Fotovoltaico alpino per le telecomunicazioni, i dettagli degli impianti della Radiotelevisione di Bolzano

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La Radiotelevisione Azienda Speciale della Provincia di Bolzano (RAS) ha recentemente attivato il suo 14° impianto fotovoltaico presso la postazione ricetrasmittente di Monte Cavallo (Rosskopf), sopra Vipiteno. pv magazine Italia ha intervistato Michael Stuefer della RAS.

L’impianto ha una potenza nominale di 9,9 kW e garantisce l’autosufficienza energetica della struttura e fornisce elettricità anche agli altri servizi e operatori di telecomunicazione presenti sul sito. La postazione, situata a 1.885 metri sul livello del mare, rappresenta il nodo trasmissivo di riferimento per Vipiteno e i comuni limitrofi, con una copertura complessiva di circa 10.000 utenti. La scelta di dotare queste infrastrutture di impianti fotovoltaici segue una strategia precisa della RAS: ridurre l’impatto ambientale dei servizi di trasmissione e contribuire alla produzione di energia rinnovabile in un contesto delicato come quello alpino.

Un percorso iniziato 19 anni fa

“Il nostro primo impianto risale al 1996, sulla postazione di Cima Capra nelle Alpi Sarentine” racconta Stuefer. “Allora produceva appena 3 kW, oggi – con la stessa superficie – sarebbe in grado di generare fino a 8 kWp. Serviva principalmente ad alimentare accumulatori a piombo che garantivano autonomia ai ponti radio in assenza di rete elettrica”.

L’esperienza positiva e, successivamente, gli incentivi per l’immissione in rete portarono la RAS, nel 2012, a realizzare due nuovi impianti: “La gestione si dimostrò soddisfacente sia dal punto di vista dell’installazione che della manutenzione. Questo ci ha spinti a pianificare ulteriori progetti: oggi ne abbiamo 14 operativi e altri tre entreranno in funzione entro la fine dell’anno. Purtroppo, non tutti siti favoriscono il montaggio di un impianto fotovoltaico, ma lì dové sensato si continuerà la strada intrapresa”.

Stuefer ha spiegato che è stato deciso di usufruire di tutto lo spazio offerto del tetto della casetta e per quanto riguarda l’accumulo, al momento non sono installati sistemi di battery storage, ma gli inverter scelti sono già predisposti per un eventuale collegamento futuro. L’energia prodotta in eccesso viene immessa direttamente in rete, a beneficio anche degli altri operatori presenti sul sito.

Il tecnico della RAS sottolinea che i programmi televisivi e i collegamenti in ponti radio funzionano in modo continuo 24 ore al giorno 7 giorni la settimana e “perciò l’energia del fotovoltaico per sua natura copre comunque una sola parte del fabbisogno”.

I dettagli dell’impianto

L’impianto fotovoltaico realizzato dalla RAS sulla postazione di Monte Cavallo si sviluppa su una superficie complessiva di circa 60 metri quadrati di tetto, dove sono stati installati 22 moduli fotovoltaici TRINA da 450 Watt, ciascuno equipaggiato con ottimizzatori di potenza SolarEdge S500. La configurazione complessiva permette di raggiungere una potenza nominale di 9,9 kWp, con una produzione annua stimata in circa 13.000 kWh. A gestire il flusso energetico è un inverter trifase SolarEdge SE10K-SET, predisposto anche per un eventuale futuro collegamento a sistemi di accumulo. L’intera infrastruttura poggia su una struttura portante in ferro zincato e alluminio, fissata su basamenti in cemento, pensata per resistere a vento, ghiaccio e carichi nevosi tipici dei 1.885 metri di quota in cui si trova la stazione. Inoltre, per il monitoraggio degli impianti RAS utilizza piattaforma e dispositivi “Solar-Log”.

Realizzare impianti fotovoltaici in montagna vuole dire fare i conti anche con la neve, il ghiaccio e il vento. Lo spiega nel dettaglio Stuefer. “Il periodo ideale di installazione di un impianto in quota è sicuramente l’estate. I panelli stessi devono essere installati su una struttura portante che anche d’inverno faccia sporgere i panelli. L’inclinamento dei panelli deve essere tale di facilitare lo scivolamento della neve, senza accumularsi al punto più basso”.

Per l’installazione è stata scelta l’altezza di un metro minimo, “un’inclinazione piuttosto alta aiuta anche alla pulizia in caso di pioggia. L’impianto fotovoltaico si deve installare spaziato dal traliccio in modo che l’eventuale ghiaccio che cade dalle antenne non causi danni. Infine, una robusta struttura meccanica aiuta anche a sopportare le raffiche di vento forti”.

Da qui l’osservazione che “il vento in montagna tira spesso, ma nei maggior casi non con una costanza affidabile per giustificare un impianto eolico. L’impatto visivo di una tale struttura renderebbe l’ammissione da parte della tutela del paesaggio anche più complicata. Inoltre, la manutenzione in montagna di un generatore eolico è più impegnativo che di un generatore fotovoltaico”.

Con un sorriso, Stuefer parla anche di un aspetto positivo dell’installazione in quota: “i pannelli sono costantemente raffreddati dal vento: questo permette prestazioni anche superiori a quelle nominali”.

 

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