Legge di bilancio, a rischio il settore delle pompe di calore (che crolla del 70%)

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 Assoclima, l’associazione di categoria che riunisce i costruttori di sistemi di climatizzazione, ha dichiarato che l’attuale testo della legge di bilancio 2025 metterebbe a rischio il settore delle pompe di calore elettriche. “Uno dei pochi settori industriali italiani leader nella transizione energetica a livello mondiale”, ha spiegato Assoclima.

In una lettera aperta al Governo e al Parlamento l’associazione ha lanciato l’allarme a seguito del crollo delle vendite pari al -70% del mercato tra il 2022 e la proiezione del 2024. “In un momento storico in cui Italia e Europa perdono terreno su molti fronti a vantaggio della Cina e degli Stati Uniti, non possiamo permetterci di perdere un polo d’eccellenza”, ha dichiarato Maurizio Marchesini, Presidente di Assoclima.

Assoclima parla della necessità di emendare il testo per rafforzare le misure a sostegno del settore, a partire da un più marcato indirizzamento degli incentivi verso tale tecnologia, rendendoli più efficaci e accessibili per tutte le fasce della popolazione

Negli ultimi due anni il settore ha registrato un crollo delle vendite. A livello europeo, nel primo se.

Ecco i dati divulgati: “Nel primo semestre del 2024 è stato venduto il 47% in meno di pompe di calore rispetto all’anno precedente, dato che in Italia si traduce in una contrazione di più del 70% del mercato tra il 2022 e la proiezione del 2024 e che è in assoluta controtendenza con gli obiettivi della transizione energetica. Le ragioni principali del crollo sono state la fine del Superbonus, l’evoluzione dei regimi di sostegno ai consumatori e i prezzi agevolati del gas rispetto all’energia elettrica”.

“La produzione di pompe di calore è uno dei pochi comparti strategici della reindustrializzazione verde dove l’Europa è attualmente leader a livello mondiale, con il 73% della domanda coperta dalla produzione domestica. L’Italia è tra i principali produttori nonché uno dei maggiori mercati e vanta un comparto industriale che dà lavoro a oltre 7.500 addetti diretti e genera un fatturato di 2,7 miliardi di euro, numeri che crescono esponenzialmente se si considera l’indotto della filiera”, ha dichiarato Maurizio Marchesini, Presidente di Assoclima.

Ciò che chiede l’associazione con urgenza è una revisione degli incentivi destinati alle pompe di calore per renderli più efficaci e accessibili, soprattutto per gli edifici che consumano più energia e per le famiglie meno abbienti, introducendo meccanismi che consentano realmente di superare le resistenze a investire.

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