Consiglio di Stato conferma: i Comuni non possono restringere le aree idonee

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L’opposizione del Comune di Cervaro a un impianto fotovoltaico in zona industriale si è definitivamente conclusa con la sentenza n. 5152/2025 del Consiglio di Stato (CdS) che ha respinto il ricorso contro la decisione del TAR Lazio di annullare il diniego espresso dall’amministrazione comunale.

Il CdS, con quattro sentenze analoghe pubblicate il 13 giugno, ha confermato quanto già sostenuto dal tribunale regionale che aveva accolto nel 2024 i ricorsi presentati da alcuni operatori tra cui la società Lizard Renewables, coinvolta nella citata sentenza, annullando i dinieghi di procedura abilitativa semplificata (PAS) opposti dal Comune di Cervaro unitamente alla delibera del consiglio comunale n. 55/2021 che aveva disciplinato le aree idonee in maniera illegittima.

Il Collegio ha confermato l’illegittimità della delibera evidenziando che i Comuni non possono disciplinare le aree idonee a ospitare impianti FER in contrasto con la normativa nazionale e, in particolare, rispetto a quelle individuate dall’art. 20, comma 8, del d.lgs. n. 199/2021. Inoltre, la sentenza demonizza le censure che peccano di genericità.

Fatti e primo ricorso

Lizard Renewables SpA aveva presentato, nel 2023, una richiesta di PAS per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 960 kWp in località Macerine-Collecedro, nel Comune di Cervaro. L’area interessata ricade in zona D3, destinata ad ampliamento industriale e artigianale, e si trova a meno di 300 metri dall’autostrada, posizione che la normativa nazionale considera “idonea” all’insediamento di impianti a fonte rinnovabile.

Ciononostante, il Comune ha rigettato la richiesta fondando il diniego su una delibera consiliare del 2021 che qualificava genericamente le aree industriali come “non idonee” alla localizzazione di impianti FER.

Il TAR del Lazio ha annullato sia il diniego sia la delibera presupposta, evidenziando tre profili di illegittimità: motivazione postuma, contrasto con le norme vigenti, illegittimità della delibera comunale.

Ricorso del Comune e sentenza del CdS

Il Comune ha allora impugnato la sentenza del TAR di fronte al Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso nella sua interezza, confermando la piena legittimità della decisione del TAR e adducendo ulteriori motivi di illegittimità.

In particolare, il Collegio ha evidenziato che il principio del tempus regit actum è applicabile: la legittimità del provvedimento amministrativo va valutata alla luce della normativa vigente al momento della sua adozione, e non a quella esistente al momento della domanda.

Inoltre, le motivazioni del diniego erano esclusivamente fondate sulla delibera del 2021, per cui ulteriori argomentazioni presentate solo in giudizio (come la saturazione dell’area o il frazionamento del progetto) sono state correttamente escluse.

Lo studio Andrea Sticchi Damiani, che si è occupato del ricorso per conto di Lizard Renewables, evidenzia che “si tratta di un risultato molto importante per il settore delle rinnovabili, perché le sentenze del Consiglio di Stato confermano che non possono essere apposti divieti generalizzati alla realizzazione di impianti FER. E ciò a maggior ragione nelle aree industriali, ritenute aree preferenziali per gli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile. L’annullamento della delibera del consiglio comunale di Cervaro fa venir meno un ostacolo agli sviluppi sul territorio laziale”.

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