Interpello Mase, Green Horse spiega luci e ombre

Share

pv magazine Italia ha avuto il piacere di parlare con Celeste Mellone, partner di Green Horse Advisory, per capire meglio quali potrebbero essere le complessità e quali le possibili ripercussioni positive dell’interpello Mase (protocollo numero 191749 del 16 ottobre 2025). In una precedente intervista sul tema con Felice Lucia di Jinko Power, avevamo sottolineato che il documento riporta, per la prima volta, la differenza tra “fotovoltaico” e “agrivoltaico”.

Il Mase spiega che, se un progetto rientra in una categoria da verifica di assoggettabilità, il proponente può presentare direttamente la VIA completa, una sorta di VIA volontaria, alla stessa autorità che gestirebbe lo screening, quindi la Regione.
È un modo per evitare passaggi duplici e conflitti di competenza con il Ministero: il procedimento resta regionale e la valutazione ambientale viene gestita in un’unica conferenza, ha spiegato di recente Felice Lucia di Jinko Power a pv magazine Italia. È d’accordo? Quale la ratio per presentare direttamente la VIA completa?

Celeste Mellone, partner di Green Horse Advisory

Immagine: Green Horse Advisory

Celeste Mellone: Sono assolutamente d’accordo con quanto chiarito da Felice Lucia. L’avvio della procedura VIA nei casi in cui la normativa di riferimento richiederebbe solo la verifica di assoggettabilità (screening) rappresenta un aggravio del procedimento autorizzativo su iniziativa del proponente. È una prassi che viene solitamente adottata nei casi in cui, per le caratteristiche del progetto, è verosimile che dallo screening emerga poi la necessità di procedere con la VIA vera e propria e quindi permette di ridurre i tempi di autorizzazione evitando un doppio passaggio.  In passato gli operatori hanno molto spesso aderito a questa prassi, pensiamo alle procedure in PAUR per autorizzare impianti fotovoltaici ai sensi del quadro normativo previgente

I vostri clienti cosa ne pensano? Tendono a preferire questa strada?

In termini generali con riferimento agli impianti agrivoltaici: considerando il loro minore impatto ambientale, verosimilmente la procedura di screening può ragionevolmente concludersi con un provvedimento favorevole (non assoggettamento a VIA), salvo valutazioni specifiche e legate alle peculiari caratteristiche del progetto preso di volta in volta in considerazione.

Può ricordare le incongruenze tra le soglie per l’autorizzazione ambientale e per i procedimenti autorizzativi? 

Effettivamente il Testo Unico (TU) FER (in combinato con il TU Ambiente) presenta delle incongruenze tra le soglie di potenza rilevanti ai fini urbanistico-edilizi (utilizzo della PAS per impianti in aree idonee fino a 10 MW, inclusi agrivoltaici, benché non se ne faccia espressa menzione) e ai fini ambientali (screening per tutti gli impianti agrivoltaici fino a 12 MW indipendentemente dalla potenza). Per fare un esempio: un impianto agrivoltaico in area idonea di potenza superiore a 10 MW ed entro 12 MW beneficerà dell’esenzione dalle procedure ambientali ma dovrà essere autorizzato in AU, con le lungaggini del caso.

Secondo lei in generale c’è o non c’è un vuoto normativo per le autorizzazioni ambientali?

Il quadro normativo in materia ambientale è in continua evoluzione e si sta via via delineando: per esempio prima del TU FER (che ha apportato modifiche anche al TU Ambiente) nessuna norma ambientale specifica era prevista con riferimento agli agrivoltaici che oggi invece rappresentano, come detto una specifica categoria distinta dal fotovoltaico.

Ci sono però ancora dei nodi, o sbaglio? Quando e come potrebbero essere risolti?

Il luogo naturale per comporre le criticità applicative è rappresentato dai decreti correttivi al TU FER. In futuro potranno essere adottati ulteriori decreti correttivi, aggiuntivi a quello al momento in discussione e parziali interventi sono già stati adottati nel corso del 2025): i decreti correttivi sono infatti frutto del confronto tra autorità e operatori, dunque vanno a incidere su norme specifiche, riformandole dove occorra o chiarendone la portata

Dopo tanti interventi giurisprudenziali, ora anche il Mase conferma la differenza tra agrivoltaico e fotovoltaico. Cambia qualcosa? Cosa, eventualmente? In generale, le posso chiedere una sua valutazione dell’interpello in questione?

L’interpello sicuramente fa maggior chiarezza sul rapporto tra due norme del Testo Unico Ambiente apparentemente in contrasto (l’una che assoggetta a VIA gli impianti fotovoltaici sopra i 10 MW e l’altra che assoggetta a screening gli impianti agrivoltaici sopra i 12 MW) e soprattutto, sulla scia anche della giurisprudenza che si è andata via via formando negli ultimi anni, ha il pregio di confermare che le due tipologie di impianto sono e vanno tenute distinte (a mio avviso anche ai fini del cosiddetto cumulo ambientale).

I presenti contenuti sono tutelati da diritti d’autore e non possono essere riutilizzati. Se desideri collaborare con noi e riutilizzare alcuni dei nostri contenuti, contatta: editors@nullpv-magazine.com.

Popular content

Investimenti in rinnovabili, Agici: non raggiungere obiettivi PNIEC costa annualmente 90€ a persona
27 Ottobre 2025 "A livello complessivo si tratta di 90 euro ad abitante annualmente, per una famiglia di tre persone quindi 270 euro, ovvero quanto una famiglia di tr...