Intervista doppia su Bando Agrivoltaico: AIAS e RESFarm spiegano novità Mase, prospettive future

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In un momento in cui diversi operatori riportano tensioni tra associazioni di categorie sul Bando Agrivoltaico, pv magazine Italia ha parlato con Alessio Pinzone, AD di ResFarm, e con l’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile (Aias). Pinzone sta seguendo 750 MW di progetti che sono rientrati nella prima parte del bando. Aias, l’associazione guidata da Alessandra Scognamiglio continua intanto a battersi per una più precisa definizione del comparto. Ha risposto per l’osservatorio normativo Aias Valeria Viti e Celeste Mellone.

Abbiamo chiesto di spiegare le novità derivanti dal decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), attraverso cui il governo concede maggiore tempo ai progetti agrivoltaici rientranti nel bando Agrivoltaico.

In generale, il decreto rientra in un tentativo più ampio e complesso di rimodulare le tempistiche per i fondi Pnrr, corretto?

Alessio Pinzone: Martedì 17 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sull’attuazione del PNRR. La risoluzione evidenzia ritardi significativi nell’attuazione di riforme e investimenti, rischi legati alla capacità di spesa entro la scadenza del 2026 e la necessità di evitare il mancato completamento di progetti. In tale contesto, il Parlamento chiede una proroga di 18 mesi per i progetti maturi, attraverso una modifica del Regolamento RRF, e sollecita la Commissione a predisporre meccanismi flessibili per trasferire fondi non spesi verso altri strumenti europei dopo il 2026. La rimodulazione delle tempistiche è quindi frutto di un dialogo aperto tra il ministero e l’EU in merito a tutti i fondi PNRR e non solo all’AgriPV.

Aias: Sì, in generale abbiamo assistito a diversi tentativi, talvolta scomposti, di rimodulare le tempistiche. In generale, ci sembra che quello che è stato definito sia un accomodamento razionale e, se guardiamo anche alle novità sulle CER, sistematico di disegno, in un’ottica che è sostenibile evidentemente a livello centrale ed europeo.

Potete spiegare le principali novità introdotte?

Alessio Pinzone: Sono cinque: 1. Completamento lavori entro il 30 giugno 2026; 2. Richiesta di erogazione del contributo in conto capitale, con relativa documentazione a supporto, entro il 30 ottobre 2026; 3. Entrata in esercizio entro 18 mesi dal completamento dei lavori, per mantenere la tariffa piena (in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2027); 4. Applicazione di un decalage dello 0,5% al mese per ogni ritardo rispetto ai 18 mesi previsti; 5. Superati i 18 + 9 mesi si perde il diritto alla tariffa incentivante (comunque non oltre il 30 settembre 2028).

Aias: Indubbiamente risiedono nel fatto che ciò che va completato entro il 30 giugno 2026 sono i lavori di realizzazione dell’impianto, mentre la connessione può essere perfezionata nei successivi 18 mesi. Quindi entro 18 mesi, si potranno realizzare le opere di connessione, comprensive a nostro avviso del lato utente. Quanto al Contributo in conto capitale, la data rilevante è il 31 ottobre 2026, entro la quale le spese sostenute, dietro prova della loro ricorrenza, sono ammissibili.

Quale il ruolo del decalage? Quando si potrebbe perdere la tariffa? Cosa è cambiato su questi due punti con il decreto in questione?

Alessio Pinzone: Il decalage è stato spostato da Giugno 2026 all’entrata in esercizio dell’impianto (quindi data di connessione che potrebbe arrivare a dicembre 2027). Il decalage prevede l’applicazione di una decurtazione della tariffa spettante dello 0.5% per ogni mese di ritardo, nel limite massimo di nove mesi di ritardo.

Aias:Il meccanismo del decalage rappresenta una sorta “grace period” – già previsto nella versione originaria del d.m. agrivoltaico – rispetto al termine di entrata in esercizio (18 mesi) nel corso del quale viene applicata una decurtazione della tariffa dello 0.5% per ciascun mese di ritardo, fino a un massimo di 9 mesi, decorsi i quali il diritto a percepire la tariffa viene definitivamente perso. Il meccanismo viene mantenuto anche dal nuovo decreto, con la differenza che i termini – 18 mesi + 9 mesi di “grace period” – decorrono dal completamento dei lavori e non più dalla pubblicazione della graduatoria.

C’erano due opzioni per dare più tempo ai progetti agrivoltaici: fine lavori o mechanical completion. Che differenza c’è?

Alessio Pinzone: Si tratta di un tecnicismo che però potrebbe salvare molti progetti. L’EU “sottolinea che l’estensione dei progetti sarà effettuata dalla Commissione sulla base di criteri oggettivi, chiari e imparziali”. È in capo al ministero ed in particolare al GSE definire tali criteri e quindi bisognerà capire se procederanno con il mechanical completion delle opere (scenario che ci auguriamo) o in maniera più restrittiva con il fine lavori (scenario che metterebbe in pericolo numerosi impianti).

