Felice Lucia di Jinko Power ha spiegato a pv magazine Italia che il Decreto Legge 175/2025 non è un aggiornamento del Testo Unico FER, ma è un cambio di metodo. Il Decreto Legge, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 271 del 21 novembre, è entrato in vigore oggi.
“Si passa da uno sviluppo opportunistico a una pianificazione più chiara e istituzionale”, ha detto Lucia, spiegando che i cambiamenti principali hanno a che fare con aree idonee, agrivoltaico, eolico e offshore, ma anche con il ruolo delle Regioni.
Per quanto riguarda le aree idonee, il decreto legge definisce un perimetro nuovo e più rigido. Il nuovo art. 11-bis definisce aree idonee “ope legis”: cave, discariche, aree industriali e AIA, ferrovie, aeroporti, logistica, parcheggi, autostrade, invasi. Le vecchie prossimità perdono efficacia e molti progetti dovranno essere ripensati, ha detto Lucia.
“C-ter e c-quater: non sono formalmente abrogate, ma risultano di fatto superate da una norma primaria più rigida che ridefinisce perimetri e criteri, creando inevitabilmente un problema di coordinamento con l’art. 20 del D.Lgs. 199/2021, che resta in vigore.”
Il numero di progetti che salteranno dipenderà dalle Regioni.
“Dipende dalle Regioni, ma nelle aree agricole o periurbane con vincoli paesaggistici parliamo di una porzione consistente degli sviluppi attuali. Tutti i progetti che oggi poggiano su criteri di distanza o su zone prossime perderanno automaticamente la qualificazione di idonei”, ha spiegato Lucia a pv magazine. “Il nuovo buffer vale solo per gli impianti soggetti ad AIA [autorizzazione integrata ambientale] e non più per le aree industriali generiche: questo restringe drasticamente il perimetro delle aree realmente idonee, soprattutto nelle aree agricole periurbane.”
L’agrivoltaico, come emerso già nella bozza, emerge come una categoria autonoma. Non è più fotovoltaico rialzato, ma un modello con regole proprie: continuità colturale, moduli elevati, agricoltura di precisione.
“Il DL introduce il criterio dei moduli adeguatamente elevati, cioè proporzionati alla continuità agricola e non ancorati a un’altezza fissa. È il concetto chiave che orienterà la valutazione dei progetti.”
Le pipeline agricole senza integrazione reale diventano difficilmente autorizzabili, ha detto Lucia.
“Una selezione tecnica inevitabile: resteranno solo i progetti con una componente agricola credibile, dimostrabile e verificabile”, ha poi spiegato a pv magazine.
Lucia aggiunge che il cambio di passo non è solo tecnologico, ma istituzionale. Le Regioni devono individuare nuove aree idonee in 120 giorni, seguendo criteri rigidi (tutela paesaggio, SAU, Natura 2000, fasce di rispetto). Scatta il potere sostitutivo dello Stato in caso di inerzia o difformità, mentre la discrezionalità regionale si riduce sensibilmente, dice Lucia.
“La nuova fascia di rispetto dai beni tutelati dal Codice (3 km per eolico, 500 m per FV) si applica a tutti i beni vincolati senza distinzione: nella pratica, molte Regioni avranno pochissima possibilità di individuare ulteriori aree idonee. Le Regioni che hanno già legiferato dovranno riallinearsi. La nuova disciplina prevale e impone una riscrittura delle mappature già adottate”, ha detto Lucia.
Nelle aree idonee vengono semplificate le autorizzazioni.
“Qui il parere paesaggistico resta obbligatorio ma non vincolante; torna vincolante solo in presenza di un vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 146. I tempi si riducono del 30% e il procedimento diventa più lineare. Fuori dalle aree idonee resta la piena tutela paesaggistica”.
Il decreto introduce anche una piattaforma digitale nazionale.
“Nello specifico, il nuovo art. 12-bis introduce una base dati unica con vincoli, SAU, infrastrutture e classificazioni. Per la prima volta PA, Regioni e operatori avranno un supporto tecnico condiviso”.
Rimangono però delle complessità.
“Non è previsto nessun regime transitorio per i progetti basati sulle vecchie c-ter/c-quater o sulle prossimità industriali. Molti impianti a terra subiranno stop-and-go o necessiteranno adeguamenti. È il punto più critico della riforma e aprirà certamente contenziosi. L’assenza totale di una disciplina transitoria è la criticità segnalata da più giuristi regionali: i procedimenti in corso nei buffer non AIA rischiano effetti immediati e non previsti dal legislatore”.
Il bilancio è quindi positivo, nonostante i punti critici legati all’assenza di salvaguardie per progetti in corso, impatti significativi in aree agricole e territori ad alta densità di vincoli.
“Il DL Aree Idonee non risolve tutto e richiederà adattamenti, ma rende il sistema più stabile e leggibile anche per investitori e operatori internazionali in futuro, lasciando incertezza sulle procedure in corso”, ha concluso Lucia. “Un quadro ancora in evoluzione: il cantiere normativo non è chiuso. Il DL non rappresenta un punto di arrivo, ma un passaggio intermedio in un sistema ancora in riassestamento”.
Il Consiglio di Stato deve infatti pronunciarsi sul DM Aree Idonee, la Corte Costituzionale sul divieto di FV a terra del DL Agricoltura, il correttivo al TU FER è stato approvato nella stessa seduta del Cdm e la conversione parlamentare del DL 175/2025 potrà introdurre ulteriori modifiche. Il quadro normativo è ancora mobile.
“Il Consiglio di Stato potrebbe chiedere la riscrittura del DM Aree Idonee (scenario probabile), la Corte Costituzionale potrebbe dichiarare incostituzionale il divieto di FV a terra o limitarlo, la conversione parlamentare potrebbe introdurre una disciplina transitoria per i progetti in corso, un’esplicitazione delle aree idonee per i BESS, un allentamento di alcune fasce di rispetto, deroghe specifiche per CER, autoconsumo e PNRR. È probabile che il testo subisca ulteriori aggiustamenti prima di diventare effettivamente operativo su larga scala.”
Novità anche per l’eolico. Per l’onshore arrivano distanze uniformi dai beni culturali (3 km); per l’offshore, localizzazione legata ai Piani di Gestione dello Spazio Marittimo e prime aree idonee immediate (piattaforme dismesse e porti fino a 100 MW), spiega Lucia.
*Aggiunge precisazioni e nuove dichiarazioni su richiesta di Lucia, cambia sue dichiarazioni precedenti
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