Il progetto agrivoltaico verticale da 1,9 MW, costruito nel 2022 su 5,1 ettari nel comune austriaco di Neudorf an der Mur, ha prodotto in media 2200 MWh all’anno, pv magazine Italia ha appreso durante una visita all’impianto.
L’impianto di proprietà di Peter Gsell, responsabile della parte tecnica, e Josef Gründl, responsabile della parte agricola, ha usato strutture Next2Sun. Le strutture verticali sono poste tra colture che cambiano ogni anno, in prossimità di altri campi agricoli senza pannelli con le stesse piante.
La parte interrata dei pali laterali è lunga 2,5 metri, mentre i pannelli centrali vertono su pali sempre interrati, ma meno profondi (1,5 metri). Le file di pannelli sono montate a 9,4 metri di distanza tra loro per limitare l’ombreggiamento, rilevante a queste latitudini, più che in Italia.
Dalle piante ai pannelli viene lasciato mezzo metro che, secondo Next2Sun, potrebbe però essere usato per coltivare fiori.
“Il tempo necessario per i raccolti nelle aree con pannelli è simile a quello delle aree senza pannelli per coltivazioni come la zucca, ma fino al 20% in più per la soia”, ha detto Gsell a pv magazine Italia.
I proprietari dell’impianto hanno spiegato che, in generale, le configurazioni verticali non interagiscono significativamente con le condizioni atmosferiche: aridità o eccessive piogge hanno conseguenze simili nelle parti con e senza impianto.
Produzione e sostegno austriaco
Gsell, che detiene anche la società che ha installato gli impianti, fa vedere il cellulare per la produzione instantanea: 1,28 MWh alle 4 di pomeriggio, con picchi di 1,3 MWh nella mattina e nella sera. A fine giugno, inizio luglio, l’impianto produce una media di 12,5-13 MWh al giorno, dice Next2Sun.
Il governo austriaco ha concesso ai proprietari un supporto del 15% dell’investimento totale in funzione del doppio utilizzo del terreno. I proprietari, che hanno quantificato l’investimento a 1,7 milioni di euro, non volevano installare impianti a terra.
“Sono contrario all’utilizzo di fotovoltaico su terreno agricolo. Per quanto riguarda l’agrivoltaico avanzato rialzato, invece, l’ombreggiamento può essere problematico nel nord Europa”, ha commentato Gsell a un gruppo di agricoltori italiani in visita all’impianto, aggiungendo che comunque non aveva preso seriamente in considerazione l’alternativa di agrivoltaico con pannelli ad altezza di circa 2 metri.
Logistica
Gsell ha spiegato a pv magazine Italia che la configurazione verticale aiuta con la pulizia dei pannelli, non obbligando i proprietari a intervenire manualmente. Dal 2022 i proprietari non li hanno mai puliti, aiutati anche da abbondanti precipitazioni e da un suolo meno secco di quello italiano.
Riporta di aver impiegato in totale 5/6 mesi per l’installazione, per lo più a causa della consegna dei materiali. In quei mesi, spiega Gsell, la terra era coltivabile.
Gsell spiega poi che non sono necessarie recensioni presso l’impianto di Neudorf an der Mur, perché non ci sono cavi pendenti e, allo stesso tempo, le videocamere sono sufficienti per non avere problemi con l’assicurazione. Gli imprenditori agricoli italiani hanno sottolineato che questo non sarebbe possibile in Italia.
Pannelli, cornici, costi e vantaggi

Immagine: Sergio Matalucci/pv magazine
“Abbiamo un totale di 4.500 pannelli e attualmente solo 7 presentano questo tipo di danni meccanici dovuti alla coltivazione del terreno agricolo”, ha detto Johannes Huber, sviluppatore progetti agrivoltaici di Next2Sun, durante la visita nell’area, un giorno con temperature fino a 40 gradi. Huber si riferiva a un modulo con alcune crepe, proprio all’inizio della seconda fila.
Huber spiega poi che i pannelli fotovoltaici usati in questi impianti avevano un coefficiente di bifaccialità dell’90%, mentre i pannelli usati nelle ultime installazioni hanno un “coefficiente di bifaccialità superiore al 95%”.
Secondo Huber l’ottimizzazione delle cornici, ovvero il posizionamento per evitare ombreggiature, aumenta la produzione di elettricità tra l’1 e il 2%, mentre i pannelli bifacciali permettono un ulteriore 10% rispetto a pannelli non bifacciali.
“A questo dobbiamo aggiungere i profili di produzione dei pannelli, che permettono appunto la produzione in momenti in cui il prezzo orario dell’elettricità è più alto. Questi due fattori, bifaccialità e profili di produzione, portano a un aumento complessivo del valore della produzione elettrica del 25%”, ha detto Huber.
I nuovi progetti prevedono moduli Huasan e non più quello di Akcome. Includono normalmente coperture per i cavi elettrici e connection box in prossimità della traversa orizzontale.
Huber dice che la configurazione è compatibile anche con la coltivazione di grano, orzo, riso, fagioli. “In generale con altre colture che non crescono costantemente più in alto dei moduli fotovoltaici”.
Prezzi e costi
Secondo Gsell, le strutture dovrebbero costare circa €200.000 per MW. Almeno in Austria, secondo Gsell e Huber, i sistemi di montaggio tradizionali per fotovoltaico a terra in campo agricolo costano circa 110.000 MW.
Next2Sun spiega che il costo delle strutture dipende da una serie di fattori tecnici e commerciali, tra cui la tipologia del terreno, la sua corrosività, il carico di vento e i risultati dei test in loco.
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