Sardegna, la Corte Costituzionale respinge ricorso sull’elezione della presidente Todde

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La Corte costituzionale, con la sentenza n. 148 pubblicata oggi, ha dichiarato che non spettava allo Stato e, per esso, al Collegio regionale di garanzia elettorale, di affermare la decadenza dalla carica di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna da marzo 2024. La Consulta ha quindi respinto il ricorso per conflitto di attribuzione sollevato a dicembre 2024 dal Collegio regionale di garanzia elettorale istituito presso la Corte d’appello di Cagliari.

I giudici della Consulta hanno anzitutto rilevato che i Collegi regionali di garanzia elettorale, istituiti dalla legge 515/1993 per esercitare il controllo sulle spese della campagna elettorale dei candidati per le elezioni al Parlamento, sono organi dello Stato che operano in condizioni di indipendenza al fine di garantire la genuinità e l’autenticità del formarsi della volontà del corpo elettorale. Il sistema di controllo è operante anche nella Regione Sardegna per effetto di una scelta del legislatore regionale che, con l’articolo 22 della legge 1/2013, ha stabilito di rinviare, per quanto riguarda la disciplina delle cause di ineleggibilità concernenti le cariche elettive regionali, alle leggi statali.

La Corte ha osservato che “le pur gravi fattispecie” contestate alla Presidente eletta, tra le quali, la mancata nomina di un “mandatario elettorale”, avente il compito di raccogliere i fondi della campagna elettorale, e la produzione una dichiarazione sulle spese sostenute, con relativo rendiconto, caratterizzata da diverse non conformità rispetto alle previsioni di legge, non sono riconducibili a quelle che, in modo esplicito, la legge 515/1993 ha selezionato come ipotesi di ineleggibilità e, quindi, di decadenza.

Nell’imporre la decadenza al Consiglio regionale, il Collegio di garanzia elettorale ha, pertanto, “esorbitato dai propri poteri, cagionando una menomazione delle attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione Sardegna”.

La Regione Sardegna, dall’elezione della nuova Giunta, ha attuato una linea dura rispetto alle rinnovabili volendo imporre il proprio modello sull’isola. Da marzo 2024 a oggi sono infatti stati diversi i conflitti tra Stato e Regione in materia di competenze. Per ultimo, appena ieri, l’assessore Regione all’Urbanistica, Francesco Spanedda, si è espresso contro il parere positivo rilasciato dal Mase a un impianto fotovoltaico in provincia di Sassari denunciando che “il Governo impone scelte dall’alto”.

Dal canto suo il Governo, a febbraio, ha impugnato la legge regionale sulle aree idonee con un ricorso del quale si attende la pronuncia della Corte costituzionale.

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