Enertronica Santerno, società quotata sull’Euronext Growth Milan, informa che essendo trascorso il periodo di 180 giorni di “vigenza” della Composizione Negoziata (previsto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza o CCII) durante il quale non è stato raggiunto un accordo con i creditori, la medesima procedura è giunta a cessazione.
“Si precisa che anche durante la seconda CNC la società ha proseguito le attività di ricerca di potenziali investitori provvedendo ad interpellare numerosi operatori, sia di carattere industriale sia di carattere finanziario, al fine di sollecitare una proposta di investimento, con il risultato di ottenere talune manifestazioni di interesse che, purtroppo, non hanno trovato concretizzazione”, ha detto la società.
A inizio febbraio 2025, Enertronica Santerno evidenziava l’accoglimento da parte del Tribunale di Bologna della istanza relativa alla seconda composizione negoziata della crisi (Composizione Negoziata o CNC), la nomina dell’Esperto Indipendente e il riconoscimento delle misure protettive del patrimonio,
Alla cessazione è seguita, ai sensi dell’art. 17, comma 8 del CCII, la Relazione finale dell’Esperto Indipendente Massimo Fabiani.
Secondo quanto scritto da Enertronica Santerno, Fabiani ha riportato che la società ha conservato la gestione dell’impresa in modo prudente e allineata a quanto prevede l’art. 21 CCII. Non ha evidenziato che la CNC sia stata avviata nel 2025 per scopi dilatori, riportando invece che “il sostanziale mantenimento dell’intera forza-lavoro è un segnale di condotta di buona fede nell’approccio alla crisi”.
“Per quanto pertiene alla condotta dei creditori, l’esperto segnala che pur a dispetto di qualche eccesso di rigidità, non può essere messa in dubbio la volontà di partecipare ad un negoziato”, ha riportato Enertronica Santerno nel comunicato pubblicato oggi.
La società bolognese riporta che, a valle della chiusura della CNC, ha approfondito quali eventuali iniziative ristrutturative attivare.
“In particolare, ha lavorato ad un’ipotesi di concordato semplificato, valorizzando le manifestazioni di interesse ricevute ed ipotizzando un apporto di finanza esterna da parte degli organi sociali. Purtroppo, anche questa ultima ipotesi ristrutturativa si è rilevata non percorribile in quanto la controparte intervenuta non ha poi dato fattuale seguito”.
La società ha quindi deciso di procedere con la liquidazione giudiziale.
“In data odierna è stato presentato al Tribunale di Bologna il ricorso per l’apertura della liquidazione giudiziale a carico della Enertronica, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 39 e 121 e seguenti CCII, con contestuale richiesta di disporre l’opportunità dell’esercizio provvisorio ai sensi e per gli effetti dell’art. 211 CCII”, ha scritto la società nel comunicato pubblicato oggi.
Questa ultima disposizione normativa prevede che: “il tribunale autorizza il curatore a proseguire l’esercizio dell’impresa, anche limitatamente a specifici rami dell’azienda, se dall’interruzione può derivare un grave danno, purché la prosecuzione non arrechi pregiudizio ai creditori”.
Secondo Enertronica Santerno, sussistono i presupposti per disporre l’esercizio dell’impresa durante la procedura di liquidazione giudiziale, con il duplice scopo di 1. conservare la valorizzazione dell’azienda nella prospettiva di una sua futura cessione a terzi, anche sulla base delle manifestazioni di interesse ricevute – ancorché non concretizzate – nel corso della composizione negoziata; e 2 evitare l’addebito di eventuali penali e/o comunque danni in ragione della repentina interruzione dell’attività aziendale e delle commesse in corso.
“Sul punto, infatti, merita evidenziare che: i) come confermato anche nel corso della composizione negoziata, la società è in grado di proseguire la propria attività di impresa, pagando i fornitori correnti e senza il supporto del sistema bancario; ii) l’interruzione dell’attività di impresa comporterebbe l’azzeramento (pressoché istantaneo) del valore dell’azienda di proprietà della società, e, in particolar modo, la perdita del suo personale altamente qualificato, vera ricchezza aziendale”, conclude la società di Castel Guelfo di Bologna.
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