pv magazine Italia ha avuto il piacere di parlare con Marco Balzano, fondatore dell’omonimo studio tecnico, per capire le principali novità normative delle ultime settimane: delibera Arera del 5 agosto che potrebbe aumentare del 10-15% l’investimento per nuovi impianti in attesa di connessione in funzione del Controllo Centrale di Impianto, circolare dei Vigili del Fuoco che richiede certificazioni aggiuntive, decreto correttivo TUR con nuovi vincoli sull’edilizia libera. Questi provvedimenti, dice Balzano, comporatno extra costi e possibili ritardi per tutti: dal piccolo impianto commerciale fino al grande parco utility scale.
Aggiornamenti, circolari, nuovi obblighi e testi correttivi negli ultimi 30 giorni. Senza dimenticare quello che sta succedendo nei tribunali e nelle aule di Governo e Parlamento. Può spiegare quali sono le novità principali? E quali le più complesse da recepire? In totale di quanti documenti stiamo parlando negli ultimi 40 giorni? Quante pagine?
Negli ultimi 30 giorni si è assistito a una vera e propria pioggia normativa sul settore delle rinnovabili. Parliamo di provvedimenti che toccano trasversalmente tutti gli attori della filiera – dagli impianti già realizzati a quelli in fase di autorizzazione, dal piccolo C&I fino al grande utility scale. Ecco i tre punti che ritengo più rilevanti e al tempo stesso complessi da recepire:
Delibera ARERA 385/2025/R/EEL (5 agosto 2025)
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- Introduce l’obbligo di dotarsi di un Controllo Centrale di Impianto (CCI) per tutti gli impianti fotovoltaici ed eolici sopra i 100 kW, già costruiti e in costruzione.
- Per i nuovi impianti l’obbligo è immediato, per gli esistenti sono previste scadenze differenziate.
- Sono stati previsti contributi forfettari, ma insufficienti in molti casi: ad esempio, un impianto del 2010 necessita spesso della sostituzione completa degli inverter per integrarsi al CCI.
- Impatto economico: un impianto da 100 kWp (80.000 € d’investimento) rischia di dover sostenere altri 10.000 € solo per adeguarsi al CCI.
- Altro nodo critico: la disponibilità limitata dei dispositivi sul mercato e i requisiti ancora poco chiari delle versioni semplificate.
- È un intervento necessario per la sicurezza energetica, vista l’inadeguatezza del GSM, ma richiede gradualità. Italia Solare, dopo aver organizzato un webinar e un gdl [gruppo di lavoro] dedicato ha aggiornato ascoltato e raccolto tante osservazioni dagli operatori e ha già aperto un tavolo di confronto con le istituzioni per trovare un compromesso.
Circolare VVF Prot. n. 14030 del 01/09/2025
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- Linea guida entrata in vigore in prima istanza senza prevedere un periodo transitorio.
- Caso emblematico: un impianto da 3 MW su un capannone, già realizzato e in attesa di connessione, avrebbe dovuto ridurre la potenza a 2 MW per rispettare le nuove prescrizioni.
- Anche la richiesta di certificazioni aggiuntive sui moduli ha creato forti criticità.
- Italia Solare anche qui ha raccolto osservazioni degli associati ed è intervenuta rapidamente aprendo un dialogo con i VVF. I quali giorno 10/09/2025, forse qualcuno se l’è persa fra le tante note, hanno chiarito con una nota ufficiale che le procedure già avviate non sono soggette a queste nuove disposizioni dando una definizione di procedura avviate
Schema di decreto correttivo al D.Lgs. 190/2024 (Testo Unico Rinnovabili)
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- Approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa.
- Documento corposo (circa 50-60 pagine tra Schema Relazione tecnica e Relazione illustrativa).
- Aspetti positivi: semplificazioni per i sistemi di accumulo e alcune aperture sui revamping.
- Aspetti critici: nuovi vincoli sull’edilizia libera e dubbi di coerenza con le direttive europee.
- Non è ancora il testo definitivo: dovrà passare in Conferenza Unificata, Consiglio di Stato e Commissioni parlamentari. Tuttavia, il fatto che il TUR sia stato modificato a meno di 9 mesi dalla sua entrata in vigore genera incertezza e disorientamento negli operatori.
In totale ti ho illustrato solo tre documenti, i documenti principali che valgono però tantissime di pagine da leggere e “studiare” e che hanno un impatto immediato e pesante sul settore. Noi lo facciamo per lavoro e lo facciamo da anni e non ti nascondo che dopo 18 anni di professione nel settore ho difficoltà a star dietro a tutto e ringrazio l’aiuto d’Italia Solare per il supporto ma prova a immaginare le amministrazioni pubbliche specialmente le più piccoline dove non vedono solo rinnovabili ma una miriade di cose…e si vedono arrivare tante PAS per autorizzare impianti. Noi lavoriamo sul campo e ti dico in totale trasparenza che sono in emergenza.
Quali sono i soggetti più esposti delle nuove regole?
Le nuove regole hanno un impatto trasversale, ma alcuni soggetti risultano più esposti di altri: il peso cambia a seconda della taglia dell’impianto e della fase del progetto, ma dal piccolo impianto commerciale fino al grande parco utility scale, tutti devono fare i conti con costi extra, incertezze regolatorie e possibili ritardi.
