L’Italia è un mercato interessante per una serie di fattori, tra cui il prezzo dell’energia e la diminuita attrattività di altri mercati: la Spagna con i suoi prezzi talmente bassi che per alcuni esperti si tratta di un mercato “fallito”, gli Stati Uniti con il cambiamento di orientamento politico occorso negli ultimi mesi, il Sudamerica a causa del curtailment in alcuni Paesi e del rischio valuta in altri Paesi.
È questo uno dei messaggi dell’Italian Renewables Investment Forum 2025 organizzato ieri da Green Horse a Roma.
“Ciò che rende particolarmente attrattiva l’Italia sono gli schemi di remunerazione regolata”, ha detto Carlo Montella, managing partner presso Green Horse Legal.
Il messaggio è anche che la transizione energetica in corso richiede che il Paese lavori a una serie di investimenti contemporaneamente: dalle diverse fonti, alle reti e alle batterie. Questo per garantire il funzionamento del sistema elettrico.
Luca Marchisio, head of system strategy di Terna, ha detto che al 2030 il sistema italiano avrà 200 GW di capacità installata. Di questi 200 GW, 140 saranno rinnovabili. Il picco di carico del nostro Paese è stato però 60 GW avanti una volta nella storia, ha detto Marchisio.
“Il curtailment sarà un elemento strutturale dell’esercizio del nostro sistema. Punto”, ha detto il funzionario di Terna.
Marco Carta, CEO di Agici, ha poi sottolineato che investire nelle rinnovabili costa, ma non fare niente costa decisamente di più.
“La perdita complessiva per l’economia nazionale ammonterebbe a 137 miliardi di euro entro il 2050, pari a oltre 5 miliardi l’anno. Il costo del non fare costa 6000 euro per abitante. Questo si declina in modo costante a livello regionale”, ha detto Carta, presentando i risultati di un rapporto, secondo cui i benefici degli investimenti in rinnovabili si attestano a circa 160 miliardi di euro.
Poi anche un danno in termini occupazionali: 342 mila posti di lavoro in meno in caso di mancati investimenti in rinnovabili.
Questo risulta particolarmente importante in un momento storico complesso.
“Il quadro geopolitico è molto fratturato e pericoloso per i prossimi anni”, ha sottolineato Giuseppe Argirò, CEO di CVA. Argirò ha detto che lo shock del gas russo è stato il primo, ma probabilmente non sarà l’ultimo.
“L’Italia deve costruire un sistema anche ridonante rispetto a quello che sono le esigenze. Ho la convinzione che tra pochissimi anni, la tecnologia porterà delle performance molto significative a prezzi ancora più bassi. Dobbiamo puntare a un sistema che sia sicuro, quindi ridurre la dipendenza”.
Paolo Merli, CEO di ERG, ha ricordato che il settore delle rinnovabili, dopo aver raggiunto un massimo del gennaio 2021, è uno di quelli che performa peggio in borsa.
Secondo Merli, anche i meccanismi di sostegno alle rinnovabili non sono più adeguati.
“Purtroppo il Fer X, che è molto ben studiato, stabilizza l’investimento. Ma quello stesso impianto del Fer X contribuisce a portare a zero i prezzi degli impianti”, ha detto Merli.
Stefano Granella, CEO di Gruppo Dolomiti Energia, ha detto che la programmazione è necessaria.
“Abbiamo capito che un’unica fonte non è ora la strada corretta. Le batterie servono, ottimo quello che è successo di recente, ma non è la panacea”, ha detto Granella.
Granella ha poi sottolineato che i margini bassi sia del Macse che del Fer X suggeriscono che sono strumenti che rendono gli investimenti fattibili, ma per soggetti che devono e possono sviluppare i progetti e i processi in modo industriale.
Il senso del convegno, a parte i messaggi chiari mandati su Macse e Fer X (tempistiche e prezzi), è che la transizione energetica è un processo in cui determinati eventi occorsi in Spagna si realizzeranno anche in Italia.
“Preferisco investire in minoranza con un soggetto industriale: le competenze di emerge management sono sempre più importanti”, ha detto Granella, suggerendo che l’integrazione è una strategia quasi necessaria.
Diversi gli esperti che hanno parlato del modello Iberdrola. Il messaggio è che stiamo entrando in una fase in cui la competizione sarà significativa anche nelle aste, nonostante qualche dubbio sulle prossime aste Macse.
Gli esperti hanno poi detto che, per l’anno prossimo, ci dovremmo aspettare due aste Macse, una per le batterie al litio e una per i pompaggi, e almeno una asta del Capacity Market.
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