Rimodulazione PNRR: taglio da 1 miliardo ai fondi per le CER

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Come pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 232 del 6 ottobre 2025 viene determinata la riduzione e riallocazione delle risorse finanziarie destinate a varie misure PNRR, comprese quelle relative all’energia e alle rinnovabili, tra cui le CER.

Il testo specifica che le risorse delle misure PNRR a titolarità del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) sono state rideterminate, esplicitando il taglio di circa 1 miliardo sulle Comunità Energetiche.

“A quanto pare – spiega a pv magazine Italia Silvia Martini Chiassai, presidente di Fondazione CER Italia – dalle informazioni rese note, è’ stata effettuata una rimodulazione dei fondi del PNRR , che ha riguardato anche le CER per un miliardo su un totale di 2,2 miliardi”.

La richiesta dei contributi sarà possibile fino al 30 novembre 2025 e la conclusione dei lavori dovrà avvenire entro giugno 2026, con entrata in esercizio degli impianti entro il 2027.

“Nonostante l’estensione fino al 30 novembre, lo scorso giugno, con l’ampliamento della platea ai comuni fino a 50.000 abitanti, attualmente i fondi risultano purtroppo eccessivamente finanziati”. Chiassai Martini sottolinea che la causa principale è la difficoltà a realizzare tutti i progetti CER entro le scadenze europee del 2026.

“Sembrerebbe che la cifra utilizzata fino ad oggi sia di meno di 1 miliardi e vista l’impossibilità di un’ulteriore proroga da parte dell’Europa è stato necessario deviare quei fondi con l’obiettivo di non rischiare di perdere le quote degli assegni europei a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi concordati con l’Unione europea”, aggiunge.

“Da amministratice, convengo che non si debba assolutamente rischiare di perdere i fondi a causa di una mancato utilizzo, quindi se – a quanto sembra – gli importi saranno gestiti da soggetti come Cassa depositi e prestiti o Invitalia, che distribuiranno ai beneficiari finali tramite un Financial Agreement, si tratterebbe di una sorta di rinvio della spesa senza tuttavia perdere quei fondi”,

La presidente di Fondazione CER Italia conclude con un pensiero positivo: “In questo modo, si potrebbe estendere l’orizzonte temporale e sarebbe una notizia molto interessante perché servirà almeno metà del 2026 per riuscire a rendere l’opportunità della realizzazione di impianti fotovoltaici per le CER, una rivoluzione che parte dal basso. Mettendo insieme tutti, cittadini, comuni, imprese e terzo settore è possibile far partire una transizione energetica, economica, sociale e culturale che richiede tempo e tanta, tanta ma comunicazione”.

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