Ricercatori di Singapore hanno realizzato un dispositivo fotovoltaico a perovskite invertita con un intercalare di tipo p a base di ossidi di stagno drogati con antimonio (ATOx) che, secondo quanto riferito, riduce la disparità di efficienza tra celle a perovskite di piccola e grande superficie. Secondo le loro scoperte, l’ATOx può facilmente sostituire i comunemente usati ossidi di nichel (NiOx) come materiale per il trasporto dei fori.
Diversi gli interventi al convengo organizzato da EF Solare Italia a Roma. Hanno preso parola, tra gli altri, Tommaso Barbetti (partner di Elemens) Massimiliano Atelli (presidente Commissione VIA-VAS e Commissione PNRR-PNIEC del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica), Fabio Bulgarelli (direttore Affari regolatori di Terna), Andrea Galliani (direttore Direzione Mercati energia dell’ARERA), Andrea Ghiselli (amministratore delegato di EF Solare Italia), Alessandro Noce (direttore generale DG mercati e infrastrutture energetiche del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica), Guido Stratta (presidente dell’Accademia della Gentilezza, già direttore del Personale del gruppo Enel).
Sviluppata da scienziati tedeschi, la cella a tripla giunzione si basa su una cella superiore in perovskite con bandgap energetico di 1,84 eV, una cella intermedia in perovskite con bandgap di 1,52 eV e una cella inferiore in silicio con bandgap di 1,1 eV. Il dispositivo ha raggiunto una tensione a circuito aperto di 2,84 V, una corrente di cortocircuito di 11,6 mA cm-2 e un fattore di riempimento del 74%.
Saranno analizzati, anche tramite studi pilota in diversi Paesi europei, i vantaggi correlati alle misure di efficienza energetica previste e i benefici non energetici derivanti dai processi di efficientamento, con approfondimenti sull’impatto che l’azienda può avere nell’attuazione delle misure.
Ricercatori svedesi hanno delineato una nuova metodologia per identificare le superfici adatte a progetti agrivoltaici nel loro Paese. Hanno scoperto che circa l’8,6% – circa 38.485 km2 – del territorio nazionale ha il potenziale per ospitare impianti fotovoltaici.
“La collaborazione che avviamo da oggi ci permetterà di sviluppare nuove tecnologie che sempre più risponderanno alle crescenti esigenze e sfide imposte dalla transizione energetica, coerentemente con i target nazionali e internazionali di decarbonizzazione”, ha detto Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna.
Alcuni scienziati del Medio Oriente hanno simulato l’uso di diversi sistemi fotovoltaici integrati negli edifici di Dubai. Hanno scoperto che per gli edifici con più di sette piani, il BIPV può essere superiore alla generazione di energia sui tetti.
I ricercatori hanno condotto un esperimento su piccola scala sul comportamento del fumo negli incendi legati al fotovoltaico. Hanno scoperto che nelle case con tetti con un’inclinazione inferiore a 45 gradi, i residenti hanno solo circa quattro minuti per evacuare in sicurezza.
Sviluppato in collaborazione da Le Prieuré e IRFTS, il tetto biosolare idroattivo “Oasis Biosolar” combina vegetazione, fotovoltaico e gestione dell’acqua piovana. Secondo i primi test, il processo migliora la produzione di energia del 10,44%.
Gli scienziati hanno proposto di utilizzare l’energia fotovoltaica e il sistema HVAC a pompa di calore nelle serre concepite per la coltivazione di pomodori nell’area mediterranea. Il sistema è risultato avere un tempo di ammortamento di soli 2,9 anni nel sud della Spagna.
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