A qualche giorno dai risultati della prima aste Macse di Terna, pv magazine Italia ha parlato con altri operatori del mercato che hanno manifestato un discreto grado di soddisfazione, ma anche riflessioni e previsioni su nuovi trend di mercato.
Raffaello Teani, presidente del Gruppo Sistemi di accumulo di Federazione ANIE, spiega che il risultato rappresenta un segnale estremamente positivo per il mercato dei sistemi di accumulo e per l’intero sistema energetico nazionale, ma che l’asta Macse non deve essere considerata un punto di arrivo, piuttosto un percorso che può rendere il sistema elettrico italiano più aperto, competitivo e inclusivo.
“L’assegnazione di 10 GWh di capacità di stoccaggio, a fronte di un’offerta superiore di oltre quattro volte la domanda, evidenzia la maturità tecnologica del settore e l’interesse crescente degli operatori verso soluzioni che rafforzano la flessibilità e la resilienza della rete elettrica”.
Tuttavia, dal punto di vista degli operatori, Teani sottolinea che è necessario avviare una riflessione su alcuni aspetti chiave del meccanismo. “In particolare, riteniamo fondamentale valutare come ampliare il numero di progetti che possono accedere all’aggiudicazione, sia in termini di contingente disponibile che di dimensione massima degli impianti. Questo permetterebbe di aumentare l’affidabilità complessiva del risultato e di ridurre i rischi sistemici nel caso di criticità su singoli progetti”.
Un altro punto che merita attenzione riguarda le ricadute concrete sulle imprese del nostro sistema. “È importante comprendere come questo nuovo mercato possa generare opportunità diffuse e sostenibili per tutta la filiera industriale, favorendo una partecipazione più ampia e bilanciata, anche attraverso correttivi come tetti massimi di capacità per singolo operatore, già sperimentati con successo nel Fast Reserve”.
Abbiamo chiesto a Teani un commento sulle rinunce, ma il presidente spiega che si tratta di una piccola defezione; un impianto molto piccolo in riferimento al totale del contingente. “In ogni caso, il sistema delle regole prevede che quella quota venga riqualificata in occasione della prossima asta. In sostanza non è un problema ma una questione fisiologica”.
L’attività di O&M
Matteo Lionetti, Head of Global Techsales di Nhoa Energy, ha invece portato l’attenzione anche sull’aspetto O&M degli impianti MACSE, finora poco discusso, e ha tracciato un parallelismo con le aste FER X e il bando Feder in Spagna.
A pv magazine Italia ha spiegato: “E’ un elemento positivo che gli assegnatari del bando siano operatori strutturati e affidabili: risultato non scontato, essendo questa prima asta Macse guidata da soli criteri economici, e pertanto potenzialmente aperta a player molto aggressivi”, commenta Lionetti.
“Visto il poco o nullo margine di errore lasciato agli operatori dalle basse tariffe a cui sono stati aggiudicati gli impianti, la sfida sta ora nella scelta di contractors e fornitori di tecnologia: questi dovranno non solo realizzare gli impianti BESS “on time, on budget”, ma anche mantenerli per tutta la durata della loro vita utile, garantendo prestazioni elevate, alta disponibilità, e minimo impatto degli opex sul business case”.
Lionetti sottolinea che “finora ci si è concentrati molto sull’aspetto capex dei progetti assegnatari, ma mi aspetto che l’attività di O&M sarà altrettanto determinante per la riuscita di questi progetti, e quindi che la disponibilità di strutture efficienti e radicate sul territorio nazionale si rivelerà un criterio fondamentale per la selezione dei contractors e dei partner tecnologici”.
A tal proposito, per il futuro Lionetti spiega che guarderà con interesse anche all’esperimento del bando Fer X Transitorio, “in cui per la prima volta troveranno applicazione in Italia le prescrizioni del NZIA europeo, con requisiti di origine per i principali componenti fotovoltaici, ma anche all’esempio spagnolo del Feder, che mira a incentivare lo sviluppo di storage nel paese, includendo criteri di premialità crescenti in base al contenuto UE delle proposte”.
Ad essere sulla stessa lunghezza d’onda del manager di Nhoa Energy è Relatech SpA, che parla a pv magazine Italia attraverso la voce di Pasquale Lambardi, Executive Chairman & Founder.
“L’Italia ha aperto il mercato regolato dello storage: è il primo passo verso un’infrastruttura nazionale di batterie su larga scala. La competizione, con un’offerta quadrupla rispetto alla domanda, dimostra che c’è un ecosistema industriale pronto a investire. Per Relatech significa che nei prossimi 3-5 anni nascerà una domanda strutturata di tecnologie digitali a supporto dello storage e chi saprà proporsi oggi come partner di riferimento potrà intercettare una quota rilevante del valore”.
Per Relatech ci sono numerosi riflessi diretti: con il mercato target in crescita, le soluzioni di digitalizzazione, monitoraggio, IoT, AI e cybersecurity diventano indispensabili per gestire migliaia di MW di batterie diffuse sul territorio e ogni impianto storage ha bisogno di sistemi di supervisione, predictive maintenance, edge computing e integrazione con il TSO (Terna).
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