Linee guida anti-incendio, esperto: cambieranno la progettazione degli impianti

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pv magazine Italia ha avuto il piacere di parlare con Luca Perrone, titolare di STP Progetti, per capire meglio le linee guida DCPREV 14030: un approccio più articolato e complessivo, che include le manutenzioni e la progettazione degli impianti fotovoltaici, per i nuovi impianti e le modifiche sostanziali. Perrone spiega cosa voglia dire modifica sostanziale, sottolineando che l’introduzione di BESS rientra nella casistica. “La vera novità riguarda la chiarificazione sulle coperture a shed, un tema che in passato ha lasciato ampio margine all’interpretazione dei professionisti e che oggi, finalmente, viene regolamentato in modo chiaro ed esplicito”, ha detto Perrone.

Può riassumere le maggiori novità delle nuove linee guida DCPREV 14030?

Le nuove linee guida introducono un approccio più strutturato rispetto al passato includendo, in maniera definitiva, pergole, tettoie e pensiline collegate agli edifici. Viene poi chiarita la distinzione tra impianti applicati sull’involucro edilizio (BAPV) e quelli integrati nell’edificio (BIPV), con misure di prevenzione incendi calibrate in base alla modalità di posa. Per i BAPV sono stati definiti nuovi parametri geometrici, oltre a una revisione dei criteri di classificazione in termini di reazione e resistenza al fuoco del sistema pannello–copertura.

Un’altra novità rilevante è l’introduzione di un capitolo interamente dedicato alle manutenzioni e alle verifiche, che rafforza l’attenzione sul corretto esercizio degli impianti. Infine, viene richiamata in modo esplicito la necessità di valutare i rischi connessi ai sistemi di accumulo al litio (BESS), un tema ormai centrale vista la loro crescente diffusione.

Luca Perrone

Immagine: STP Progetti

Secondo le linee guida, i pannelli devono essere raggruppati in sottoinsiemi di massimo 20 m per lato, separati da percorsi privi di impianti larghi almeno 2 m; fascia libera di 1 m in prossimità dei bordi della copertura. Cosa cambia e perché rilevante in questo campo?

Queste prescrizioni hanno due finalità: migliorare l’accessibilità per i soccorritori e ridurre il rischio di propagazione dell’incendio all’interno del campo fotovoltaico. È un cambiamento rilevante perché condiziona direttamente la progettazione e disposizione dei moduli evitando le coperture “tappezzate” di moduli che siamo abituati a vedere, inoltre alcuni studi, individuano come siano sufficienti due soli metri per evitare la propagazione degli incendi negli impianti fotovoltaici.

Da quanto capisco queste linee guida sono vincolanti per nuove installazioni e modifiche sostanziali, mentre per impianti già denunciati o progettati prima dell’entrata in vigore si applicano regimi transitori. Come si definisce una modifica sostanziale?

La guida si applica dal 1/09/2025 alle nuove installazioni e alle modifiche sostanziali; niente regime transitorio, restano esclusi solo gli impianti già denunciati o progettati con data certa precedente. Nei seminari VVF [Vigili del Fuoco] si era ipotizzata una fase transitoria, ma non compare in circolare, creando criticità per i cantieri in corso. Per “modifica sostanziale” si intende qualsiasi intervento che aggrava il rischio incendio o cambia la configurazione rilevante: ampliamenti del generatore (nuove sezioni di impianto), sostituzione inverter/moduli con tecnologie diverse, introduzione di BESS, spostamento di quadri/percorsi cavi o variazioni del layout che incidono su distanze, vie d’esodo e interazioni con EFC.

Il testo introduce la distinzione fra impianti BAPV (applicati sull’involucro edilizio) e BIPV (integrati) e per i sistemi d’accumulo si sottolinea l’obbligo di valutazione del rischio specifico se presenti sistemi BESS agli ioni di litio, con riferimento alle Linee guida dedicate ai BESS. Cosa vuol dire in pratica?

La distinzione BAPV/BIPV non è solo terminologica: cambia il modo di affrontare la sicurezza. Nei BAPV i pannelli sono un corpo aggiunto e serve evitare la propagazione del fuoco con regole precise sul sistema pannello–copertura, mentre nei BIPV i moduli diventano parte dell’edificio e devono garantire prestazioni di reazione al fuoco come veri elementi costruttivi. Per i BESS al litio, invece, è obbligatoria una valutazione specifica del rischio incendio ed esplosione, con attenzione a ventilazione, distanze e protezioni contro il thermal runaway. Nella pratica vuol dire che la progettazione dell’impianto fotovoltaico dovrà essere effettuata di concerto con i professionisti antincendio, analizzando volta per volta i singoli casi e potrà succedere, a mio parere, che il costo per rendere possibile l’installazione dell’impianto fotovoltaico faccia saltare l’operazione.

I pannelli e componenti rilevanti (inverter, quadri, condutture) devono rispettare una distanza minima di 1 m da evacuatori di fumo/calore, lucernari, camini e aperture; su coperture a shed con finestre, previste specifiche distanze e misure compensative se ridotte. In questo campo cosa succede? Quali le maggiori novità?

La prescrizione della distanza minima di 1 metro da EFC, lucernari e camini non rappresenta una novità: era già contemplata nelle precedenti circolari e la riteniamo assolutamente corretta. La vera novità riguarda la chiarificazione sulle coperture a shed, un tema che in passato ha lasciato ampio margine all’interpretazione dei professionisti e che oggi, finalmente, viene regolamentato in modo chiaro ed esplicito.

Ogni impianto deve avere un dispositivo in posizione segnalata e accessibile ai soccorritori per il sezionamento completo dalla rete elettrica e gli obblighi di manutenzioni riportate nel registro prescrivono almeno verifica biennale ai fini del rischio incendio. Questo potrebbe comportare un aumento dei costi?

La presenza di un pulsante di sgancio era già chiara, ma oggi viene specificato che il sezionamento deve avvenire sia lato AC che DC, a prescindere dalla posizione degli inverter, un chiarimento atteso. Sulla manutenzione, troppo spesso trascurata nei piccoli impianti, è giusto riportarla al centro, riteniamo che non incida sul business plan, perché i costi restano marginali rispetto ai benefici in termini di sicurezza.

In generale si aspetta che le nuove linee guida possano aumentare i costi di manutenzione?

Per chi ha sempre gestito la manutenzione in modo strutturato e conforme alle norme, non ci saranno extracosti significativi: si tratta solo di formalizzare attività già regolarmente svolte. Diverso il discorso per chi in passato l’ha trascurata o gestita in maniera minimale: in questi casi sì, l’adeguamento comporterà costi aggiuntivi. Dall’altro lato, questa prescrizione apre anche nuove opportunità, favorendo la nascita di un comparto professionale specializzato nella manutenzione e nel service post–installazione.

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