Nel complesso scenario autorizzativo che accompagna oggi lo sviluppo dei grandi impianti per l’energia rinnovabile, dai sistemi di accumulo BESS ai parchi fotovoltaici, il ruolo dei Comuni e delle comunità locali emerge come uno snodo cruciale ma spesso frainteso.
Il contenzioso in corso di Fano, legato all’impianto di BESS Fano dalla potenza di 175 MW che sarà sviluppato da Benny Energia e che lo scorso aprile ha ricevuto l’autorizzazione unica dal Mase offre un caso emblematico per comprendere fino a che punto le voci del territorio possano incidere nei processi decisionali e quali siano invece i limiti imposti da una competenza che, per legge, resta sempre in capo agli organi statali o regionali preposti al rilascio delle autorizzazioni.
pv magazine Italia ha parlato con il vicesindaco di Fano e assessore Loretta Manocchi e ha chiesto un parere legale all’avvocato Elena Motta.
La posizione del Comune di Fano è stata di netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto BESS. L’Amministrazione ha espresso questo parere attraverso i propri Uffici Urbanistica ed Ambiente, inviando per due volte articolate osservazioni al Ministero, in particolare sottolineando la vocazione agricola dell’area e la presenza di colture di pregio. Successivamente, il Consiglio
Comunale con Delibera n.182 del 17/10/204 si è espresso con parere contrario alla realizzazione dell’impianto”.
Manocchi ha aggiunto che “nonostante la contrarietà del Comune, il Mase ha rilasciato l’autorizzazione alla società per la realizzazione dell’impianto BESS. Tuttavia, il Comune ha presentato ricorso contro tale provvedimento, ma la decisione finale è in capo al Ministero. Al momento l’impianto è autorizzato, ma alla luce de contenzioso in essere, sarà l’organo giudicante ad esprimersi
definitivamente sul punto”.
La vicensindaca spiega che il Comune già avviato l’azione legale presentando il ricorso contro il provvedimento ministeriale e che l’Ente ha ricevuto dalla società BESS Fano delle proposte compensative che sono state debitamente illustrate nel corso di
un’assemblea pubblica, ma i cittadini hanno deciso di non accettare. “Pertanto, si proseguirà con il contenzioso incardinato presso le competenti sedi nei tempi e nei modi disciplinati dalla legge”.
Aprendo parentesi, la realizzazione di una Comunità energetica rinnovabile (CER) è una delle ipotesi di compensazione avanzate dalla società proponente, alternativa a un risarcimento economico da commutarsi in opere pubbliche da realizzarsi sul quartiere stesso. La proposta specifica della CER prevede di destinare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico già autorizzato a un pacchetto di
1.135 utenze domestiche da 3 kW del quartiere di Carrara, garantendo un risparmio netto in bolletta”.
In tema di opposizione dei cittadini e ruoli delle amministrazioni comunali abbiamo parlato con l’avvocato Elena Motta. “Come correttamente indicato dalla vicesindaca di Fano, nei procedimenti autorizzativi di competenza “sovraordinata”, quindi statale, regionale o provinciale a seconda della tipologia di impianto e della normativa applicabile, i Comuni hanno certamente il diritto di partecipare all’iter mediante l’espressione di un parere endoprocedimentale. Resta però fermo che la decisione finale spetta esclusivamente all’Autorità competente al rilascio del titolo – nel caso di specie, il Mase”.
L’avv. Motta spiega che nel caso in cui il Comune abbia espresso un parere negativo – che deve essere adeguatamente motivato e fondato su ragioni tecnico-giuridiche, non meramente oppositive – ma l’opera sia stata comunque autorizzata, il Comune può impugnare il provvedimento entro i termini di legge; quindi 60 o 120 giorni dalla piena conoscenza. Sarà quindi il TAR competente a valutare la fondatezza dei motivi di ricorso.
A questo proposito, l’asserita “vocazione agricola” dell’area non costituisce, di per sé, un limite assoluto alla realizzazione dell’impianto: il giudice amministrativo dovrà svolgere un esame complessivo dell’idoneità localizzativa sulla base del quadro normativo vigente al momento dell’adozione del titolo autorizzativo.
“Quanto alla partecipazione dei cittadini, il Comune è certamente legittimato a promuovere forme di coinvolgimento quali assemblee pubbliche, consultazioni e presentazioni delle proposte compensative formulate dal proponente. Tali interventi, però, attengono alla sfera politico-amministrativa e alla definizione delle eventuali misure di compensazione, che dovranno comunque rispettare i requisiti e i limiti previsti dalla normativa applicabile. In sintesi: la decisione di rimettere alla popolazione una valutazione sulle compensazioni è politicamente opportuna e perfettamente legittima, ma non produce alcun effetto sul titolo autorizzativo già rilasciato dal Ministero”.
I presenti contenuti sono tutelati da diritti d’autore e non possono essere riutilizzati. Se desideri collaborare con noi e riutilizzare alcuni dei nostri contenuti, contatta: editors@nullpv-magazine.com.





Inviando questo modulo consenti a pv magazine di usare i tuoi dati allo scopo di pubblicare il tuo commento.
I tuoi dati personali saranno comunicati o altrimenti trasmessi a terzi al fine di filtrare gli spam o se ciò è necessario per la manutenzione tecnica del sito. Qualsiasi altro trasferimento a terzi non avrà luogo a meno che non sia giustificato sulla base delle norme di protezione dei dati vigenti o se pv magazine ha l’obbligo legale di effettuarlo.
Hai la possibilità di revocare questo consenso in qualsiasi momento con effetto futuro, nel qual caso i tuoi dati personali saranno cancellati immediatamente. Altrimenti, i tuoi dati saranno cancellati quando pv magazine ha elaborato la tua richiesta o se lo scopo della conservazione dei dati è stato raggiunto.
Ulteriori informazioni sulla privacy dei dati personali sono disponibili nella nostra Politica di protezione dei dati personali.