Integrating PV Technologies in the Built Environment and Landscape a Firenze settimana prossima

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Il 25 e 26 novembre 2025, Firenze ospiterà la seconda edizione della conferenza internazionale “Integrating PV Technologies in the Built Environment and Landscape”, un evento sul fotovoltaico integrato.

“Organizzata da ETA Florence Renewable Energies, su iniziativa del progetto europeo Seamless-PV, la conferenza riunirà ricercatori, progettisti, aziende e istituzioni per discutere come l’energia solare possa diventare parte integrante dell’ambiente costruito e del paesaggio che viviamo”, ha detto ETA Florence a pv magazine Italia.

In totale sono previste quattro sessioni il primo giorno e quattro il secondo giorno. Tra i temi: valorizzazione sociale e ambientale, nuove frontiere del BIPV, moduli colorati, modelli di integrazione tecnica dei moduli in un contesto agrivoltaico, fotovoltaico applicato alla mobilità, durabilità e alla sicurezza dei sistemi fotovoltaici integrati, elettrificazione dei vari settori e sostenibilità lungo le catene del valore.

ETA Florence ha condiviso con pv magazine due dei paper/progetti selezionati.

L’articolo “The First Cost Efficient Pavement Integrated PV for Electricity Production” parla del fotovoltaico integrato nella pavimentazione (PIPV), specialmente su superfici “già artificializzate”.

“Il doppio utilizzo di piste ciclabili, parcheggi, piazzali, moli e strade per la produzione di energia elettrica può rappresentare un importante passo avanti per un’ulteriore installazione su larga scala del fotovoltaico senza alcun impatto ambientale aggiuntivo, senza degrado visivo del paesaggio e con una facile accettazione sociale”, scrivono i ricercatori.

Le due sfide principali per il PIPV sono la robustezza e il costo. Il paper si chiede quindi se è possibile costruire un modulo fotovoltaico in grado di resistere al traffico e ottenere un costo di sistema redditizio con un modulo posizionato con un’inclinazione non ottimale.

“Wattway, ottimizzato grazie a una collaborazione decennale tra Colas e CEA-Ines, è la prima soluzione PIPV che risponde positivamente a queste due domande, grazie ai risultati ottenuti nella progettazione dei moduli e nel processo di installazione”, dicono i ricercatori.

La novità risiede, si legge nell’abstract, nei materiali di incapsulamento.

“Utilizziamo un’architettura elettrica comune con celle PERC standard, stringhe saldate di celle tagliate a metà e un layout a farfalla. Le innovazioni riguardano la pila di materiali con incapsulanti specificamente selezionati e senza vetro frontale o posteriore, il rivestimento superiore antiscivolo e l’incollaggio con colla alla pavimentazione. Lo spessore del modulo è di 4,1 mm e il peso di 6,5 kg/m2”, si legge nell’abstract.

La soluzione PIPV avrebbe una durata da 15 a 25 anni (a seconda del traffico).

“Wattway è diventato il primo e unico modulo PIPV ad ottenere la certificazione secondo gli standard IEC61215 e IEC61370 per i prodotti fotovoltaici.”

A livello economico, i costi di Wattway sono diminuiti in funzione dell’ottimizzazione dei materiali e alla riduzione al minimo del tempo di laminazione del modulo, ma anche grazie al processo di installazione meccanizzata.

“Di conseguenza, ora raggiungiamo un prezzo totale del sistema inferiore a 2,5 €/Wp per una soluzione chiavi in mano da 200 kWp. A questo livello di prezzo, Wattway è oggi una soluzione più economica per l’approvvigionamento di energia elettrica rispetto all’acquisto dai fornitori di energia elettrica della rete, in particolare per le applicazioni di autoconsumo locale. Ad esempio, il LCOE per una pista ciclabile da 500 kWp con una durata di vita di 20 anni a Firenze è di 141,7 €/MWh”.

Wattway ha come target piste ciclabili, porti turistici, aeroporti, piazzali e parcheggi.

Un secondo progetto, condotto nell’ambito del progetto europeo H-EU Seamless da Swiss Center for Electronics and Microtechnology (CSEM) e da École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), esplora un approccio alla produzione di moduli fotovoltaici (PV) che prevede una fase di pre-laminazione seguita da una fase di laminazione finale.

“La pre-laminazione integra le stringhe in strati polimerici, proteggendole dallo stress ambientale e meccanico e introducendo una fase tampone nella produzione di prodotti fotovoltaici integrati (iPV), come quelli per veicoli (VIPV) o edifici (BIPV). Questa fase tampone può essere estremamente preziosa nella produzione di prodotti iPV, poiché può essere richiesto un alto grado di personalizzazione del prodotto”, scrivono gli autori dello studio

L’obiettivo degli autori è sviluppare un processo di pre-laminazione versatile che protegga le stringhe fotovoltaiche durante lo stoccaggio, garantendo al contempo la compatibilità con i materiali fotovoltaici convenzionali.

“Abbiamo stabilito le specifiche per i processi e i materiali coinvolti, affrontando nuove questioni relative alla selezione dei polimeri, alla compatibilità degli strati e all’ottimizzazione dei processi. Parallelamente, sviluppiamo un protocollo di caratterizzazione innovativo per valutare la qualità dell’ottimizzazione dei processi e la compatibilità dei materiali. Tra i diversi materiali sottoposti a test, ci siamo concentrati su due fogli polimerici: una poliolefina formulata internamente (iPO, interstrato poliolefinico) e un elastomero poliolefinico commerciale (POE)”.

Le prestazioni e proprietà di questi materiali sono state valutate dopo periodi di stoccaggio fino a 6 mesi.

“L’iPO dimostra un’eccellente protezione dall’ossigeno e dall’umidità, rigidità meccanica ed elevata adesione all’ EVA (>150 N/cm) e alle celle solari”, hanno scritto gli autori, aggiungendo che i risultati preliminari hanno dimostrato che l’affidabilità di questi moduli in condizioni di calore umido (DH) e cicli termici (TC) è paragonabile a quella dei moduli convenzionali, con test in corso che dovrebbero fornire ulteriori approfondimenti.

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