Nel Conto Termico 3.0, per la richiesta preliminare, si passa dai 60 ai 90 giorni, “e il bonifico in unica tranche che prima era massimo 5.000 euro, è 15,000. Queste sono tra le novità più importanti”, ha detto a pv magazine Italia Raffaele Borgini, presidente di Smart Domotics. Borgini, che si aspetta che le regole GSE arrivino tra febbraio e marzo, sottolinea poi il ruolo della domanda preliminare.
Le imprese devono sottomettere al GSE una richiesta preliminare, senza la quale non possono accedere agli incentivi. Allo stesso tempo il decreto dovrebbe entrare in vigore il 25/12/2025. Quando vi aspettate quindi le regole applicative GSE per capire meglio come presentare questa richiesta?
Il periodo transitorio e la domanda preliminare sono due dei temi più delicati, che necessitano di regole certe al più presto. In particolare, per la “richiesta preliminare” deve essere ben chiarito se non significa prenotazione e, al momento, pare non lo significhi. La normativa fa esplicito riferimento alle Regole del GSE in vari punti, e ci sono alcuni punti per i quali serve assoluta chiarezza; sarebbe bene che questa chiarezza fosse fatta al più presto, onde evitare anche potenziali problematiche con l’ultimo periodo del Conto Termico 2.0. Ragionando più razionalmente, però mi attendo che le Regole GSE arrivino tra febbraio e marzo; ci sarebbe così un periodo in cui si deve scegliere per alcune situazioni se è meglio, o meno peggio, stare fermi o prendersi dei rischi…
Quali sono i possibili rischi nel caso arrivino dopo? L’intero meccanismo non potrebbe partire? Nel caso un ritardo di qualche mese, per esempio, che effetti potrebbe avere?
In alcune situazioni, lo stallo normativo, il lasso temporale che va dall’annuncio alla messa a terra della normativa, porta ad un vero e proprio blocco del mercato. Questo è un rischio per le imprese che investono e per gli operatori di mercato; è il rischio che vedo anche in questo caso. Spero invece sia scongiurato il rischio, il caos e la corsa all’incentivo, poiché il Conto Termico 3.0 ha buoni alleati-competitor sia per il residenziale (le detrazioni), sia per il terziario (Transizione 4.5.0, la nuova normativa che comprenderà 4.0 e 5.0).
Se non sbaglio ci sono però anche delle procedure per interventi già eseguiti. Si legge sul sito del GSE che, nel caso di Accesso Diretto, la richiesta deve essere presentata entro 60 giorni dalla fine dei lavori. Sbaglio? Che ruolo ha la richiesta preliminare in questo caso?
Nel Conto Termico 3.0 dai 60 gg si passa ai 90 gg, e il bonifico in unica tranche che prima era massimo 5.000 euro, è 15,000. Queste sono tra le novità più importanti; insieme ad un focus forte sul terziario, PA e enti del terzo settore, che a mio parere saranno i veri protagonisti degli interventi con questa incentivazione.
Il Conto Termico 3.0. include il rimborso delle spese fino al 65% per i privati, con un budget annuale di 900 milioni di euro (500 per privati, 400 per PA). Nel caso di slittamento al 2026, questo vorrebbe dire che il budget annuale per il 2025 verrebbe perso?
Il Conto Termico 3.0 in ogni caso non sarà operativo concretamente nel 2025; i giorni dalla pubblicazione in Gazzetta scadono durante le festività natalizie, e mancano poi le Regole GSE. Conto molto sul fatto che il GSE può “spostare” e riallocare il budget a seconda dell’andamento delle richieste. E conto molto sul fatto che potrebbe dal 2027 essere rimpinguato con nuove risorse. Il Conto Termico, nato ormai circa 15 anni fa, non è mai andato “sold out”, per vari motivi; primi tra questi, la presenza di altre incentivazioni molto forti, ad esempio il SuperBonus, e poca conoscenza dello strumento. Colgo invece in questa occasione un hype davvero notevole da parte degli operatori del settore, che mi fa pensare che le risorse saranno esaurite…
L’operatività completa con l’apertura del portale GSE per le domande è quindi prevista a partire da marzo 2026, giusto? Quali potrebbero essere le conseguenze per le società attive in questo settore?
Serve fare la massima attenzione sui punti che non sono chiari, evitando di assumersi rischi o essendo consci dei rischi che ci si assume. Attendere la certezza della norma, eventualmente integrata con le ormai salvifiche “FAQ”, è sempre da considerare una valida opzione.
Altre considerazioni?
In un quadro normativo che parte dalla Direttiva Efficienza Energetica, poi la RED per le rinnovaibli, altre sigle ormai note come PNIEC, ci si augura un recepimento nazionale nei tempi e chiaro, con un orizzonte temporale delle politiche di incentivazione che sia proporzionato agli obiettivi e alla tipologia dei lavori, e una dotazione di risorse proporzionata. In questo contesto, attendo con grande interesse quello che sarà fatto con la EPBD, normativa soprannominata a mio avviso impropriamente “Case Green” (riguarda più il building che il residenziale). È una normativa che porta con sé lo Smart Readiness Indicator, un approccio olistico di come un building deve essere efficiente dal punto di vista energetico, dialogare con la rete, e adeguarsi ai bisogni e alle necessità di confort e vivibilità degli stakeholder.
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