Spagna, il decreto contro i blackout non passa al Congresso

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Martedì il Parlamento spagnolo ha bocciato il Regio Decreto Legge 7/2025, del 24 giugno, che intendeva introdurre misure urgenti per il rafforzamento del sistema elettrico. Decisiva è stato l’opposizione del PP che, come aveva annunciato, ha votato contro il provvedimento insieme Dello ai partiti Podemos, Junts e BNG, nonostante l’appoggio delle aziende elettriche. L’iniziativa è stata invece sostenuta da Psoe, Sumar, ERC, PNV, Bildu, Compromís e Coalición Canaria

Si è così ripetuta la sorte del decreto legge che dichiara i progetti di energia rinnovabile di interesse pubblico superiore e stabilisce norme specifiche sulle batterie in Catalogna, approvato all’inizio di giugno dal Consell Executiu, ma ribaltato in Parlamento a metà luglio perché non aveva l’appoggio di ERC e Junts.

Fonti del PP hanno sostenuto di non essere d’accordo con la parte del testo che fa riferimento al blackout, al di là del fatto che non c’è stata una sola dimissione o licenziamento derivante da questo fatto.

Il RDL 7/2025 include misure che rendono il sistema elettrico più robusto e forniscono strumenti per passare a un sistema energetico molto più distribuito e democratico.

Aumenta il raggio di condivisione dell’energia solare fotovoltaica da 2 a 5 chilometri e crea la figura del gestore dell’autoconsumo, che darà diritti e sostegno alle persone che autoconsumano individualmente o collettivamente.

La riforma promuove anche l’accumulo di energia, ibrido o autonomo.

Per quanto riguarda il funzionamento, la RDL prevede che le rinnovabili possano essere remunerate per essere attive nel controllo della tensione, oltre ad adeguare la nuova normativa in modo che possano agire con la formazione della rete per stabilizzare il sistema.

È previsto il repowering di vecchi impianti e la possibilità di aumentare la capacità rinnovabile senza dover occupare nuovi spazi sul territorio; oltre ad altre misure volte a migliorare la rete di punti di ricarica per i veicoli elettrici e ad accelerarne la diffusione.

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