel “via libera totale”, ma siamo inaspettatamente e momentaneamente fuori dalla palude. Ora bisogna solo sapere dove mettere i piedi.

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