Il Consiglio federale svizzero ha approvato il 26 novembre una revisione parziale dell’ordinanza sull’energia e di quella che disciplina la promozione dell’energia elettrica rinnovabile. L’aggiornamento costituisce una tappa importante per la strategia energetica svizzera, in quanto adegua gli obiettivi intermedi di sviluppo delle energie rinnovabili all’orizzonte 2030. Il fotovoltaico occupa un posto centrale: gli impianti solari dovranno produrre 18,7 TWh di elettricità nel 2030, ovvero più del doppio della produzione prevista per il 2025, stimata ad almeno 8 TWh.
Tra le principali novità, la revisione introduce un nuovo bonus per l’elettricità prodotta in inverno dai grandi impianti fotovoltaici. Questo dispositivo, applicabile alle centrali di potenza superiore a 100 kW messe in servizio a partire dal 1° gennaio 2026, sostituisce il bonus di altitudine introdotto nel 2023. L’atto precisa inoltre le modalità di calcolo di questo bonus nei diversi meccanismi di incentivazione: remunerazione unica, premio di mercato variabile o aste.
Per ottenere il bonus, gli impianti devono superare una soglia di 500 kWh per kW installato nel semestre invernale. Il bonus viene calcolato sottraendo 500 kWh per kW dalla produzione totale, al fine di garantire che venga concesso solo per una produzione di energia elettrica in inverno significativamente superiore rispetto a un impianto fotovoltaico medio.
“Questo metodo di calcolo ha lo scopo di garantire che solo gli impianti con una produzione specifica di energia elettrica invernale significativamente superiore a quella di un impianto medio nell’Altopiano svizzero, che è compresa tra 250 e 300 KWh per kW, possano beneficiare del bonus energetico invernale”, si legge nella relazione illustrativa. Il bonus viene inoltre calcolato come pagamento una tantum sulla base della produzione specifica di energia elettrica invernale, calcolata come media su tre semestri invernali, e viene concesso sia agli impianti fotovoltaici con autoconsumo che a quelli senza autoconsumo.
Si precisa inoltre che per gli impianti fotovoltaici che beneficiano di un premio di mercato variabile, i 3,50 franchi svizzeri per kW saranno ripartiti su un periodo di compensazione di 20 anni, il che corrisponde a un importo di 0,175 franchi svizzeri per kW all’anno, moltiplicato per l’eccedenza di energia elettrica invernale dell’impianto.
Il nuovo meccanismo sostituisce il bonus altitudinale per gli impianti fotovoltaici in vigore dal 2023. Il bonus altitudine si applicava agli impianti fotovoltaici situati ad almeno 1.500 metri sul livello del mare che producevano almeno 500 kWh per kW nel semestre compreso tra il 1° ottobre e il 31 marzo. Copriva fino al 60% dei costi di investimento ammissibili dei progetti qualificati negli altipiani alpini.
Per Swissolar, la federazione professionale del solare, la riforma segna un progresso strutturale. L’associazione plaude in particolare alla decisione del Consiglio federale di non limitare i contributi destinati ai progetti alpini, una limitazione che avrebbe messo a rischio diversi cantieri già ben avviati.
Swissolar ritiene inoltre che questi obiettivi siano raggiungibili a condizione che si acceleri il ritmo di sviluppo. Dopo un 2024 in crescita, con 1,8 GW di nuova capacità, il mercato dovrebbe registrare un leggero calo a circa 1,6 GW nel 2025. L’associazione ritiene tuttavia che la crescita dovrà raggiungere rapidamente i 2,7 GW annui nei prossimi cinque anni, in linea con lo scenario express del Barometro solare svizzero 2025.
Ad oggi la maggior parte della crescita si baserà sullo sfruttamento dei tetti, di cui solo il 10% del potenziale è utilizzato. Ma gli impianti sulle facciate, sulle infrastrutture di trasporto, in ambito agricolo e nelle zone alpine dovrebbero continuare ad aumentare. Secondo Swissolar, la disponibilità di superfici adatte non è un ostacolo: il margine di crescita esiste, a condizione di mantenere un quadro di incentivi stabile e chiaro sia per gli investitori che per le collettività.
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