Periodo di transizione per il settore fotovoltaico italiano, tra scossoni normativi e necessità di investimenti e di supporto per sviluppare il sistema produttivo, supporto sia sul lato Capex che su lato Opex. Questo risulta necessario, come anche necessario sarà investire in ricerca e uno sviluppo che, però, richiede anche risorse ingenti e capacità di scalare. Questo in estrema sintesi il messaggio di massima del primo giorno del decimo Forum Italia Solare.
“Ci possiamo aspettare un rilancio dei temi NetZero nel 2026. Ci vuole tempo per stabilizzare e incrociare la normativa”, ha detto durante la penultima sessione Roberto Rizzardo, head inward investment unit di Invitalia.
Rizzardo ha sottolineato che il 2024 ha sancito un superamento degli investimenti in infrastruttura digitale rispetto agli investimenti in transizione energetica.
Il sistema Italia si è però già mosso, come detto da Andrea Rovera, country manager di Gruppo Green Design e consigliere Italia Solare. Rovera ha sottolineato la possibilità di riportare la produzione in Italia, ma ha anche rilevato come l’obiettivo primario del NetZero Industry Act e specificatamente del Fer X transitorio con non price criteria non fosse produrre in Europa, ma differenziare le forniture.
Il dibattito tra produttori di moduli, tra cui JinkoSolar, LONGi e 3SUN, è stato concitato. I produttori cinesi negano di riportare perdite significative, sostenendo si tratti piuttosto di un periodo di consolidamento fisiologico. Tensioni anche sulle efficienze dei diversi moduli.
“Dire di no alla collaborazione con la Cina è sbagliato”, ha detto Pietro Pacchione, vice presidente di Elettricità Futura. Il sentiment generale è la necessità di trovare un modo per collaborare con la Cina. Questo anche il messaggio di 3SUN.
Allo stesso tempo le tensioni non sono solo tra player e tra portatori di interesse attivi nel settore. La transizione energetica riscontra diverse sensibilità, anche all’interno del Governo.
Secondo Alessandro Noce, direttore generale Mercati e infrastrutture energetiche del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase), la priorità del Governo per i recenti cambiamenti normativi era quella di rispettare le scadenze del Pnrr. Noce però chiede agli operatori di guardare il bicchiere e vedere che è mezzo pieno.
“Sono emerse sensibilità diverse. Scrivere un altro decreto avrebbe aperto un’altra fase di contenzioso lunghissima; si è optato per una soluzione normativa che desse alcune linee guida nel limite del possibile chiare alle regioni”, ha detto Noce, sottolineando che le regioni non potranno restringere lo spazio dedicato al fotovoltaico. “Le regioni possono solo ampliare e non restringere”.
Entro aprile le regioni devono ridefinire le aree idonee. Gli esperti non negano la possibilità di un nuovo braccio di ferro, anche a livello istituzionale, probabilmente anche tra Governo e Regioni.
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