L’Unione Europea ha introdotto una legislazione secondaria nell’ambito del Net-Zero Industry Act (NZIA) , pubblicato nel giugno 2024, che mira a produrre almeno il 40% del suo fabbisogno annuale in tecnologie strategiche, tra cui moduli fotovoltaici, batterie e pompe di calore. Per sostenere questa volontà, la legislazione secondaria definisce le regole che gli Stati membri devono seguire in determinate parti delle gare d’appalto dell’energia. La selezione degli offerenti non sarà più basata esclusivamente sul prezzo, ma anche su criteri non legati al prezzo, come la sostenibilità o la resilienza.
La Commissione spiega che i criteri non tariffari per le aste di energia rinnovabile negli Stati membri includeranno la condotta aziendale responsabile, la sicurezza informatica, nonché la sostenibilità e la resilienza. Tali norme entreranno in vigore alla fine del 2025 e dovranno applicarsi inizialmente almeno al 30% dei volumi d’asta, ovvero circa 6 GW all’anno per Paese.
Le disposizioni elencano inoltre i prodotti tecnologici ammissibili all’etichetta “emissioni nette zero”, individuano le dipendenze da paesi terzi per determinate tecnologie e definiscono i progetti industriali ammissibili allo status di “progetto strategico”.
Spetta ora agli Stati membri attuare queste norme a partire dal 2026. “Si tratta di un approccio positivo ed equilibrato, che consentirà ai produttori europei di energia solare di finanziare i propri progetti, con la garanzia di una domanda affidabile per i loro prodotti. Il resto del mercato delle gare d’appalto non subirà ripercussioni, consentendo di mantenere un elevato tasso di diffusione del solare.
Affinché questo compromesso funzioni, è essenziale che gli Stati membri agiscano rapidamente, rispettando la soglia del 30%”, sottolinea l’associazione europea SolarPower Europe, che sottolinea come diversi Stati membri abbiano già adottato misure in questa direzione, con meccanismi di sostegno nazionali, come la dichiarazione del Patto Solare in Francia, il sostegno finanziario tramite PERTE in Spagna, il credito d’imposta Piano Transizione 5.0 in Italia e il bonus “Made in EU” in Austria.
“Aspettiamo con ansia di assistere alle prime gare d’appalto organizzate nell’ambito di questa legislazione nel 2026 e incoraggiamo gli Stati membri a implementare efficacemente i principi di resilienza, anche assegnando premi ai pannelli solari fabbricati in Europa”, auspica Dries Acke, vicedirettore generale di SolarPower Europe.
Inoltre, l’associazione invita l’UE a integrare la propria politica industriale con un migliore finanziamento dei progetti di produzione di tecnologie pulite in Europa, ad esempio tramite una banca dedicata alla produzione solare o alle tecnologie pulite. Infine, è ancora in sospeso la legislazione secondaria relativa agli appalti pubblici ai sensi della NZIA.
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