La nuova fabbrica Fenice di FuturaSun sarà operativa a partire da fine 2027. A fronte di 1,4 GW di capacità nominale, a regime è prevista una produzione annua di circa 1 GW. In particolare, si punterà su pannelli “premium da un punto di vista del servizio più che del prodotto”.
Il costo dei pannelli potrà essere leggermente al di sotto dei 20 centesimi e l’avvio delle attività in Europa non influenzerà in alcun modo la produzione in Cina.
Previste inizialmente due linee produttive: n-Type e Back contact (xBC) che, secondo la società, per i prossimi 5-6 anni “copriranno l’80% della richiesta” fino all’ascesa della perovskite.
È quanto ha spiegato Giorgio Fantuz, general manager di FuturaSun, in un’intervista rilasciata a pv magazine Italia nel corso dell’Intersolar di Monaco.
Pannelli “premium”, ma in che senso?
Fantuz ha spiegato che, nell’ottica della società, premium è un pannello che “esula dalla produzione di massa”.
Ad esempio, “i pannelli colorati, antigrandine, pannelli per il revamping, pannelli customizzati per progetti specifici, quel tipo di attività per noi è premium” ha detto Fantuz. “È un servizio premium che noi diamo al cliente, più che un prodotto premium”.
“Per andare a fornire un pannello antigrandine, abbiamo fatto un lavoro di analisi, di ricerche, di test e ci abbiamo investito dei soldi. Ci siamo confrontati con i clienti per andare a colmare un disagio che evidentemente si era creato e si sta creando sempre di più, anche in maniera un po’ legata a quella che è l’evoluzione climatica mondiale” ha aggiunto il genera manager di FuturaSun.
La soluzione del pannello premium, ha spiegato, aiuta a uscire dalla logica del prezzo permettendo di essere competitivi anche in Europa perché “il costo del pannello è solo una piccola parte del puzzle”.
Quale sarà il costo dei pannelli?
“Attualmente, secondo le stime interne, il costo di una produzione locale si attesterebbe su livelli superiori dell’80-90% rispetto a quello dei pannelli cinesi. Si tratta però di un dato indicativo e dinamico, che potrà evolvere nel tempo con l’aumento della scala produttiva, l’efficientamento dei processi e l’adattamento ai mercati” ha spiegato Fantuz.
Considerando che il costo di produzione in Cina, ad oggi, è di circa 10 centesimi, per la produzione della fabbrica Fenice al momento sarebbe sui 18-19 centesimi.
Quanto costa in più un pannello “premium”
“Nel caso dei pannelli colorati, sebbene il singolo modulo abbia un costo di produzione nettamente superiore rispetto a un pannello standard, l’impatto sul costo totale dell’impianto installato risulta contenuto. Il sovrapprezzo di un pannello colorato, ad esempio, potrebbe forse incidere del 15%-20% sul costo complessivo dell’impianto. Si tratta tuttavia di una stima generica poiché i costi totali variano in base a numerosi fattori esterni, tra cui la tipologia d’intervento, la località, il tipo di installazione e il fornitore scelto” ha spiegato Fantuz.
Per fare un esempio pratico, se l’impianto normale costa 10.000 euro, l’impianto col pannello colorato verrà tra gli 11.500 e i 12.000 euro.
“Idem per il Rhino (tipo di pannello antigrandine FuturaSun, ndr), ha un costo che è circa il doppio del pannello normale, però alla fine l’impianto viene 800-900 euro in più” ha aggiunto Fantuz.
Back Contact (xBC) o n-Type?
“Sul Fenice noi abbiamo previsto di installare una linea n-Type e una linea Back Contact” ha detto il general managaer.
Tuttavia, date le rapide evoluzioni del settore, “siamo sufficientemente flessibili e pronti per implementare la produzione del pannello perovskite”.
Rispetto alle possibile variazioni di mercato da ora a fine 2027, ovvero quando la fabbrica sarà operativa, Fantuz ha detto che la stima della società per i prossimi 5-6 anni è che l’n-Type e il xBC “copriranno l’80% della richiesta, con xBC che prenderà un po’ più di sopravvento”.
“Lo step successivo non riguarderà un’ulteriore tecnologia legata alla cella in silicio tradizionale, ma si passerà alla perovskite” il cui debutto industriale “prevediamo potrà avvenire tra il 2028 e il 2029”.
Produzione annuale della fabbrica
“Abbiamo una capacità nominale di 1,4 GW”, ha spiegato Fantuz. Tuttavia, considerando “i turni, gli orari, sabato e domenica, gli shutdown, le manutenzioni, realisticamente pensiamo di riuscire a produrre a regime intorno a 1 GW effettivo”.
Differenze tra produzione in Cina e in Europa
“La tecnologia della costruzione del pannello consolidata è quella cinese, non ci sono modi diversi per costruire il pannello fotovoltaico per come lo conosciamo oggi. Lì abbiamo raggiunto delle efficienze che rappresentano il benchmark. Quindi, non stiamo cercando di inventare un nuovo modo produttivo, bensì stiamo cercando di mitigare, con ulteriore automazione, la tematica della difficoltà di reclutamento di MDO nella UE e in Italia”, ha detto il general manager.
“La differenza percettibile dalla Cina all’Europa non sarà nel sistema produttivo di per sé, ma nella spinta di automazione per cercare di ridurre la dipendenza da un eccesso di manodopera. Mi aspetto che la linea sia un po’ più automatizzata di quanto può essere in Cina” ha aggiunto.
Contributi a sostegno del progetto
In merito alle interlocuzioni col ministero delle Imprese e del Made in Italy, (Mimit), Fantuz ha dichiarato: “Stiamo lavorando con loro per capire come integrare la cumulabilità del contributo che può arrivare appunto attraverso il Mimit con il contributo Innovation Fund”.
“Noi non stiamo producendo per la Transizione 5.0 perché nel tempo che saremo operativi il contributo sarà giunto a termine. Abbiamo basato il nostro business plan su l’implementazione progressiva di Nzia”, ha spiegato il rappresentante di FuturaSun.
Novità Net-Zero Industry Act (Nzia)
Interpellato ieri da pv magazine Italia sulla nuova normativa secondaria che la Commissione UE ha emanato nell’ambito della legge sull’industria a zero emissioni (Net-Zero Industry Act o Nzia), Fantuz ha detto: “I nuovi criteri di resilienza e sostenibilità introdotti dal Nzia creano le condizioni per una maggiore valorizzazione dei prodotti Made in EU. I principi del nostro piano industriale restino invariati, ma le novità introdotte rafforzano le nostre aspettative di crescita e competitività nel mercato europeo”.
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