Questo, dicono gli esperti che lavorano nel settore, significa difficoltà gestionali significative, tra cui le difficoltà per la pianificazione di cantieri e investimenti. È d’accordo?
Sì, sono pienamente d’accordo. Le difficoltà per il settore sono enormi e si manifestano su più livelli:
- Autorizzazioni: norme che cambiano in corsa creano incertezza negli iter e rendono più complessa la pianificazione dei progetti.
- Impianti già realizzati: l’obbligo di adeguamenti tecnici comporta costi aggiuntivi non previsti nei business plan originari.
- Cantieri e investimenti: la necessità di rivedere progetti, forniture e contratti porta inevitabilmente a ritardi e ad aumenti di spesa.
- Incertezza sui tempi: ogni modifica normativa genera un effetto domino che mette in crisi la programmazione industriale e finanziaria degli operatori.
Non si tratta solo di un aggravio di costi, ma soprattutto di un clima di incertezza costante, che rende difficile programmare cantieri e investimenti su orizzonti medio-lunghi.
Quali sono i dossier che mancano ancora? E quali potrebbero essere le tempistiche?
All’orizzonte ci sono ancora diversi dossier fondamentali, che avranno un impatto enorme sul settore. Tra i principali:
- DDL autorizzazioni paesaggistiche: atteso da tempo, potrebbe avere ripercussioni specialmente sull’autorizzazione delle linee elettriche e poi è da vedere in sovrapposizione alle regole del TUR.
- DL Agricoltura: cruciale per definire cosa si puo fare o meno su aree agricole
- Decreto Aree Idonee: tasto dolente, oggi si sta procedendo con alcuni parametri in alcune regioni con altri ma ancora non c’è chiarezza
- DL Energia / “Decreto Saturazione Virtuale”: tra i più delicati, perché rischia di incidere direttamente sulle soluzioni di connessione di centinaia di progetti già in pipeline.
- Aree Idonee Regionali: tassello fondamentale, che dovrà “forse” armonizzarsi con il decreto nazionale.
- Riforma TICA e TIDE: in arrivo,
Per quanto riguarda le tempistiche, è difficile fare previsioni certe, ma il rischio concreto è che i diversi provvedimenti arrivino in modo ravvicinato, creando un ulteriore “ingorgo normativo”. Ogni singolo dossier, preso singolarmente, può sembrare gestibile; la vera criticità nasce dalla loro sovrapposizione e dal fatto che toccano punti nevralgici come autorizzazioni, connessioni e investimenti.
Secondo lei questo rientra in una strategia per rallentare le rinnovabili? A che pro quando il rapporto Draghi chiarisce una volta per tutte che l’Italia non ha altra strategia se non le rinnovabili per mantenere il proprio tessuto industriale?
È una domanda complessa. Quello che possiamo constatare è ciò che sta accadendo: una continua stratificazione normativa che rende difficile lavorare. Alcuni punti sono chiari:
- Ci sono oggi molti più progetti in autorizzazione di quanti ne servirebbero per raggiungere gli obiettivi al 2030.
- L’apporto delle FER sulla RTN deve essere normato, regolamentato e gestito per garantire sicurezza elettrica.
- Serve una riforma che non aggiunga strati di burocrazia, ma che resetti e semplifichi, fissando regole chiare e stabili nel tempo.
Il vero nodo è questo: quali sono i reali obiettivi energetici del Paese? Gli operatori hanno bisogno di regole certe e durature. Non si può ignorare che i procedimenti autorizzativi durano anni (quando non dovrebbero) e che, se nel frattempo le norme cambiano continuamente, diventa impossibile programmare investimenti.
Un esempio concreto: sto seguendo progetti utility scale che stanno arrivando all’autorizzazione dopo 6 anni di iter. In questi sei anni, la normativa è cambiata innumerevoli volte. Se quei progetti hanno retto, è solo perché erano virtuosi – rispettavano già in partenza criteri di agrivoltaico, aree idonee e connessioni esistenti.
Come progettista diretto e come consulente seguo il permitting e le connessioni per molti operatori con pipeline articolate. Mi piacerebbe porre una domanda semplice alle nostre istituzioni: che colpa ha un operatore che, sei anni fa, ha investito facendo tutto secondo le regole in vigore? Ha scelto un sito idoneo, con la presenza di connessione senza opere di rete, privo di vincoli, in aree non di pregio e quindi senza impatti paesaggistici o ambientali di rilievo; ha previsto una compensazione significativa verso il comune, riconoscendo il 3% dei ricavi (e non degli utili); ha puntato sull’agrivoltaico e garantendo ricadute economiche, sociali e ambientali. Eppure, dopo aver investito centinaia di migliaia di euro, oggi si ritrova a combattere davanti ai TAR o comunque senza un’autorizzazione in mano, con un enorme danno economico e umano, a causa di una legislazione convulsa e continuamente mutevole. Non so se si possa parlare di “strategia per rallentare le rinnovabili”, ma certamente il risultato pratico è un settore che vive nell’incertezza e non riesce a pianificare con serenità.
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