pv magazine ha parlato con Gianluca Ruggieri, ricercatore dell’Università dell’Insubria e presidente di ènostra, per capire il funzionamento della cooperativa e la sua strategia in termini di CER: strumenti partecipativi, costi e novità sulla CER Levante.
Inaugurate in questi giorni un impianto fotovoltaico collettivo da 843,6 kWp. È il più grande che avete inaugurato finora? Pensate che le dimensioni possano aumentare ulteriormente?
L’impianto fotovoltaico collettivo appena allacciato a Brindisi è il più grande fotovoltaico collettivo del parco impianti della cooperativa ma non il più grande impianto in assoluto: ci sono anche le due turbine collettive umbre del Cerrone (900 kW) e del Castiglione (999 kW). La turbina del Castiglione alimenta la prima CER eolica d’Italia, sempre in linea con il modello di ènostra che è indirizzato verso la costituzione di comunità energetiche locali a beneficio del territorio a partire dagli impianti collettivi realizzati da socie e soci di ènostra in tutta Italia. Sono in via di sviluppo altri due impianti collettivi rinnovabili in Puglia: il fotovoltaico sulla Cava dismessa di Trani (999 kWp) e l’eolico di Crispiano (500 kW).
Perché sono tutti sotto 1 MW?
Non a caso sono al di sotto del megawatt, perché vogliamo metterli a disposizione della CER Levante con l’ambizione di sviluppare un progetto regionale (attivando più configurazioni su diverse cabine primarie a partire dalla stessa CER).
Potreste spiegare il “modello di business” dell’impianto? Mi sembra di capire che i soci versano un contributo di 1500-2500 euro che rimane nella cooperativa per 10 anni, come finanziamento dell’impianto stesso. I soci che versano questo contributo hanno poi diritto a prezzi dell’energia fissi per 10 anni. Giusto?
Socie e soci di ènostra finanziano gli impianti con quote di capitale a partire da 500 euro (in media 1.500 euro/2.000 euro per le utenze residenziali) e accedono così alla tariffa Prosumer a prezzo fisso, che dipende esclusivamente dal costo di produzione del parco impianti della cooperativa. L’ammontare di chilowattora a cui hanno accesso con la tariffa Prosumer è proporzionale all’investimento fatto, per questo consigliamo di investire una quota che sia commisurata ai propri consumi elettrici domestici.
La sovvenzione rimane nel fondo di produzione per 12 anni, durante i quali chi ha investito mantiene l’accesso alla tariffa Prosumer (che può variare leggermente ogni anno se cambia il costo di produzione del parco impianto ma è tendenzialmente fissa, finora è cambiata solo una volta). Al termine dei 12 anni chi ha investito può scegliere di ritirare il suo capitale con eventuali interessi maturali o spostare il capitale su un altro fondo cooperativo per la realizzazione di impianti collettivi e continuare così ad avere accesso alla tariffa prosumer.
Come definite il prezzo dell’energia in questo caso? Quali i vantaggi per i soci?
Il prezzo dell’energia con tariffa Prosumer si sgancia dal PUN perché dipende esclusivamente dal costo di produzione del parco impianti cooperativo. La tariffa Prosumer garantisce un prezzo “equo” dell’energia, che riflette il costo di produzione degli impianti di ènostra, quindi i costi operativi di realizzazione e di gestione/manutenzione). Allo stesso tempo il prezzo fisso include anche i costi aggiuntivi di dispacciamento dell’energia rinnovabile attraverso il sistema elettrico (differenze di profilo tra immissione e prelievo, sbilanciamento e modulazione tra prezzo zonale e nazionale) e una quota dei costi di gestione operativa del cliente.
Da ricordare poi che offre un prezzo stabile nel tempo, che non subisce le fluttuazioni del mercato, e che permette la copertura completa del fabbisogno energetico con energia prodotta dall’impianto finanziato. Nello specifico, la tariffa è pari a 0,1145 €/kWh ed è applicata ad un monte di kWh (incluse perdite di rete) correlato al capitale investito. Se nell’arco dei 12 mesi dalla data di attivazione della tariffa i consumi (inclusi perdite di rete) eccedono tale soglia, alle eventuali eccedenze viene applicata la tariffa Soloverde Mono (la nostra tariffa variabile per la casa). Il prezzo fisso può variare di anno in anno solo in relazione alle prestazioni del parco impianti di ènostra (in funzione delle condizioni meteoclimatiche e/o di eventuali interventi straordinari)
I soci invece che non versano contributi di questo genere possono avere accesso a prezzi legati al PUN, giusto? In generale, quali sono i vantaggi dei soci?
Socie e soci cooperatori (che non hanno quindi investito nel fondo produzione) hanno accesso alle nostre tariffe variabili. Ce ne sono diverse: quella domestica, quella dedicata al terzo settore, quella per le PMI e altre. Sono tariffe indicizzate al PUN, di energia da fonti 100% rinnovabili con Garanzia di Origine. Attivando una fornitura con ènostra si richiede il pagamento delle due quote associative: in questo modo si diventa soci/e di ènostra, si acquisisce il diritto di voto in sede assembleare per indirizzare le decisioni e i bilanci della cooperativa e partecipare alla vita e alle attività di ènostra. Diventare socio/a di ènostra porta una serie di vantaggi: in primis, avere accesso a una tariffa 100% rinnovabile con GdO, ma anche poter partecipare attivamente, attraverso il proprio voto e attraverso l’attivismo cooperativo (vedi gruppi territoriali e soci attivi), alla transizione energetica dal basso.
