Se la giunta sarda non avesse adottato la proposta di piano delle zone di accelerazione entro il termine previsto, “la titolarità di questo adempimento sarebbe passata in capo al Governo nazionale, ovvero una sorta di commissariamento. Un’eventualità che la Regione Sardegna intendeva per ovvi motivi scongiurare, a tutela dell’autodeterminazione delle comunità locali e dei territori”. A chiarirlo è l’assessore dell’Industria, Emanuele Cani.
Ulteriori precisazioni arrivano dall’assessore degli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda. “Con l’adozione dello schema di Piano la Regione ha dato un segnale di programmazione chiara del territorio, come abbiamo sempre rivendicato. Ora, con l’avvio della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), si apre la fase della consultazione pubblica: è questo il momento in cui insieme a Comuni, Anci, cittadini e portatori di interesse, con la presentazione di osservazioni, proposte e un confronto nel pieno dello spirito che ha caratterizzato il percorso della legge regionale n.20, si andrà a definire il Piano nei tempi stabiliti”.
A fine agosto la giunta ha approvato la proposta di “Piano regionale di individuazione delle zone di accelerazione terrestri”, così come previsto dal DL 73/2025, ovvero il DL Infrastrutture. La proposta di piano della Sardegna individua le zone di accelerazione unicamente per fotovoltaico e sistemi di stoccaggio. Le zone individuate sono le aree industriali, i siti industriali attrezzati quali zone D, PIP (Piani degli insediamenti produttivi), ZIR (Zone industriali di interesse regionale), superfici artificiali ed edificate, parcheggi e relative coperture.
“A chi descrive situazioni di incertezza diciamo che stiamo tenendo la barra dritta nonostante le incertezze che ci arrivano dalla normativa nazionale. Il Governo continua a scaricare sulle Regioni una serie di adempimenti confusi, con tempistiche inappropriate, cambiando continuamente obiettivi e strumenti”, sottolinea Spanedda.
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