Aias: La fine lavori consente di ritenere l’iniziativa più matura e di conseguenza anche l’affidamento alla percezione degli incentivi del privato più solido. Evidentemente si è voluto tutelare un maggior grado di avanzamento delle iniziative, cosa di per sé non biasimevole.

E cosa richiede la fine lavori? Quale il ruolo del GSE?

Alessio Pinzone: Ad oggi non è definita cosa richiede la fine lavori. Abbiamo chiesto di partecipare ad un tavolo di discussione con il GSE per definire tali specifiche tecniche. Riteniamo che il GSE abbia tutte le competenze per definire in maniera chiara e oggettiva le specifiche tecniche di una fine lavori, ma dall’altra parte riteniamo che un dialogo con gli operatori sia fondamentale per allinearsi alle reali esigenze degli investitori per evitare lo scenario in cui alcuni operatori non riescano a chiudere i lavori in tempo e perdere così la possibilità di utilizzo di questi fondi.

Aias: Al momento solo la registrazione sul sistema Gaudì. Vedremo l’adeguamento delle regole operative se introdurrà altro a comprova.

In questo momento, da quanto mi riferiscono diverse fonti, non mancano le tensioni tra associazioni di categoria in merito alle tempistiche. Per quali motivo? Quali sono gli interessi contrastanti?

Alessio Pinzone: Noi di ResFarm non rappresentiamo un’associazione ma un gruppo di investitori riuniti che rappresentano oltre il 40% della potenza aggiudicata. Abbiamo lavorato molto per ottenere una proroga che solo parzialmente è stata ascoltata e continueremo a lavorare per tutelare il gruppo di imprenditori che stiamo coordinando. Tuttavia abbiamo notato che le principali associazioni di categoria si sono mosse con richieste e date non allineate generando una possibile confusione verso il decision maker che ha probabilmente scelto di ascoltare le varie richieste e di andare verso uno scenario più conservativo che potrebbe danneggiare alcuni operatori (basta vedere il caso di European Energy che con i sui 215 MW ha deciso di abbandonare il bando).

Aias: I poli opposti propendevano per spostare anche il termine di conclusione dei lavori di alcuni mesi. Al momento questa richiesta non è passata. Non escludiamo nulla del futuro, l’interesse è quello di preservare la misura a vantaggio di progetti meritevoli, sperando non sia tuttavia necessario ricorrere ad altri correttivi.

Quanti progetti erano a rischio prima del decreto in questione e quanti rimangono a rischio dopo il decreto?

Alessio Pinzone: Non avendo spostato la data di conclusione dei lavori in realtà il numero di progetti a rischio non cambia tra prima e dopo, se non per il fatto che già alcuni progetti hanno abbandonato il bando. Riteniamo che la proroga fornita dal ministero sia un importante passo avanti nei confronti degli operatori, ma, per salvare tutti i progetti, è necessario un ulteriore sforzo per una proroga sulla data di conclusione dei lavori soprattutto per i progetti di taglia maggiore.

Aias:Dipende da chi risponde alla domanda ;). Scherzi a parte, diversi lo erano e non sappiamo se lo restano. Sicuramente però il Decreto ha l’obiettivo di salvaguardarne il più possibile.

Il secondo bando agrivoltaico, relativo al PNRR, ha riaperto i termini per la presentazione delle domande il 1° aprile 2025 e le chiuderà il 30 giugno 2025. Le domande potranno essere presentate tramite il Portale Agrivoltaico del GSE. Novità in merito?

Alessio Pinzone: Stiamo assistendo diversi operatori e c’è molto fermento nonostante le date per questo secondo bando sono davvero molto sfidanti, se non impossibili in alcuni casi. Considerando che questi operatori avranno un anno in meno rispetto a quelli del primo bando per concludere i lavori e allacciare l’impianto, la necessità di un ulteriore proroga diventa sempre più fondamentale.

Aias: Il nuovo decreto non apporta modifiche ai requisiti di partecipazione al bando, dunque nessuna novità rispetto alle modalità di presentazione delle domande di partecipazione nella finestra 1 aprile – 30 giugno. Il GSE dovrà aggiornare invece le regole applicative in relazione agli adempimenti post-aggiudicazione (fine lavori, rendicontazione, entrata in esercizio).

Il recente decreto Mase avrà delle conseguenze sul secondo bando agrivoltaico?

Alessio Pinzone: In merito alla partecipazione non credo, visto che il decreto è uscito a cavallo della scadenza, ma ritengo che l’apertura del ministero sul disaccoppiamento tra conclusione lavori e connessione avrà dei riscontri positivi sui progetti che potranno accedere realmente ai fondi PNRR. Tuttavia crediamo che sia necessaria un’ulteriore proroga per tutelare anche i progetti di questo secondo bando ed evitare di perdere i fondi PNRR.

Aias: Le novità del decreto si applicano espressamente sia ai progetti risultati in posizione utile nella graduatoria del “primo” bando sia a quelli che risulteranno aggiudicatari del “secondo” bando.

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