Anche dal punto di vista economico è una garanzia, poiché ènostra è una cooperativa che non è animata dallo scopo del profitto ma dall’obiettivo di fornire servizi a prezzo equo alle persone socie, di generare ricadute positive sui territori e sulle comunità e abilitare il cittadino energetico come parte attiva della transizione: questo costituisce una garanzia rispetto alle tariffe indicizzate di un qualsiasi fornitore elettrico animato da scopo di lucro, che potrebbe – come il più delle volte succede – cambiare le condizioni economiche a suo vantaggio e a scapito dei suoi clienti.
Scrivete che “la CER Levante è pronta ad accogliere nuovi membri del territorio di Brindisi e ad introdurre nuovi impianti per allargarsi all’intero territorio pugliese”. Quali le possibili tempistiche?
Per la Cava di Trani è stato sottoscritto un accordo preliminare con i proprietari, finalizzato all’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione dell’impianto. È già stato ottenuto il preventivo di connessione alla rete. Attualmente si stanno valutando il permitting e i rapporti con i probabili EPC. L’Inizio dei lavori potrebbe giungere verso il prossimo autunno.
Per quanto riguarda l’impianto eolico di Crispiano, il progetto ha già raccolto pareri favorevoli anche da parte delle associazioni ambientaliste consultate. È già autorizzato: ha ottenuto la Vinca e la SCIA, e il preventivo di connessione alla rete risulta favorevole anche nei tempi. Insieme al partner tecnico locale – la società Ing. Isabella Gennaro – si stanno valutando alcune turbine rigenerate e depotenziate (già disponibili nel 2025) che potranno garantire una migliore sostenibilità economica dell’operazione.
Questo impianto è a disposizione per alimentare una CER, giusto? Quali i vantaggi ulteriori di partecipare alla CER?
L’impianto alimenta la CER Levante, costituita come soggetto giuridico nell’aprile 2025 e attiva pienamente a partire dal 2 luglio. Infatti è proprio con l’allaccio dell’impianto che i membri della CER iniziano a condividere energia e a generare incentivi, che verranno in parte utilizzati per ridurre la spesa energetica dei membri della CER e quindi calmierare le bollette, e in parte messi da parte per investimenti in progetti locali a beneficio del territorio circostante. Grazie alla sua dimensione sociale e collettiva e alla sua impronta democratica, la CER è poi uno strumento potente di cittadinanza e partecipazione attiva, in grado di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche ambientali ed energetiche, far crescere consapevolezza e stimolare il cambiamento. I benefici per chi partecipa, in breve: si risparmia, ci si attiva come cittadini, si tutela il proprio territorio e il suo ambiente, si fa bene al tessuto sociale del proprio territorio attraverso i progetti finanziati, si accrescono le competenze e le conoscenze in ambito energetico e di partecipazione civica.
Quali i benefici del fotovoltaico secondo voi?
Il fotovoltaico è la tecnologia attuale a minor costo e maggiore resa, complessivamente ha meno impatti, non ha particolari criticità in termini di materiali utilizzati, ha una lunga durata con bassi costi di manutenzione, può essere largamente riciclato ed è facilmente adattabile su impianti di scala molto diversa.
Secondo voi gli sviluppatori e i proprietari degli impianti non danno abbastanza importanza alle misure di compensazione? Nel caso come si può migliorare questo processo?
La “giustizia territoriale” è sempre stata al centro dell’operato di ènostra. Nel costruire impianti rinnovabili collettivi la cooperativa ha sempre prestato un’attenzione particolare alle ricadute ambientali e sociali sul territorio, facendo in modo che il luogo che ospita l’impianto e i suoi abitanti potessero accoglierlo e beneficiarne proprio come socie e soci di tutta Italia che lo hanno finanziato. Per fare questo ènostra conduce un lavoro sul territorio dove attiva nuove comunità energetiche rinnovabili, proprio come ha fatto a Brindisi, ma anche a Gubbio con la prima CER eolica d’Italia (CERqua) e a Cambiago con la CER CO.E.SOL. In tutti questi casi è stata coinvolta la popolazione locale – famiglie, associazioni, PMI, cooperative e realtà di diverso genere – per attivare una CER in grado di generare incentivi sull’energia condivisa per progetti sociali per il territorio.
Siamo consapevoli che questa prassi sia eccezionale nel panorama delle utility dell’energia ma ci battiamo perché invece diventi la norma: la transizione energetica deve avvenire non a discapito dei cittadini e delle comunità ma proprio per il loro benessere.
Sono necessarie nuove professionalità? O in alternativa, è possibile ipotizzare una standardizzazione delle misure di compensazione? Chi dovrebbe farsene carico?
Le nuove professionalità che i fornitori di energia che vogliono operare per il benessere delle popolazioni locali potrebbero sviluppare – come stiamo facendo in ènostra – sono professionalità non tecniche o legali ma sociali: il coinvolgimento del territorio, l’ascolto dei bisogni delle comunità sono alla base di un rapporto sano e proficuo con i luoghi dove hanno sede gli impianti e di una sinergia tra impianti e persone. In ènostra circa un terzo dei dipendenti lavora nel team CER, nel quale sono centrali le competenze sociali e di stakeholder engagement. Questo perché crediamo nella bontà del modello delle CER che abbiamo promosso fin dagli albori, e perché, anche oltre il modello delle CER, pensiamo che siano competenze centrali per raggiungere il nostro obiettivo statutario di “Realizzare un modello energetico sostenibile, democratico, partecipato, cooperativo, resiliente e basato sull’utilizzo esclusivo di energia da fonti rinnovabili”: un obiettivo che presuppone un cambiamento non solo tecnologico ma anche culturale.
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