Aree idonee Puglia, il nodo degli impatti cumulativi

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Ieri le Commissioni IV e V del Consiglio regionale della Puglia hanno svolto, in seduta congiunta, la terza giornata di audizioni in relazione al disegno di legge “Individuazione delle superfici e delle aree per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili in attuazione dell’art. 20, comma 4, del dlgs 8/11/21, n. 199 e dell’art. 3, comma 1, del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica del 21/06/24 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili)”, ovvero il ddl aree idonee.

Nella nota del consiglio regionale relativa alla seduta si legge che sono stati ascoltati i rappresentanti degli enti istituzionali pubblici.

Ad aprire gli interventi è stata Angela Barbanente, docente in tecnica e pianificazione urbanistica al Politecnico di Bari. Barbanente ha chiesto particolare attenzione per quelle zone tipizzate come industriali nei vecchi strumenti urbanistici ma nei fatti mai realizzate e divenute oggi terreni agricoli a ridosso dell’abitato. Altro aspetto evidenziato è la considerazione degli impatti cumulativi in particolare nei territori che hanno già subito l’impatto della carbonizzazione e corrono il rischio di subire anche quello della decarbonizzazione.

Stefania Cherubini, delegata del Politecnico di Bari, ha condiviso le osservazione di Barbanente sostenendo l’idea di puntare sui rifacimenti degli impianti rinnovabili già esistenti con l’aggiunta di alcune unità nuove.

Per l’Università del Salento è intervenuto Marco Milanese che ha sostenuto l’idea di sfruttare i terreni non utilizzabili diversamente come, ad esempio, quelli ricadenti nel territorio salentino profondamente colpiti dalla xylella.

Isabella Trulli, funzionario dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, ha suggerito la necessità di modificare alcuni articoli sulla base delle norme tecniche di assetto idrogeologico per evitare il rischio che nuovi suoli morti facciano aumentare le aree a rischio idraulico.

Le autorità di sistema del Mare adriatico meridionale e del Mar Ionio hanno avanzato la richiesta di inserire nella classificazione delle aree idonee le aree portuali. In particolare le autorità hanno evidenziato che l’individuazione delle aree a mare è già un discorso attivo utile al fine di contribuire a svincolare i porti per produrre energia in modo autonomo.

Pasquale Epifani, responsabile del settore ambiente della Provincia di Brindisi, ha chiesto una maggiore specificazione  per gli impianti fotovoltaici con moduli a terra e per l’articolo relativo all’individuazione delle aree non idonee.

Per Marco Galante (M5S) le audizioni di ieri hanno evidenziato che gli impatti cumulativi costituiscono una questione di estrema importanza. “I territori su cui si concentra il maggior numero di istanze – ha dichiarato Galante – sono quelli a nord e a sud della regione, l’Appennino Dauno e il Salento, dove si registrano già diverse criticità. Nell’arrivare all’approvazione del disegno di legge dobbiamo muoverci nella cornice tracciata dal Pptr  in cui era già stato previsto lo sviluppo delle energie rinnovabili”.

“Su questo – ha concluso Galante – presenteremo emendamenti, così come porremo osservazioni anche sul revamping, perché nelle zone dove c’è stato lo sviluppo di parchi eolici passare da una pala eolica modesta a una di grandi dimensioni porterà ripercussioni inevitabili, che vanno analizzate con la massima attenzione”.

La prossima seduta di audizioni è stata già fissata per giovedì 14 novembre alle 10.

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