KSI Italy, tutti i 12 progetti agrivoltaico Pnrr saranno realizzati entro l’anno

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Durante Intersolar, pv magazine Italia ha intervistato Marco Albini, COO e managing director di KSI Italy, che dal 2010 collabora con gli agricoltori realizzando “i primi impianti fotovoltaici in Italia, ben prima che si parlasse ufficialmente di agrivoltaico”, ha spiegato il manager.  

“All’epoca si trattava di impianti a servizio delle imprese agricole e, da quella base, siamo ripartiti per affrontare le nuove opportunità offerte dal Pnrr. Siamo stati tra le realtà che hanno presentato il maggior numero di progetti nel primo bando: 12 impianti approvati, tutti destinati a imprese agricole sotto il MW. Nel secondo bando, abbiamo in corso altri 12 progetti, per un totale di circa 8-9 MW”, ha rivelato Albini. 

Le sue dichiarazioni sottolineano che tutti i 12 progetti del primo bando Pnrr saranno operativi entro fine anno, mentre quelli del secondo bando entreranno in funzione nella prima metà del prossimo.  

“La nostra capacità di rispettare le scadenze è frutto di una pianificazione anticipata e del lavoro sinergico con realtà come la cooperativa Mirasole, agronomi esperti e istituzioni locali”, ha precisato.

Oltre a questi impianti, KSI sta lavorando con sviluppatori italiani nella progettazione di impianti agrivoltaici avanzati tra i 20 e i 50 MW. “In totale – ha sottolineato Albini – abbiamo circa 100-150 MW in sviluppo”. 

Entrando nei dettagli tecnici, per gli impianti sotto il MW l’azienda utilizza principalmente tracker 1P a modulo singolo. Per i grandi impianti, invece, installa il sistema 2P a doppio modulo che consente file più distanziate, adattandosi meglio a colture estensive e all’uso di macchinari agricoli di grandi dimensioni”. 

In tema di prezzi, il divario da segnalare è quello tra un impianto tradizionale a terra e uno agrivoltaico, il cui aumento dei costi può arrivare al 45-50%. “Per fare un esempio pratico, se un impianto monofase tradizionale costa tra i 600 e i 650 mila euro per MW, un impianto agrivoltaico oggi supera i 900-950 mila euro”. 

Albini precisa che a coprire parte di questo gap è intervenuto il Pnrr, con il contributo a fondo perduto e con incentivi che hanno favorito l’accesso al credito anche da parte dei piccoli imprenditori agricoli.  

Abbiamo chiesto al COO quale fosse l’impianto più rappresentativo dell’azienda. “Paradossalmente, uno dei nostri progetti più piccoli: un impianto costruito nel 2007 per un’azienda vitivinicola con agriturismo in Piemonte, in provincia di Ovada”. 

Immagine: KSI

Immagine: KSI Italy

Si tratta del secondo impianto costruito dall’azienda in Italia, “ma il primo pensato davvero con un approccio agricolo”, in cui sono presenti due soli tracker assiali, installati sopra una vigna. “Dopo 18 anni, l’impianto funziona ancora perfettamente. A quell’epoca il proprietario ha ammortizzato l’investimento in circa 4 anni e mezzo e oggi sta pensando a un revamping”. 

Test sul campo 

“Abbiamo collaborato con Iola (Istituto per le piante da legno e l’ambiente) per monitorare il suolo sotto gli impianti installati in provincia di Alessandria, anche su terreni non coltivati ma destinati a sfalcio. I risultati hanno mostrato un miglioramento delle condizioni chimico-fisiche del terreno grazie all’ombreggiamento”, ha raccontato il COO. 

Albini ha spiegato inoltre che con l’agrivoltaico stanno testando vantaggi sia per le colture che per l’allevamento poiché gli animali sfruttano volentieri le zone d’ombra e le piante soffrono meno lo stress idrico estivo. 

In particolare, un’attenzione crescente è rivolta al posizionamento dei tracker. “Ogni coltura ha una finestra molto limitata nella giornata in cui c’è un miglior assorbimento della luce solare, generalmente tra le 10:00 e le 11:30. Per questo utilizziamo sistemi intelligenti che massimizzano l’irraggiamento in quelle ore e producono energia nelle restanti fasce orarie, quando invece le colture beneficiano dell’ombra”. 

Il monitoraggio è in corso anche su altri parametri, come l’effetto della luce diffusa. “Abbiamo previsto l’installazione di albedometri per capire il contributo della radiazione indiretta. I primi dati saranno disponibili già prima della fine dell’estate”, ha aggiunto.

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