La Commissione europea ha presentato un documento di orientamento sugli investimenti precoci per lo sviluppo di reti elettriche lungimiranti. Il documento sottolinea che il sistema elettrico europeo si basa in gran parte su reti costruite negli anni ’70 e ’80, in anticipo per le capacità di generazione tradizionali dell’epoca. Queste reti devono essere modernizzate e rinnovate, ma anche ampliate con urgenza per affrontare le attuali complessità della transizione energetica, sia a livello di trasmissione che di distribuzione.
Si stima che tra il 40% e il 55% delle linee elettriche a bassa tensione avrà più di 40 anni entro il 2030, mentre la loro lunghezza totale è aumentata solo dello 0,8% tra il 2021 e il 2022. Inoltre, la trasformazione dei nostri sistemi energetici verso fonti di energia pulita e i lunghi tempi di sviluppo tradizionalmente richiesti per i progetti di rete stanno causando ritardi significativi nella connessione alla rete. Per i parchi eolici, l’accesso alla rete può richiedere fino a nove anni.
Le presenti Linee guida sugli investimenti anticipati forniscono supporto agli Stati membri, alle autorità nazionali di regolamentazione e ai gestori dei sistemi di distribuzione e trasmissione con raccomandazioni sulle azioni da intraprendere durante l’intero processo che porta alla decisione finale di investimento.
Sono necessari investimenti pari a 730 miliardi di euro nella distribuzione e a 472 miliardi di euro nello sviluppo della rete di trasmissione entro il 2040 per far progredire il mercato interno dell’energia ed espandere la capacità della rete, consentendo la connessione di nuovi progetti di generazione pulita e a basso costo marginale che ridurranno i prezzi medi all’ingrosso dell’elettricità. L’aumento degli investimenti nella rete ridurrà le bollette dei consumatori nel medio termine, fornendo la capacità necessaria per integrare nuova generazione a basso costo e riducendo i costi complessivi del sistema.
Il documento delinea tre ragioni principali che giustificano la necessità di effettuare tempestivamente questi investimenti:
- Reti sottodimensionate comportano tempi di consegna più lunghi per le connessioni alla rete, ritardando l’elettrificazione e l’impiego di fonti di energia pulita. Questo perché i tempi di sviluppo della rete sono più lunghi di quelli per gli asset di generazione e domanda. I progetti di rete sono complessi e spesso interessano più regioni o diversi Stati membri o paesi terzi. Questa complessità aumenta i tempi di consegna per lo sviluppo del progetto. I tempi di implementazione dei progetti di rete possono arrivare fino a 8-10 anni per i progetti di reti di distribuzione e oltre un decennio per i progetti di trasmissione. Inoltre, a causa dell’insufficiente capacità produttiva nazionale, i prezzi e i tempi di consegna per nuovi trasformatori e cavi sono quasi raddoppiati rispetto alla situazione del 2021-2022, impiegando dai due ai tre anni per l’approvvigionamento dei cavi e fino a quattro anni per l’approvvigionamento di grandi trasformatori di potenza.
- In alcune applicazioni, il dimensionamento di asset più grandi può comportare risparmi sui costi per MW di capacità di rete e potenzialmente consentire accordi più vantaggiosi con i fornitori di tecnologia. Inoltre, in molti luoghi, investimenti insufficienti nelle infrastrutture di rete possono risultare più costosi per la società nel medio termine rispetto a investimenti iniziali effettuati con processi di controllo e gestione del rischio.
- Infine, gli investimenti tempestivi consentono un unico processo di autorizzazione per le esigenze imminenti e future, accelerando lo sviluppo della rete e migliorando l’accettazione da parte del pubblico.
Secondo il documento, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Portogallo hanno implementato le migliori pratiche nella pianificazione dello sviluppo della rete per consentire investimenti tempestivi.
Il documento presenta raccomandazioni concrete in tre aree principali: pianificazione della rete, supervisione normativa, costi e incentivi.
La Commissione europea invita i paesi dell’UE e le autorità nazionali di regolamentazione a tenere conto di queste linee guida nella progettazione dei quadri nazionali per la pianificazione della rete elettrica, la connessione e le tariffe di rete, nonché per l’approvazione dei costi normativi.
La pianificazione della rete elettrica dovrebbe basarsi su scenari solidi per la domanda e la produzione future, tenendo conto delle strategie energetiche e climatiche, inclusi i Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PNEC). I periodi di pianificazione dovrebbero essere sufficientemente ampi e le parti interessate dovrebbero essere coinvolte fin dalle prime fasi del processo per cogliere adeguatamente le esigenze future.
Il documento indica che le Autorità Nazionali di Regolamentazione devono disporre delle competenze e del personale necessari per valutare i piani di sviluppo della rete, anche a livello di distribuzione, e decidere in merito alla concessione di incentivi per tali investimenti. Devono inoltre garantire che il quadro normativo sia stabile ed equilibrato per gli sviluppatori dei progetti e i clienti finali.
Inoltre, il documento aggiunge che, per gli investimenti iniziali, è necessario stabilire con largo anticipo una chiara allocazione del rischio relativo all’utilizzo futuro dell’asset. Si potrebbe prendere in considerazione un processo di approvazione in due fasi per accelerare i progetti di rete riducendo al minimo rischi e costi, che comprenda prima la progettazione e il rilascio dei permessi e poi la costruzione. Una volta approvati gli asset, il documento indica che la loro remunerazione non dovrebbe essere messa in discussione retroattivamente, ad esempio se il tasso di utilizzo iniziale dell’asset in questione è inferiore al previsto.
Per quanto riguarda le tariffe di rete e i costi di connessione, le linee guida sottolineano che i costi che riflettono non solo la capacità di rete esistente ma anche gli investimenti pianificati potrebbero attrarre nuova generazione e nuovi carichi in luoghi in cui la rete è pronta o sarà pronta nel prossimo futuro.
Infine, il documento suggerisce che si potrebbe prendere in considerazione l’uso di garanzie statali o fondi pubblici per coprire i costi aggiuntivi derivanti dalle misure volte ad accelerare la decarbonizzazione e l’integrazione del mercato, compresi gli investimenti iniziali, in conformità con il quadro normativo e le norme sugli aiuti di Stato.
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