Italia Solare sottolinea che il mercato “è impazzito” a causa della gestione da parte del Governo dei fondi PNRR per le CER.
“Ci sono delle bellissime esperienze a livello singolo, ma non è un mercato: non è un meccanismo scalabile al momento”, ha detto Andrea Brumgnach, vicepresidente di Italia Solare, in apertura del secondo giorno del decimo forum annuale dell’associazione guidata da Paolo Rocco Viscontini.
Brumgnach sottolinea che ogni configurazione ha, in media, circa 10 membri, con circa 94 kWp medi per configurazione. L’84% delle configurazione è connessa in bassa tensione.
Italia Solare chiede di mantenere l’obiettivo minimo di 5 GW, rimuovendo invece il limite temporale. Come ricorda il GSE, le CER devono infatti entrare in esercizio entro 24 mesi dalla data di completamento dei lavori e comunque non oltre il 31 dicembre 2027.
Brumgnach ha espresso l’insofferenza degli associati Italia Solare, per il taglio dei fondi e una serie di “errori comunicativi”. Ciononostante, il vicepresidente di Italia Solare ha stimato investimenti in CER per 3.640 miliardi di euro e oltre 58.000 richieste. Questo appunto nonostante i rischi.
Diversi operatori avevano già sottolineato ad ottobre i rischi per le CER legati alla gestione del file da parte del Governo, ma la situazione è stata ulteriormente complicata. Esperti, durante la conferenza di Italia Solare, hanno definito quanto successo una “serie televisiva”, facendo riferimento al fatto che il decreto attuativo del Mase doveva essere pubblicato a giugno 2022, ma è stato poi pubblicato a gennaio 2024. Hanno poi sottolineato i ritardi di tre mesi del Mase anche nella pubblicazione del decreto per l’ampliamento ai comuni fino a 50.000 abitanti, decisione originariamente annunciata dal ministro dell’Ambiente a marzo. L’ultimo episodio menzionato la chiusura “per manutenzione” e poi la riapertura del portale CER da parte di e-distribuzione.
Sara Capuzzo, coordinatrice del gruppo di lavoro CER e autoconsumo diffuso di Italia Solare, ricorda però che le CER rimangono realizzabili, anche senza il supporto dei fondi PNRR.
“Attenzione non c’è solo questo meccanismo”, ha detto Capuzzo, parlando dei fondi PNRR.
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