Il progetto europeo H2SCORE – Hydrogen Storage and Fuel Cells for Optimised Renewable Energy Communities, coordinato dal Politecnico di Torino e finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon Europe – Clean Hydrogen Partnership, è stato ufficialmente avviato il 1° dicembre.
Il Politecnico di Torino spiega che H2SCORE nasce “con l’obiettivo di dimostrare come l’idrogeno possa integrarsi nelle Comunità energetiche rinnovabili (CER) per migliorarne la flessibilità, l’autonomia e la capacità di utilizzare appieno le rinnovabili locali”.
Come evidenziato dal team di ricerca, “l’idrogeno rappresenta sia un accumulo energetico di lungo periodo, in grado di compensare la variabilità stagionale delle fonti rinnovabili, sia un mezzo per fornire – insieme ad altre forme di stoccaggio a breve termine – servizi di flessibilità e bilanciamento alla rete elettrica”.
Come sottolinea Marta Gandiglio, coordinatrice del progetto per il Politecnico di Torino, “l’idrogeno, in determinati contesti e condizioni, può diventare un elemento chiave per supportare sistemi multienergetici complessi, soprattutto quando coesistono diverse tipologie di rinnovabili locali e differenti vettori energetici finali”.
Il budget complessivo è pari a 6 milioni di euro – di cui 5 milioni cofinanziati dall’UE – e il consorzio, guidato dal Politecnico, vede tra i partner locali Environment Park – responsabile per l’unità portatile, per il supporto regolatorio alle CER e la comunicazione – e Engreen, che curerà la progettazione e l’installazione del sito dimostrativo e supporterà le analisi di replicabilità in Italia.
La localizzazione dell’infrastruttura sperimentale sarà nel Comune di Quarona, in Valsesia, tra l’altro partner diretto del progetto.
Una delle innovazioni del progetto è lo stoccaggio dell’idrogeno in idruri metallici, una soluzione compatta, sicura e operante a basse pressioni, che semplifica gli aspetti normativi e favorisce l’accettabilità in contesti urbani. Infatti, al centro del progetto verrà installato un sistema integrato di produzione, stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno, basato su due tecnologie complementari. Da un lato un sistema a bassa temperatura con elettrolizzatore PEM, stoccaggio in idruri metallici e celle a combustibile PEM; dall’altro un sistema ad alta temperatura, un modulo rSOC capace di operare sia in modalità fuel cell sia in elettrolisi, alimentato anche con syngas prodotto da un gassificatore di biomassa locale.
L’integrazione con il teleriscaldamento di Quarona permetterà inoltre di valorizzare il calore prodotto dal sistema ad alta temperatura.
“Il progetto prevede una campagna dimostrativa di un anno, durante la quale saranno monitorate prestazioni energetiche, benefici ambientali e sociali, e verranno misurate anche le eventuali emissioni inquinanti e le perdite di idrogeno. Parallelamente, quattro studi di replicabilità in altre aree in Italia (Engreen), in Spagna (University of Burgos), Svizzera (Azienda Elettrica Massagno) e Canada (Yukon University) valuteranno come il modello possa essere adattato a contesti geografici e normativi diversi e di comprendere il ruolo e le condizioni ottimali che rendono efficaci queste tecnologie a idrogeno”, spiega infine il Politecnico.

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